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Nell’acquisto della cucina ci si concentra principalmente sulla finitura e sul colore delle ante, ma non va trascurata la scelta del top o piano di lavoro, termine che chiarisce quale sia il suo scopo principale. La resistenza è forse la prima qualità che si chiede al piano di lavoro, che supporta e sostiene le attività di preparazione dei cibi. Sottoposto a usura quotidiana, deve essere funzionale, durevole e igienico. Quale scegliere in base a differenze tecniche ed estetiche dei materiali, dai classici a quelli più tecnologici?
Quindi gli aspetti da considerare sono sostanzialmente due: il primo è estetico, il top deve cioè accordarsi con lo stile della composizione e con il resto degli arredi. Il secondo è funzionale perché deve avere precise qualità tecniche: igiene, innanzitutto, grazie a una superficie compatta e priva di punti in cui si possano annidare sporco e batteri; idrorepellenza, per evitare infiltrazioni d’acqua; resistenza meccanica, cioè capacità di resistere agli urti, alle abrasioni e al calore. Dev’essere infine facile da pulire, riparabile, o ancor meglio, non richiedere manutenzione.
Altezze diverse per i piani cucina: più dinamismo alla composizione
Piani composti da un mix di linee curve e rettilinee, disposti su diverse altezze, dai colori e materiali dissonanti giustapposti conferiscono dinamicità e varietà agli ambienti. Vediamo i vantaggi che offrono di volta in volta le sopracitate soluzioni. Rompere una composizione lineare con linee curve dal punto di vista funzionale offre la possibilità di guadagnare centimetri in più sul piano d’appoggio. L’introduzione di elementi con linee curve, inoltre, permette di separare i piani di lavoro, che pur restano vicini e dunque facilmente accessibili con minimi spostamenti. Giocare su diverse altezze accentua ancora di più la differenziazione delle funzioni. In particolare, i modelli di cucina moderni tendono ad affiancare i piani di lavoro, solitamente di altezza 85/90 cm, a quelli per il pranzo. In questi accostamenti, i banconi snack con sgabelli risultano rialzati rispetto a lavelli e fornelli. Discorso diverso vale per i tavoli, la cui altezza standard è di 75 cm, quindi più bassa. Un gioco di saliscendi che muove i volumi e diventa la soluzione ideale per ambienti open space, specie se di grandi dimensioni. Colori e finiture vengono mixati in tantissimi abbinamenti compositivi e lo spazio ne acquista in personalità. La scelta dei materiali è strettamente connessa alla destinazione d’uso del piano; per le tinte ci si può sbizzarrire pur prestando sempre attenzione all’armonia stilistica complessiva.
Montaggio del piano cucina a regola d’arte
Nelle composizioni a parete, il montatore dovrà eseguire a regola d’arte il raccordo tra il piano di lavoro e l’eventuale alzatina. Non si tratta solo di una questione estetica: l’obiettivo principale è quello di impedire infiltrazioni d’acqua che possono danneggiare irreparabilmente i materiali.
I piani e le alzate in marmo, quarzo e acrilico possono essere saldati direttamente sul posto, senza problemi. Gli schienali in acciaio inox si possono raccordare a top in laminato, inox, acrilico e quarzi con alette in acciaio di spessore sottilissimo che scendono fino ad avvolgere lo spessore del piano. Per i piani in laminato occorre prevedere anche un profilo metallico di protezione.
Installazione nel top dei fuochi e del lavello
La maggior parte delle volte, la superficie del piano di lavoro viene appositamente tagliata o sagomata per consentire l’inserimento del piano cottura e del lavello con le vasche. In questo caso occorre prestare molta attenzione al tipo di elemento e alla differente dilatazione termica dei materiali. Con gli elettrodomestici sotto-top o filo-top si utilizzano accorgimenti tecnici al fine di ancorarli nella maniera adeguata al materiale di supporto e garantire lo spazio necessario alla naturale deformazione del materiale, evitando che si danneggi (per esempio con l’utilizzo di pannelli isolanti). Con quasi tutti i materiali, tranne in certi casi il laminato, è possibile avere piani cottura filo top. Alcuni consentono l’integrazione totale (o con giunture invisibili) del top con il lavello: acciaio, solid surfaces, materiali compositi e laminato.
