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Mai come in questi anni, c’è stata una riscoperta dell’arte culinaria, sia dal punto di vista dell’attenzione alle materie prime (i consumatori sono sempre più attenti e consapevoli), sia della soddisfazione nel cimentarsi in preparazioni elaborate. Allo stesso tempo, i ritmi di vita impongono la scelta di soluzioni pratiche e di elettrodomestici performanti. A partire dal “trio” piano cottura – cappa – forno. Ma quali tipologie scegliere e come organizzarli bene nell’area di lavoro?
L’isola al centro della cucina Volare di Aran Cucine, con basi in LPL Pegaso Cordiale D4992 SKIN, ospita la zona cottura a induzione. Nel top in gres Pietra piasentina Grigio naturale sono integrati anche la cappa “down-draft” e un set di contenitori per utensili ed erbe aromatiche. http://www.arancucine.it
Come progettare la zona cottura in cucina
Per poter lavorare bene in cucina, si deve progettare la zona cottura ragionando per priorità: quest’area, tradizionalmente formata da fornello, cappa e forno, va organizzata non solo in base allo spazio a disposizione, ma privilegiando le specifiche esigenze, il tipo di utilizzo che se ne deve fare, le abitudini e gli stili di vita. Senza dimenticare il design o trascurare fattori imprescindibili, quali funzionalità ed ergonomia.
Se è vero, come dicono molti esperti, che la regola del “triangolo di lavoro” è ormai superata, non per questo viene meno l’esigenza di lavorare comodamente. In passato si dava per scontato che ci fosse una sola persona a occuparsi del lavoro in cucina. Oggi non è raro condividere questa passione con altri familiari. Se lo spazio non manca, si potranno prevedere due zone di lavoro (magari una nascosta in un armadio) e/o due zone lavaggio.
È importante inoltre ridurre le dispersioni, accorciando le distanze e di conseguenza velocizzando tutte le operazioni. Per questo, vicino alla zona cottura, anche se è in un’isola o in una penisola, occorre tenere a portata di mano le attrezzature di utilizzo quotidiano. Ideali cassetti e cestoni, boiserie attrezzate e alzate sul top.
Piano cottura: quanto spazio occorre?
Indipendentemente dal tipo di funzionamento – a gas o a induzione -, i piani cottura standard sono larghi fino a 75 cm circa (in questo caso sono a 5 fuochi) e si installano nelle classiche basi da 60 cm. Se si è disposti a sacrificare un po’ più di spazio sul piano di lavoro, è anche possibile creare composizioni personalizzate di apparecchi mini di diversa tipologia (bruciatore a gas, piastra a induzione, wok, teppanyaki… ), conteggiando almeno 30 cm per ciascuno (sono conosciuti anche come piani cottura “domino”).
Il forno: in alto o in basso?
Oggi il forno può essere considerato un jolly, che può stare indifferentemente nello stesso blocco con il piano cottura oppure distante (ma non troppo), in un’armadiatura. Tradizionalmente veniva installato sotto i fuochi, incassato all’interno della stessa base. Oggi, invece, si preferisce collocarlo a colonna, ad altezza di sguardo. Il vantaggio? Non occorre piegarsi per introdurre, controllare ed estrarre le pietanze.
Come illuminare la zona cottura
L‘illuminazione della zona cottura è fondamentale e – in particolare se la cucina è aperta sul soggiorno o ospita la zona pranzo – deve essere progettata tenendo conto di tutte le sorgenti luminose presenti nell’ambiente, a partire dalla luce della cappa fino a quella di eventuali barre sottopensile. Se i fuochi si trovano a centro stanza, per esempio nell’isola o nella penisola, si ottiene un bell’effetto con i modelli “lampadario”.
Foto cucine con zona cottura su isola, penisola, a parete
DOVE COLLOCARE LA ZONA COTTURA IN CUCINA?
A seconda della pianta della cucina, possono essere preferibili diverse tipologie di composizione e con differente sviluppo.
