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Scondo l’Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane, in Italia le persone con disabilità sono circa 4 milioni 360 mila (di cui quasi la metà con età superiore a 65 anni) e quelle con difficoltà motorie rappresentano la maggioranza. Eppure, malgrado l’entità dei numeri, il nostro Paese non è esattamente a misura di persona diversamente abile, come sottolineato più volte dalle Nazioni Unite negli ultimi anni: l’insufficienza dei fondi erogati e la forte presenza di barriere architettoniche sono, infatti, decisamente penalizzanti. Da questi dati emerge quanto il tema dell’accessibilità sia una vera e propria emergenza da affrontare, affinché beni e servizi diventino fruibili da tutti. Il problema non riguarda solo l’urbanistica e le infrastrutture a livello urbano, ma comprende anche la sfera del quotidiano domestico. Muoversi e utilizzare al meglio gli interni della propria abitazione deve essere un diritto per tutti. Al riguardo molte aziende in questi ultimi anni stanno sviluppando una maggior sensibilità e l’arredamento della cucina ne è un buon esempio.
In un progetto di semplificazione delle attività domestiche quotidiane, la tecnologia e in particolare la domotica consentono di organizzare ambienti smart con funzioni che si attivano automaticamente, con elementi che magari si possono spostare premendo un tasto.
Progettare una cucina per disabili
Lo spazio per cucinare va circoscritto in un’area contenuta, per ridurre gli spostamenti. Ecco perché alle composizioni lineari talvolta sono preferibili quelle centrali. Ma ciò che conta davvero è l’arredamento, che va studiato caso per caso, a partire da nozioni standard, sempre valide
Universal design in 7 punti
Con il termine Universal Design, introdotto nel 1985 dall’architetto Ronald M. Mace, si fa riferimento a una metodologia di progettazione di ambienti e prodotti con caratteristiche estetiche e di fruibilità per tutti. Tale metodo si basa su sette punti: equità, flessibilità, semplicità, percettibilità, tolleranza per l’errore, contenimento dello sforzo fisico, misure e spazi sufficienti. In Italia, l’Universal Design è stato divulgato anche grazie ad Andrea Stella, alla sua associazione Lo Spirito di Stella (www.lospiritodistella.it) e al suo catamarano – che prende il nome dell’associazione – progettato per accogliere anche persone con disabilità motorie.
Cucina accessibile: per tutti i diversamente uguali
La versatilità e la trasformabilità sono caratteristiche fondamentali per l’arredamento di una cucina accessibile: i cestelli estraibili dai pensili con sistema saliscendi, per esempio, sono molto pratici; come lo sono tutti quegli elementi che si muovono in senso verticale, che permettono una più facile individuazione e presa degli oggetti, oppure in orizzontale, come i piani a scomparsa.
Agevole è poi l’apertura push-pull, ma a qualcuno, invece, può risultare più comoda quella a battente standard. Questo significa che davvero occorre sempre partire dalle specifiche necessità: tutti gli allestimenti domestici devono essere pensati per rispondere alle esigenze peculiari di chi li utilizzerà. Lo ricorda anche Francesca Ungaro, Managing Director di Centaurus Rete Italia (www.centaurusreteitalia.it), capofila di una rete nazionale di aziende che producono sistemi per favorire l’accessibilità.
A seconda delle disabilità
È fondamentale ricordare che le disabilità sono di diverso tipo. Ogni caso richiede quindi un progetto dedicato affinché si possa raggiungere il comfort.
Per una persona ipovedente avere basi e pensili con ante che si aprono a 180° vuol dire evitare un pericoloso ostacolo. Per un disabile con problemi di deficit muscolare avere i cestoni che si aprono elettricamente solo sfiorandoli significa poter accedere più facilmente ai contenuti.
Per un disabile costretto in carrozzina, i pensili che si abbassano e si spostano in avanti sono un prezioso aiuto. Per una persona impossibilitata a piegarsi, lavastoviglie e forno posizionati a 30/40/50 cm da terra diventano facilmente utilizzabili.
Le misure di cui tenere conto per una cucina per disabili
- 70 cm: spazio libero che va lasciato sotto i piani di lavoro (perlomeno sotto il lavello e il piano cottura).