QUALI MATERIALI PER IL TOP CUCINA
Top in acciaio inossidabile
È il materiale d’elezione nelle cucine professionali: inattaccabile dai batteri e inalterabile nel tempo. Proprietà che lo rendono perfetto anche negli ambienti domestici. Così chiamato perché non arrugginisce se esposto agli agenti atmosferici, si caratterizza per l’alta percentuale di cromo che, ossidandosi a contatto con l’ossigeno, si trasforma in ossido di cromo aderendo alla superficie e impedendone l’ulteriore ossidazione.La finitura liscia e non porosa ostacola l’adesione e la sopravvivenza di batteri e di altri microrganismi. Per contro, il materiale è molto suscettibile ai graffi e alle ammaccature ed è inoltre molto costoso. Si pulisce con un panno morbido imbevuto in acqua saponata o con un prodotto specifico, se sono presenti tracce di calcare. Evitare sempre l’uso di prodotti abrasivi. Se la superficie è satinata, va pulito sempre nel senso della satinatura e non in quello trasversale. La scelta dei materiali per le ante e i piani di lavoro delle cucine è determinante dal punto di vista eststico, ma soprattutto funzionale. I materiali più innovativi offrono elevate prestazioni, quali durevolezza, resistenza alle macchie e al calore.
Piani in pietre naturali
Tra le pietre naturali, la più diffusa è il marmo, usato da sempre per le sue qualità estetiche e di durata nel tempo. È formato da calcite, un minerale molto facile da lucidare e levigare. È un rivestimento di pregio, esiste in numerose varietà, è resistente alle abrasioni e agli urti ma non alle macchie e alle sostanze acide, come il succo di limone. Si tratta inoltre di un materiale poroso. Molti produttori sottopongono i piani in marmo a speciali trattamenti impermeabilizzanti, che però non lo rendono immune dai danni causati per esempio dall’acido citrico, contenuto negli agrumi. Lo sporco di origine acida provoca opacizzazioni che, nel caso di aggressioni leggere, si presentano come macchie chiare visibili in controluce. Queste si possono trattare con prodotti specifici raccomandati dai produttori. Se le aggressioni sono profonde, invece, le macchie sono biancastre e ruvide al tatto. In tal caso occorre ricorrere a un marmista che levigherà la superficie danneggiata. Per la pulizia quotidiana si utilizzano appositi prodotti oppure si può passare semplicemente un panno bagnato con acqua e sapone di Marsiglia, seguito da un accurato risciacquo.
Piani di lavoro nobilitati
Sono le finiture per eccellenza delle cucine moderne, i cosiddetti “nobilitati”, ovvero pannelli di truciolare o mdf (di fibra di legno) rivestiti da fogli sottilissimi pressati e impregnati di resina fenolica collante. La differenza tra i due termini sta nello spessore del rivestimento, maggiore per i melamminici. Perfetti per offrire infinite possibilità di finitura ai rivestimenti delle ante delle cucine – texture, colori, grado di opacità/lucentezza – si adeguano alle tendenze cromatiche e materiche del momento senza bisogno di particolari cure manutentive. La loro qualità sta, soprattutto attualmente, nella incredibile capacità imitativa, che permette di riprodurre fedelmente altri materiali a costi molto più contenuti. L’innovazione produttiva ha infatti raggiunto livelli di mimetismo elevatissimi, in grado di duplicare ogni tipo di superficie, incluse quelle delle diverse essenze lignee e, ultima novità, del cemento.
In laminato
Esistono diversi tipi di laminato, ma il migliore è il laminato Hpl (High pressure laminate). È proposto in un’ampia gamma di varianti cromatiche e di effetti, che imitano nell’aspetto i materiali naturali, come marmo e legno. Tra le caratteristiche principali, durezza e resistenza a ogni tipo di sollecitazione: all’usura, ai graffi, agli urti, alle infiltrazione dei liquidi, alle macchie e a un calore moderato (evitare perciò di appoggiare pentole surriscaldate sul piano, perché lascerebbero un alone). È igienico e antistatico (non attira la polvere) e non richiede particolare manutenzione. È infatti sufficiente passare una spugna imbevuta di acqua e detergente neutro. Non utilizzare sostanze abrasive, spugne ruvide, detersivi in polvere, né prodotti anticalcare. Con la tecnica della postformatura può essere curvato, con considerevole aumento delle possibilità di applicazione. Ha un buon rapporto qualità-prezzo. Un tipo di Hpl è il laminato Unicolor: il piano è contraddistinto da una superficie composta da uno strato melaminico e un cuore di strati di fibra di cellulosa colorata impregnata con resine termoindurenti. Come gli altri Hpl, è molto resistente e igienico, ma si distingue per il fatto che gli strati superficiali e interni, nonché i bordi del pannello, sono dello stesso colore.[
In Fenix
Di nuova concezione è il laminato Fenix® NTM, ottenuto con l’ausilio delle nanotecnologie.