- ZONA COTTURA SULL’ISOLA (CON DUE PROGETTI)
- ZONA COTTURA SULLA PENISOLA
- ZONA COTTURA SU UNA PARETE
1. ZONA COTTURA SULL’ISOLA
Trasformare la vecchia cucina lineare in una moderna composizione con la zona cottura sull’isola: è il sogno di tanti, ma non sempre possibile. Per ragioni di spazio, ma anche di impianti. Ma non disperiamo: tranne nel caso in cui la cucina sia davvero mini, è possibile ottenere questo risultato facendo delle scelte. Come abbiamo detto, un problema è quello degli impianti. Che però si può risolvere realizzando una pedana per il passaggio dei tubi del gas e dei cavi elettrici. Per quanto riguarda la cappa, invece, il collegamento alla canna fumaria può non essere semplicissimo (la cappa stessa, poi, può risultare ingombrante).
Per risolvere, insieme, il problema del gas e quello dell’espulsione dei fumi di cottura, una soluzione è quella di progettare la zona cottura con una piastra a induzione dotata di sistema di aspirazione integrato. Come nel progetto che vi presentiamo in questo post, il piano cottura e la cappa saranno in questo modo completamente mimetizzati nel top, la cui superficie di lavoro potrà essere sfruttata al massimo. L’ambiente – che si tratti di una cucina separata o a vista sul soggiorno – risulterà anche più arioso.
Come risolvere, invece, la zona pranzo? Nel caso preso in esame, dato lo spazio ridotto, si è deciso di rinunciare a una soluzione tradizionale, preferendo un piano snack collegato al bancone. Il tavolo esistente è stato invece spostato in soggiorno. In alternativa, se qui non c’è abbastanza spazio, se ne può acquistare uno più piccolo, allungabile o trasformabile.
Progetto 1, prima e dopo: isola con zona cottura mimetizzata e cappa integrata
Nell’appartamento di una giovane coppia, la cucina era indipendente dal soggiorno. Il desiderio era quello di avere una zona operativa più ampia, magari sacrificando il tavolo da pranzo, sovradimensionato rispetto alle necessità.
Ora, il nuovo bancone a isola integra un piano snack che sostituisce il vecchio tavolo da pranzo, troppo grande per le esigenze quotidiane di due persone e che viene ora spostato nel living, separato dalla cucina. Per evitare di installare una cappa aspirante tradizionale, da collegare alla canna fumaria (con lavori sulle murature e sul soffitto) si è scelto un piano cottura a induzione che integra un sistema aspirante dal basso.
Nella composizione a parete vengono inserite la lavastoviglie, un lavello più grande su una base di 90 cm e scambiate le posizioni di frigorifero e forno.
Gli elettrodomestici per la zona cottura
Il piano aspirante è la soluzione qui proposta. Si tratta di un piano cottura a induzione che è anche cappa, ma con una particolarità: l’aria è aspirata non verso l’alto ma verso il basso da un apparecchio collocato al centro sul lato corto oppure sul lato lungo del piano cottura. A vista, risulta solo una griglia. Fumi e vapori di cottura vengono convogliati all’esterno attraverso un canale collegato al foro posto alla base del piano oppure, se il sistema è filtrante, l’aria viene purificata e poi reimmessa nell’ambiente attraverso apposite griglie sotto le ante dei mobili, sulla mascherina di rialzo, collegate alla cappa tramite un condotto. Per la presenza del dispositivo di aspirazione, il piano ha un’altezza di incasso maggiore dello standard, in genere di 20 cm, che non permette di inserire il forno al di sotto. Inoltre, nella versione a 4 zone, ha una larghezza superiore ai 60 cm. Esistono poi modelli con la cappa sul lato lungo del piano, a saliscendi o con alette apribili: l’uso ottimale si ha in cucine con piano di lavoro profondo almeno 90 cm, come spesso avviene proprio per l’isola. I filtri del piano aspirante possono essere estratti dalla griglia e messi in lavastoviglie. L’interno può essere pulito, completamente in sicurezza. Una speciale valvola consente di scaricare eventuali liquidi versati.