Se lo spazio lo consente, si può optare per top sufficientemente sporgenti, oppure per quelli estraibili - 75-80 cm da terra: altezza del piano di lavoro
- 40-110 cm: altezza minima e massima generalmente raggiungibili
- 150 x 150 cm: spazio per un’agile rotazione della carrozzina
(Tratto da: http://www.disabili.com) - 20 cm: altezza minima dello zoccolo rientrante
- 150 cm: distanza minima tra due elementi posti di fronte
- 90-110 cm: altezza alla quale posizionare prese e interruttori
(Tratto da: http://www.cucineperdisabili.it)
La cucina diventa terapia – l’iniziativa “So-stare con me”
Stare ai fornelli oggi è anche un piacere e una moda, non solo una necessità quotidiana. Ma può avere anche una funzione educativa e terapeutica, aiutando chi ha difficoltà ad apprendere la manualità, attraverso la preparazione di una pietanza. Un’eccellente iniziativa è “So-stare con me”, patrocinata dall’Ente di Formazione InChiostro (Inchiostro Cooperativa, http://www.inchiostrosoncino.it, http://www.facebook.com/sostareconme), a Soncino, in provincia di Cremona.
L’ente promuove due corsi: preparazione pasti e sala e bar. «Il nostro percorso – racconta Laura Sivalli, coordinatrice del Percorso Personalizzato Disabili – mette al centro l’autonomia del ragazzo diversamente abile. Attraverso la cucina, e una metodologia di pedagogia speciale, preparare i cibi diventa un mezzo per rendere i ragazzi più autonomi nella vita e consapevoli delle loro potenzialità specifiche: imparano a “so-stare con se stessi” e con gli altri.
All’interno del centro è stata realizzata una cucina che permette anche a chi si trova sulla sedia a rotelle di avere una postazione adeguata per poter lavorare in autonomia e senza fatica. Nel mese di marzo dello scorso anno è stato inaugurato, proprio vicino al chiostro, un Ristorante Didattico. I ragazzi del percorso So-stare con me, insieme ai ragazzi degli altri percorsi, a turno, possono imparare a interagire con persone sconosciute, rispettare tempi e norme igieniche, oltre a esercitare la pazienza nel servizio ai tavoli».
Cucina disabili: 10 dettagli fondamentali
La cucina illustrata qui sotto è stata progettata su misura per un committente costretto in carrozzina e studiata nei minimi particolari affinché gli spazi fossero accessibili e funzionali. La parola d’ordine è stata, dunque, “personalizzazione”.
- 1 Le basi ai lati di piano cottura e lavello hanno gli zoccoli arretrati in modo da non ostacolare il passaggio dei poggiapiedi della carrozzina.
- 2 La dispensa ha apertura ad ante scorrevoli e consente un’ampia visibilità dell’interno, senza ostacoli o sporgenze che intralcino i movimenti.
- 3 I piani di lavoro sono estraibili e i cassetti a estrazione totale.Entrambi sono pratici e sicuri.
- 4 Congelatore e frigorifero sono elementi separati e indipendenti. Rialzati da terra, sono più comodi.
- 5 Il piano cottura è angolare, così da essere accessibile e agevole da utilizzare da seduti; la posizione consente anche di avere ai lati comode superfici d’appoggio. È a induzione: assicura velocità di cottura, facilità di pulizia e sicurezza. I punti di cottura sono in linea orizzontale per una maggiore praticità. Questo permette anche di ridurre la profondità dell’elettrodomestico e di favorire l’accesso al pensile.
- 6 La cappa si attiva con il telecomando.
- 7 I pensili sono posti a un’altezza comoda per l’utente (tale misura varia a seconda del soggetto).
- 8 Il forno ha apertura a libro, così chi è in carrozzina vi si può avvicinare facilmente. Le griglie interne sono su guide estraibili per facilitare il controllo della cottura (può essere previsto un ulteriore piano estraibile di servizio ai forni).
- 9 Il lavello è vicino alla zona cottura, ma è più basso per essere più accessibile.
- 10 Il tavolo ha un sostegno centrale, invece delle quattro gambe: non intralcia gli spostamenti della carrozzina.