Top in composito: pietre e quarzi compositi
I materiali di cava naturali vengono riprodotti industrialmente con tecnologie all’avanguardia che li rendono del tutto simili agli originali. Si chiamano compositi in quanto non sono costituiti da lastre in materiale naturale, ma ricavate da graniglie e polveri di marmo, granito o quarzo, mescolate e legate con particolari resine. Essendo prodotti brevettati dalle singole aziende, vengono chiamati con nomi commerciali differenti. Eccone alcuni.
Silestone®
È un prodotto quasi del tutto naturale, formato da quarzi e sabbie con minima presenza di resina. La principale caratteristica è la presenza di speciali sostanze al suo interno che contrastano la formazione e la proliferazione di batteri e germi. Silestone è inoltre antistatico, resistente all’abrasione, alle scalfitture e all’attacco di sostanze chimiche. Per contro è costoso. Si pulisce con un panno umido imbevuto di normale detergente; saltuariamente è consentito l’uso di anticalcare.
Okite
A base di quarzo, resine e pigmenti, è prodotto in vari colori. Essendo poco poroso, evita la penetrazione dei liquidi e non assorbe odori. Resiste alle macchie, anche di limone e di aceto ed è refrattario a graffi, abrasioni, tagli, urti e rotture. Per la pulizia richiede solo l’uso di una spugna imbevuta di detersivo liquido. Come tutti i prodotti compositi, i costi sono superiori a quelli per esempio dei laminati.
Top in cemento
In cucina viene utilizzato sempre più frequentemente per i piani di lavoro, grazie alla sua resistenza e alla durata nel tempo, oltre che all’estetica industriale. Ovviamente non si tratta della medesima materia prima che si troverebbe in un cantiere edile, ma di prodotti sempre più raffinati, setosi e morbidi al tatto, dalle sofisticate sfumature cromatiche. Merito delle nuove mescole e delle tecniche produttive, che danno risultati alleggeriti, anche con spessori elevati, e superfici lisce trattate per resistere all’utilizzo quotidiano. Ultimamente si stanno diffondendo anche i cosiddetti eco-cementi, malte applicabili sia in orizzontale sia in verticale in strati ridottissimi (solo pochi millimetri) su diversi supporti: a base di materie prime naturali atossiche mantengono l’effetto materico del cemento guadagnando in versatilità e leggerezza.
Piano di lavoro in miscele di ceramica e gres porcellanato
Ottenute con processi produttivi ad alta tecnologia ed ecologici, sono molto resistenti agli urti, alle macchie e spesso sono antibatterici. Altamente resistente agli urti, inalterabile al calore e inattaccabile dagli acidi e dai solventi, è anche estremamente compatto (“greificato”) e perciò impermeabile all’acqua e alle macchie. È ottenuto mediante l’impasto di materie prime selezionate (argille, sabbie quarzifere e feldspatiche) cui vengono aggiunti pigmenti a base di ossidi metallici. Viene prodotto per pressatura e cotto a una temperatura di 1.200 °C. Per i piani di lavoro si utilizzano lastre di maxi formato (100 x 300 cm e oltre) e di spessore sottilissimo (3-3,5 mm). Il materiale può essere facilmente tagliato, sagomato e forato. Ha un aspetto monolotico; eventuali giunture sono invisibili. Si pulisce facilmente e non richiede manutenzione.