Progetto 2, prima e dopo: cucina a vista con isola-cottura al centro
In questo caso cucina e soggiorno erano prima ambienti indipendenti (vedi qui sotto), separati da un tramezzo e disposti vicino a un ingresso secondario. La distribuzione degli ambienti era poco funzionale, a causa del ripostiglio sovradimensionato e di un patio poco utilizzato.
Per integrare la cucina nella zona giorno viene annesso il patio, eliminato il ripostiglio e demolita la parete divisoria. La grande isola ospita la parte operativa, in cui ampio spazio viene dedicato alla zona cottura, all’area lavaggio e a quella di lavoro. Il bancone è rivolto verso il living, affinché la preparazione dei cibi possa coinvolgere gli ospiti, in convivialità.
Nelle due nicchie vengono ospitate le colonne tecniche, dedicate agli altri elettrodomestici (forni, frigorifero e congelatore) e alla dispensa. Un armadio accoglie i servizi di piatti e gli utensili.
In una cucina “da chef” deve essere possibile affrontare ogni genere di ricetta, perciò la zona cottura è stata attrezzata con un piano ibrido, con piastre a induzione affiancate da un bruciatore a gas. C’è spazio anche per un lavello a doppia vasca.
Qual è il piano cottura migliore per un’isola?
Meglio il piano cottura a gas o a induzione? Nei numerosi programmi televisivi in cui sono protagonisti gli chef, spesso il piano cottura, anche per ragioni pratiche e di sicurezza, è a induzione. Questo sistema innovativo ha tra i principali vantaggi l’alta efficienza energetica: il calore viene trasmesso laddove serve (sotto la pentola), senza dispersioni e con assoluta precisione. Sono però necessarie pentole con il fondo ferroso o in acciaio; lo chef dovrà perciò rinunciare a utilizzare padelle in rame, alluminio e terracotta, talvolta suggerite per alcuni tipi di ricette. I piani a gas, soprattutto in Italia dove il costo dell’elettricità è alto, non sono affatto superati. Al contrario, sono perfetti per certi tipi di cottura, come quella alla fiamma. Una soluzione di compromesso tra i due tipi di fornelli è il piano ibrido, con zone cottura a induzione e almeno una a gas, con bruciatore ad alta efficienza. E la cappa? Per chi, come uno chef, cucina tanto (e a maggior ragione se uno dei fuochi è a gas), serve un modello aspirante, collegato a una canna fumaria.
Isola con grande zona cottura e area lavaggio
Superattrezzata, è il sogno di chi nutre una vera passione per la cucina e ama condividere il momento della preparazione. Richiede spazio, non può in genere essere inserita in una tradizionale cucina separata. Può essere però prevista anche in un soggiorno cucina di dimensioni “normali”, e diventarne così il cuore operativo e conviviale.
Libertà di movimento e possibilità di lavorare rivolgendosi ad altre persone sono le principali caratteristiche della zona cottura sull’isola. La distanza dalle pareti richiede una progettazione attenta, soprattutto quando, dovendo rinnovare i mobili della cucina, si intende cambiare sia il tipo di piano cottura, sia la sua collocazione.
Occorre perciò decidere prima l’esatta disposizione dell’isola nell’ambiente. Per evitare grossi interventi murari, la soluzione più pratica è la costruzione di una pedana in cui collocare gli impianti (idrico, elettrico ed eventualmente del gas) e di un controsoffitto, per la cappa.
Per le prese degli elettrodomestici sarà utile prevedere delle “torrette” a scomparsa e barre a led sul bancone per illuminare efficacemente il top.
