La cucina è un ambiente a sé stante di 7 mq, attrezzato su lati paralleli e con penisola + bancone snack. Lo spazio sotto la finestra non viene utilizzato. Adiacenti, un piccolo bagno e il soggiorno dell’appartamento. Qui sotto vedete come era la pianta della zona giorno. A seguire vi proponiamo due progetti cucina alternativi, uno con cucina separata ma aperta; uno con cucina a vista sul living, che ha comportato maggiori lavori, persino un aumento di volumetria.
Due progetti cucina alternativi
1° soluzione: cucina separata ma aperta, sfruttando anche il sottofinestra
Nel primo dei progetti cucina proposti, il locale mantiene il taglio tradizionale ma viene aperto sul living. Acquista così maggiore respiro e può essere meglio attrezzata. La composizione adottata utilizza bene il locale sfruttando anche il sottofinestra.
Le proporzioni sono tutto. Anche se rettangolare, la stanza ha dimensioni tali da consentire una composizione a U, per la quale serve una larghezza di almeno 240 cm. Il vantaggio è doppio: si riesce a concentrare in modo ergonomico la parte operativa e si ricava lo spazio per aggiungere una comoda zona pranzo.
Poche modifiche, low budget
Il progetto si basa su lievi interventi murari che permettono di raggiungere l’obiettivo contenendo i costi. Si demoliscono le spallette del vano porta in cucina, ampliando il passaggio verso il soggiorno. Con la cucina aperta si rende obbligatorio disimpegnare il bagno con un locale intermedio: quello esistente viene diviso in due ricavando un antibagno. Seppure ora formino un tutt’uno, gli interni della zona giorno restano comunque disegnati in modo tale da poter godere comunque di una certa separazione, pur senza presenza di porte. Il blocco centrale dei servizi è infatti in una posizione strategica di divisione.
Più relooking che ristrutturazione, ma il permesso ci vuole
Pur trattandosi di una risistemazione della cucina che coinvolge soprattutto l’arredamento, il progetto richiede un titolo abilitativo. Poiché, infatti, viene eliminata una porta, le stanze risultano modificate nelle loro dimensioni, con conseguente variazione dei rapporti aeroilluminanti. Ecco perché, per poter realizzare questa soluzione, è necessario presentare in Comune una pratica edilizia stilata da un tecnico abilitato (geometra, architetto o ingegnere), con la quale dimostrare come l’intervento rispetti le norme previste dal Regolamento edilizio locale. Solitamente serve una Cila (Comunicazione di inizio lavori asseverata): un iter burocratico con tempi comunque veloci perché i lavori possono iniziare subito. Inoltre non vi sono oneri da corrispondere al Comune.
2° soluzione con aumento di volumetria: il patio diventa stanza da pranzo
Qui la cucina si trasforma. Raddoppia e diventa un openspace che integra una parte di nuova annessione alla casa, grazie alla quale viene
allestita una scenografica zona pranzo. L’intero spazio diventa così contemporaneo e multifunzione.
La penisola è l’elemento chiave della soluzione. Grazie al modulo che ospita la zona di preparazione dei cibi, la cucina integrata nel nuovo living è ora un ambiente vivo, conviviale e più sfruttabile.
Il volume in più
In questa soluzione i lavori sono abbastanza impegnativi, ma il risultato ripaga gli sforzi. È necessario demolire uno dei muri esterni della casa, per connettere alla cucina il volume aggiunto (l’ex patio, che è stato chiuso con una vetrata a tenuta) e ottenere un ambiente unico. Eliminata la porta del locale, occorre dividere il bagno per realizzare un antibagno.
Openspace funzionale
La nuova conformazione degli interni, merito delle modifiche in cucina, risponde meglio alle nuove esigenze domestiche. Gli spazi sono sfruttati bene senza necessità di ricorrere a soluzioni su misura, che hanno costi maggiori rispetto a sistemi modulari di produzione, o a mobili trasformabili, non a tutti graditi.
Il progetto aumenta il volume della casa: ma quando si può?
È una possibilità ancora consentita in alcuni Comuni del territorio italiano, grazie al cosiddetto Piano Casa, un provvedimento che è disciplinato da leggi regionali. Trattandosi di un edificio unifamiliare qui l’intervento è semplificato, ma abbastanza costoso. Per contro, incrementa l’agibilità e la gradevolezza dell’abitazione, facendone innalzare anche il valore commerciale. Le modifiche all’interno che la soluzione presenta sono invece considerabili di routine, tenendo conto che il lavoro più intenso si limita agli impianti, che vengono traslati da una parete all’altra e fatti proseguire all’interno della base a penisola.