Top in “pietra evoluta”: i ricomposti o agglomerati
Sono identiche nell’aspetto ai materiali originali, quali il quarzo, il marmo e il granito, da cui derivano. ma vantano proprietà tecniche superiori. Più che di un materiale, si tratta di una famiglia di prodotti chiamati anche engineered stones o pietre tecniche: la loro principale caratteristica è quella di riprodurre i materiali di cava tradizionali, senza quei difetti che ne scoraggiano l’uso in un ambiente sottoposto al contatto con il calore, alle macchie, e a sostanze chimiche, come quello della cucina. Le formulazioni sono spesso brevettate, perciò i prodotti, anche se con caratteristiche simili, vengono commercializzati con nomi diversi. In comune hanno il fatto di essere ricavati da marmo, quarzo o granito, che vengono poi frantumati e ridotti in polveri. ueste vengono “legate” tra loro tramite speciali resine (in percentuale variabile). A seconda del prodotto, possono essere aggiunti pigmenti, additivi, polimerio altre sostanze con proprietà antibatteriche. Generalmente la produzione avviene tramite “vibrocompattazione sottovuoto“: la massa ottenuta è inserita in una cassaforma, poi compattata sottovuoto tramite una pressa. Dopo un periodo di invecchiamento, viene lavorata come se fosse una lastra in pietra naturale. Offrono molti vantaggi: resistenza alle macchie, alle sostanze aggressive (acido citrico e comuni detergenti), al calore e all’abrasione. Sono facili da pulire e non richiedono particolari attenzioni nella manutenzione.
Acrilici, i solid surface: multiformi, a prova d’uso
Sono riuniti sotto questo nome materiali a base di minerali e resine acriliche. Termoplastici, possono assumere qualunque forma. Si tratta di un materiale composito, formato da tri-idrato di alluminio e resina con aggiunta di pigmenti colorati, utilizzabile per realizzare superfici sia piane sia curve. Estremamente duttile, può essere prodotto in fogli o colato in appositi stampi, per realizzare anche piani di lavoro con il lavello completamente integrato. Molto compatto, è privo di porosità, igienico, resistente al calore e agli urti e si lava facilmente. Il suo più grande vantaggio è quello di essere ripristinabile: può infatti recuperare l’aspetto originale grazie a un normale detergente abrasivo delicato e una spugnetta.
Gli acrilici infine, resistenti a urti e abrasioni, igienici e durevoli, consentono di realizzare piani in una vastissima gamma di colori, di tutte le dimensioni e con giunture invisibili. Il più noto e collaudato tra tutti gli acrilici è il Corian®, composto da una speciale forma di alluminio e resina acrilica, oltre a pigmenti e ingredienti brevettati. Può assumere qualunque forma, perciò è adatto per superfici sia piane sia curve. Viene utilizzato anche per realizzare intere cucine. Le prestazioni tecniche sono elevate: è resistente all’abrasione e all’usura ed essendo uniforme in tutto lo spessore non è poroso, di conseguenza è anche igienico. Non assorbe, infatti, né odori né sapori. Altro vantaggio: in caso di assemblaggio eventuali giunture sono impercettibili. Se danneggiato, si può ripristinare. Si pulisce con acqua, detergente e panno morbido. Il piano in Corian® ha lo svantaggio di incidere notevolmente sul prezzo finale della cucina.
Pesi (e misure) over del piano di lavoro
Per problemi di movimentazione, soprattutto nel caso di lastre molto pesanti o troppo grandi per entrare nella stanza, esistono dimensioni che non si possono superare. Per questo, i produttori hanno sviluppato tecniche per unire i top in modo quasi invisibile. Quelli in acciaio, solid surface e quarzi sono saldabili in loco con resine a rapida essiccazione o con speciali incastri, che coprono quasi del tutto le giunture. Indicativamente, le misure massime sono di 5 m per i quarzi; 4 per i laminati; 3 per il Fenix; 3,3 per l’acciaio inox e 2,25 per marmi e granito.
Lo spessore interno del piano di lavoro
I piani di lavoro a tutta massa sono uniformi all’interno del loro spessore (e quindi “pieni”). Tra questi, il gres porcellanato, le pietre e i materiali compositi. In quelli rivestiti, si distingue, invece, un elemento di supporto, che dà forma e solidità al piano, e uno che copre e protegge l’interno. Il top in laminato, per esempio, prevede un pannello di supporto in particelle di legno, rivestito da un foglio di carta melaminica a forte spessore (Hpl), che ne protegge l’interno dai fattori usuranti come il vapore. È invece cavo il piano in acciaio inox, costituito da lamiere di acciaio che vengono modellate nella forma desiderata.