Tutta la zona operativa è ospitata sull’isola, che offre anche un’ampia superficie di lavoro e un piccolo piano snack. Il bancone è coronato da cappa e pensile con vani portaoggetti. L’isola della cucina Mia by Carlo Cracco di Scavolini in acciaio scuro, ha il top in acciaio inox (H 5 cm) e piano snack in gres Ceppo di Grè (H 3 cm). Di fianco, gli armadi per contenere piccoli elettrodomestici hanno ante a libro con telaio in alluminio, finitura acciaio scuro e vetri stopsol chiaro. Prezzo da rivenditore. http://www.scavolini.com
Anche se a vista sul soggiorno, l’isola può nascondere elettrodomestici, come il forno o la lavastoviglie, incassati nelle sue basi. Per quanto riguarda lavello e fuochi, oltre alle soluzioni filotop, si possono prevedere dei piani scorrevoli che coprono, all’occorrenza, la zona operativa. Soluzioni che permettono di aumentare la superficie di lavoro quando gli elementi sottostanti non sono utilizzati.
Immagina Mathera di Cucine Lube ha basi e top Mathera Gipso Rosso, pensili e colonne in Marrone Ramato finitura Opaca Spazzolata, base snack e boiserie in White Yule. L’isola operativa è double face: verso il living, basi con ante in vetro fumé trasparente e telaio in titanio. http://www.cucinelube.it
Kali di Arredo3 ha basi in finitura pet riciclato Stromboli e colonne in laminato metal light. L’alzata attrezzata in alluminio 100% riciclabile, sul top in ceramica Iris dark Marquinia, permette di avere utensili e accessori sempre pronti per essere usati. wwwarredo3.it
La cucina Lounge di Veneta Cucine è in abete ossidato (isola e pensile sopra lavello) e laccato metallo liquido bronzo (colonne, pensili sopracolonna ed elementi living). Il top e lo schienale della zona lavaggio sono in quarzo. http://www.venetacucine.com
Il piano di lavoro più è ampio, più è comodo: qui è interrotto solo dalla piastra a induzione con sistema aspirante integrato. I moduli sospesi e bifacciali definiscono la zona operativa, mantenendola in continuità con il living. http://www.venetacucine.com
ZONA COTTURA SULLA PENISOLA
Perfetta per definire gli spazi, la penisola “operativa”, che ospita cioè il piano cottura, offre molti dei vantaggi dell’isola, ma richiede minori interventi murari e sugli impianti. Per assicurare l’ergonomia mentre si lavora, se la zona cottura è collocata sul bancone, l’area lavaggio dovrebbe stare sul lato adiacente (quindi perpendicolare), separata da una porzione di piano di lavoro. Questo genere di disposizione è ancora più fruibile se nello stesso ambiente viene inserito anche un tavolo da pranzo. Nel caso di una composizione a U, se l’ambiente non è molto grande, occorre fare in modo che lo spazio risulti agevole per i movimenti (l’ideale sarebbero 2 metri). Al contrario, se la superficie abbonda, è consigliabile, per comodità, che il “triangolo di lavoro” sia raggruppato nella parte inferiore della U.
Progetto 3: zona a cottura a penisola che delimita l’ingresso
La vecchia cucina (vedi qui sotto) non sfruttava al meglio lo spazio a disposizione. Il piano cottura, inoltre, si trovava in una posizione sfavorevole: troppo vicino sia al lavello, sia alla base angolare. Nella parte sottostante, in aggiunta, era incassato il forno. Nel complesso, la superficie di lavoro era carente e mancava la lavastoviglie.
Durante i lavori la cucina viene ampliata con l’inserimento di una penisola, che crea anche una separazione dall’ingresso, delimitando, senza però chiudere, la zona operativa. La composizione si arricchisce di nuovi elementi: un piano cottura a gas più ampio, una cappa a soffitto, la lavastoviglie e una colonna forno/dispensa. Il tavolo, disposto ora parallelo al divano, fa da ponte tra cucina e soggiorno.