Primo progetto cucina per disabili: puntare sulla modularità
È fondamentale che l’arredamento della cucina consenta di svolgere in autonomia e in sicurezza le quotidiane funzioni domestiche: la tecnologia dà un aiuto concreto. La prima proposta di progetto di arredamento per la cucina (sotto) si basa sulla combinazione di elementi flessibili e versatili. A partire dalla soluzione “basic”, qui illustrata, si possono poi realizzare ambienti personalizzati, adattando la configurazione alle specifiche esigenze dell’utente
L’ambiente cucina proposto qui sotto è pensato per un utente in carrozzina e si pone l’obiettivo di consentire la massima autonomia nello svolgimento di qualsiasi operazione inerente la preparazione dei cibi. Si basa su un sistema di arredo modulare, decisamente flessibile, che permette di prevedere adattamenti e integrazioni soprattutto nei punti chiave operativi della composizione – cottura, lavaggio e contenimento – per personalizzare tali aree e renderle, quindi, accessibili in base alle proprie necessità e alle proprie difficoltà. Questo livello di customizzazione è resa possibile anche grazie ai piani di lavori specifici, in particolare di quelli estraibili, alla posa di meccanismi sali-scendi (che possono essere manuali o automatici) e ai cestelli totalmente estraibili.
La cucina, quindi, prende forma grazie a questa griglia compositiva data dai moduli base che si possono organizzare a piacere e adattare a una stanza con uno sviluppo totale di massimo 3 metri lineari. Anche l’estetica, naturalmente, si può conformare al gusto del committente che ha la possibilità di scegliere tra una varietà di colori e tipologie di finiture quasi “su misura”.
Caratteristiche cucina
- sviluppo totale lineare 300 cm
- blocco lavandino a ridotta profondità
- piano cottura a induzione a 2 punti
- modulo frigorifero H 110 cm
- modulo forno con piano d’appoggio estraibile e cassettone estraibile sottostante
- modulo lavastoviglie
- pensile con struttura interna dotata di saliscendi
- cappa aspirante a comando
- base con cestello estraibile
- torretta con prese elettriche
- base con piani di lavoro estraibili
La possibilità di adattare e integrare le composizioni di serie con elementi specifici e dispositivi di ausilio aumenta la possibilità di scelta dell’utente. Questa seconda soluzione si sviluppa lungo due pareti con una composizione articolata, pensata per una cucina piuttosto ampia. Uno sguardo più attento rivela una serie di particolari ergonomici che la rendono totalmente accessibile e di uso agevole, non solo agli utenti con difficoltà motorie.
Nel progetto illustrato è significativa la ricerca di soluzioni specifiche per la disabilità. In senso verticale, la facilitazione di utilizzo è data dalla possibilità di scegliere l’altezza del piano di lavoro, degli elettrodomestici e dei pensili, nonché la posizione delle maniglie. E persino la dimensione dello zoccolo (in tre diverse misure) che, per non creare ostacoli ai poggiapiedi delle carrozzine, può essere arretrato. Alto 26 cm, per esempio, fa da base agli elettrodomestici e può essere dotato di contenitori estraibili.
I pensili, che normalmente sono collocati a 45/50 cm dal piano di lavoro, possono essere dotati di cestelli sali-scendi per raggiungere l’altezza più comoda. Chi ha difficoltà ad azionare manualmente tale sistema, può scegliere la versione motorizzata, da comandare tramite un interruttore. Anche forno e lavastoviglie sono pensati per garantire la massima accessibilità: possono essere collocati all’altezza desiderata e dotati di apertura laterale più comoda per chi ha difficoltà di movimento. In senso orizzontale, l’accessibilità è garantita dai piani appositamente sagomati e da quelli estraibili.
CARATTERISTICHE:
- piano sagomato sospeso, privo di basi o piedini, che limita gli spostamenti e permette un comodo accesso con sedie a rotelle. Ospita la zona cottura e il lavello contigui. Per sicurezza e comodità, il piano cottura può essere dotato di una griglia ribaltabile che permette di spostare agilmente pentole e contenitori pesanti dal fornello al lavello, e viceversa
- taglieri estraibili da aggiungere sotto il top per aumentare le superfici di lavoro in mancanza di spazio
- armadi e basi attrezzati con cestelli girevoli o estraibili
- cassettiere con ruote
Schemi compositivi insoliti ed elementi d’arredo dalle dimensioni non usuali possono inoltre risultare ergonomici e funzionali per un’utenza vasta. Il terzo progetto è su commissione; è il risultato di un percorso di ricerca del comfort che ha tenuto conto in maniera diretta degli ostacoli e degli impedimenti che una persona diversamente abile si trova ad affrontare negli ambienti progettati secondo le abilità standard.