L’aggiunta dei moduli della penisola consente di installare un piano cottura a profondità ridotta, con 4 fuochi disposti in orizzontale. La nuova cappa a isola viene collegata al foro esistente per l’aspirazione. Le canalizzazioni e l’impianto di illuminazione con faretti incassati sono nascosti nel controsoffitto, che così definisce la cucina nel living. La lavastoviglie viene inserita accanto al lavello, vicino agli attacchi idrici e allo scarico. Il forno è ora posizionato in una colonna, separata dal frigocongelatore da un armadio a cestelli estraibili. La suddivisione del living in zone funzionali – cucina, zona pranzo e area conversazione – è favorita dalla pianta rettangolare e dalla posizione delle finestre, che offrono l’illuminazione ideale per ciascuna.
Gli elettrodomestici
Il piano cottura a gas è la soluzione proposta in questo progetto. Si tratta della tipologia ancora più diffusa, grazie alla facilità d’uso e di regolazione, che avviene in modo istantaneo. Va considerato sicuro perché, per legge, deve essere dotato del dispositivo di sorveglianza di fiamma (termocoppia), o che interrompe l’erogazione del gas in mancanza di fiamma. È dotato di bruciatori, detti “fuochi”, di diverse potenze: più bassa quella degli “ausiliari”, più alta quella dei “rapidi” e degli “ultrarapidi”. Bruciatori speciali sono quelli a doppia, tripla e quadrupla “corona” (i cerchi intorno alla fiamma), e quelli a fiamma verticale, più efficienti e dai consumi ridotti. Come in questo progetto, il fornello a gas deve essere abbinato a una cappa di tipo aspirante (o in alternativa una filtrante abbinata a un elettroventilatore). Se il collegamento alla canna fumaria è complicato o non si vuole il condotto a vista, la soluzione più semplice è la realizzazione di un controsoffitto in cui inserire un particolare modello di cappa da incasso, che così risulterà completamente mimetizzata.
Organizzata su 3 lati, Lounge di Veneta Cucine è in Laccato opaco Grigio Opaco. Il piano della penisola è in Noce Nodoso. La cappa up&down, che scompare nel top quando non utilizzata, si mimetizza nella zona cottura insieme al piano a induzione. http://www.venetacucine.com
Il colore dominante di Dandy Plus di Scavolini è il Bianco Prestige di maniglie e ante, affiancato all’effetto marmo del top in gres Abitum Calacatta Delicato (H 1,2 cm). Accanto al piano cottura, la Task Bar in alluminio con l’assistente vocale Alexa e lo slot rotondo che ospita funzioni smart, tra cui le porte USB. http://www.scavolini.com
Traccia di Febal Casa ha basi, colonne e vani a giorno daily in Laccato opaco Grigio Città, top in Laminam pietra piasentina taupe e piano snack in rovere tabacco. La penisola, coronata da una cappa fissata a soffitto, ospita zona cottura e piano snack e divide dal soggiorno favorendo la convivialità. http://www.febalcasa.com
ZONA COTTURA A PARETE
Prima della diffusione di isole e penisole, la zona cottura delle cucine si sviluppava generalmente lungo una parete. E ancora oggi è una situazione molto diffusa, anche per ragioni di spazio (è adatta sia per piccoli che per grandi ambienti). Ma non solo: è anche una soluzione ideale per le cucine a vista sul soggiorno.
Quando la cucina è risolta in un unico blocco lineare, necessariamente la zona cottura – costituita dalla coppia fornello + cappa – è collocata contro la parete a sé stante, così da avere libera una parte di top, o affiancata all’area lavaggio. A differenza della zona cottura sull’isola o sulla penisola, questo tipo di disposizione è meno complessa dal punto di vista impiantistico, anche quando si tratta di cambiare la posizione dei mobili e/o di sostituire il piano cottura, passando, per esempio, dal gas all’induzione.