La composizione proposta è nata per rispondere alle esigenze specifiche di una signora, madre di due figli, che improvvisamente si è ritrovata costretta in carrozzina. A partire dalle numerose difficoltà che la cliente si è trovata a incontrare nella sua solita cucina – praticamente non riusciva più a fare alcunché perché tutto le era diventato inaccessibile – è stato progettato appositamente per lei questo modello: una cucina pratica, ma anche inclusiva, a misura di tutti i membri della famiglia, nata dall’esperienza diretta con gli ostacoli domestici quotidiani. Puntando alla flessibilità e alla modularità, Claudio Ventura (titolare dell’azienda produttrice della cucina) ha stravolto gli schemi compositivi standard e pensato in modo diverso rispetto a come un progettista solitamente fa, per arrivare alla personalizzazione della cucina. Ha previsto piani di lavoro che variano altezza, sistemi di motorizzazione telecomandata per ante e ripiani, attrezzature interne ai mobili che fuoriescono e si abbassano, spazi vuoti e piani estraibili a scomparsa.
Caratteristiche:
- flessibilità: nulla è incollato, tutto è smontabile, riparabile, riciclabile
- piano di lavoro up-down regolabile in altezza
- piano d’appoggio scorrevole
- accessibilità totale al piano di lavoro (senza basi)
- pensili scorrevoli
- apertura ante a ribalta
- dispensa up-down
- telecomando in dotazione
Le agevolazioni fiscali per le persone con disabilità
L’Agenzia delle Entrate con la guida Guida alle agevolazioni fiscali per le persone con disabilità, aggiornata a ottobre 2019, ha specificato che sono ammesse integralmente alla detrazione Irpef del 19% le spese sostenute per l’acquisto di componeti di cucine dotate di dispositivi basati su tecnologie meccaniche, elettroniche o informatiche preposte a facilitare il controllo dell’ambiente da parte dei disabili, descritte in fattura con l’indicazione di dette caratteristiche. Si può fruire della detrazione solo se sussiste il collegamento funzionale tra sussidio tecnico informatico acquistato ed handicap. Questo collegamento può risultare dalla certificazione rilasciata dal medico curante o dalla prescrizione autorizzativa rilasciata dal medico specialista dell’Asl (Ats)di appartenenza, richiesta dal Dm 14 marzo 1998 per fruire dell’Iva agevolata. Riguardo alle certificazioni per richiedere le agevolazioni fiscali, va precisato che sono considerati “disabili” le persone che hanno ottenuto le attestazioni dalla Commissione medica istituita ai sensi dell’art. 4, legge n. 104 del 1992 e anche coloro che sono stati ritenuti “invalidi” da altre Commissioni mediche pubbliche, incaricate per il riconoscimento dell’invalidità.
È possibile anche autocertificare il possesso della documentazione. In merito alle spese da portare in detrazione e a quelle sanitarie deducibili dal reddito complessivo, occorre conservare il documento fiscale (fattura, ricevuta, quietanza) perché potrebbe essere richiesto.
Eliminazione barriere architettoniche
Insieme al suo regolamento di attuazione, il DM 14 giugno 1989, n. 236, la legge 13/1989 identifica le “disposizioni per favorire il superamento e l’eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati” e comprende anche gli edifici residenziali pubblici, di nuova costruzione o da ristrutturare. Il Decreto attuativo identifica “le prescrizioni tecniche necessarie a garantire l’accessibilità, l’adattabilità e la visitabilità degli edifici privati e di edilizia residenziale pubblica, sovvenzionata e agevolata”. Per gli interventi di ristrutturazione edilizia sugli immobili, finalizzata all’eliminazione delle barriere architettoniche, va verificato se per il 2020 sarà confermata la detrazione Irpef pari al 50% della spesa (ora per un massimo di 96mila euro).
I contributi dalle Regioni
Per gli interventi di “Adattamento domestico” (rendere la casa delle persone non autosufficienti, disabili e/o anziane, più adatta alle loro esigenze) ci sono vari canali di finanziamento, regionali e in base alle legge nazionale 13/89 “Disposizioni per favorire il superamento e l’eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati”.
Foto soluzioni utili e pratiche per una cucina più accessibile
Rendere la casa più comoda per disabili e anziani
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