La composizione ga doppia profondità con blocco cottura e lavello in linea. Lab di Arrex Le Cucine ha basi in legno di recupero Old Oak Petrolio con venature rosso scuro, colonne e pensili finitura effetto ossidato Oxide Mattone. Piano e alzata sono in laminato Dark Stone 083. Le zone funzionali sono organizzate in linea, sufficientemente distanziate per lavorare bene. Di fronte, rimane tutto lo spazio per un’ampia area conviviale. http://www.arrex.it
La composizione a parete ha piano cottura e lavello vicini. Kaya della Linea Art di Stosa Cucine è realizzata con scocche e ante certificate FSC®, attestazione trasparente della provenienza del legno da fonti correttamente gestite. Le ante sono inoltre certificate Carb P2, cioè ricavate da pannelli a bassissimo contenuto di formaldeide, in nobilitato opaco Matt chic, colore Brio. L’uso equilibrato del colore rende la composizione dinamica, adatta per un pubblico giovane, ormai sempre attento anche alla sostenibilità. http://www.stosacucine.com
La zona cottura è evidenziata dal top effetto marmo e cappa a camino. La cappa a camino e le ante a telaio rivelano la cifra classica della cucina, dotata però di praticità moderna. In legno massello Denim, Tabià di Scandola Mobili ha pensili in alluminio e vetro fumé, in contrasto con lo schienale effetto cemento. Il top è in laminato hpl effetto marmo Calacatta, la cappa è rivestita in Ecocemento Fumo. http://www.scandolamobili.it
La scelta degli elettrodomestici
Il piano cottura a induzione è adatto sia per le nuove installazioni, sia per le sostituzioni. È però sconsigliato l’incasso nella base con il forno, a meno di prevedere un’adeguata intercapedine tra i due elettrodomestici. Tanti i vantaggi: rendimento energetico elevato, tempi di cottura brevi, cottura uniforme, regolazione della temperatura di cottura, programmi speciali, sicurezza d’uso e facilità di pulizia. I modelli più innovativi hanno zone “flessibili” (ospitano anche più di un tegame per volta) e/o “bridge” (due piastre adiacenti possono unirsi per ospitare pentole grandi). Anche se consigliabile, per questi piani non c’è l’obbligo di espellere i fumi tramite una cappa aspirante (nel progetto qui sopra è stata comunque installata perché facilmente collegabile alla canna fumaria), salvo il fatto che i regolamenti locali lo prevedano.
Le nuove cappe per purificare l’aria in cucina
Pur conservando la loro funzione principale, cioè espellere i fumi di combustione e i vapori di cottura, le cappe sono sempre più elementi d’arredo. Il tipo aspirante è obbligatorio se il piano cottura è a gas, ma è consigliabile prevedere la cappa anche con quello a induzione per eliminare la condensa.
Piani a induzione ad alta efficienza
Hi-tech, richiedono alimentazione elettrica, ma per funzionare sfruttano un campo magnetico. Ciò si traduce in una maggiore efficienza: per far bollire 2 litri d’acqua bastano poco più di 3 minuti, la metà rispetto al gas. sono spesso “flessibili”: è possibile unire due aree di cottura oppure utilizzare l’intera superficie a piacimento
Piani cottura a gas, pratici e facili da usare
Abbastanza economici, sono soprattutto intuitivi e regolabili utilizzando le manopole. Permettono ogni genere di cottura, anche “alla fiamma”. rispetto al passato, i modelli attuali hanno spesso speciali bruciatori ad alta efficienza, come quelli per il wok, in cui il calore è diretto in modo specifico alla pentola.
Forni multifunzione
In aggiunta alle funzioni tradizionali, nei nuovi modelli quasi tutti i brand prevedono anche quella a vapore, regolabile in alcuni modelli e spesso associata alla “bassa temperatura” per poter cuocere anche sottovuoto. Ulteriori vantaggi sono la facilità di pulizia e, pur nelle misure standard, la maggiore capacità.