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La funzione, la potenza e i consumi delle cappe da cucina a scomparsa sono paragonabili a quelli delle altre tipologie di cappa: gli apparecchi rimuovono dall’ambiente fumi di combustione e vapori di cottura, e purificano l’aria, migliorandone la qualità. Inoltre illuminano, dall’alto o dal basso, il piano di lavoro con luci Led.A differenza delle cappe a camino, che spesso portano via molto spazio sulla parete, quelle a scomparsa – aspiranti o filtranti – si integrano completamente nel piano cottura, nel pensile o nel controsoffitto. Alcuni tipi risultano del tutto invisibili, altri si ritraggono e scompaiono quando non sono in uso.
Tra i plus, oltre al fatto che fanno risparmiare spazio, anche quello per cui non pongono il problema di scegliere un modello compatibile con il design della cucina poiché non si vedono.
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Il parere dell’esperto: cappe e sicurezza
Risponde Alessio Roselli, che opera nell’ambito della Business Unit Product Conformity Assessment di IMQ (www.imq.it) ed è referente della Local Unit di Macerata, una delle local unit di IMQ sul territorio.
Quando la cappa in cucina è obbligatoria?
La cappa in cucina è obbligatoria quando negli ambienti sono presenti apparecchi che bruciano gas. In questi casi è necessario garantire un adeguato ricambio di aria (il riferimento è la normativa UNI 7129/2015, che ha integrato quella del 2008 sulle cappe aspiranti adeguandola alle normative europee).
Perché per i piani cottura elettrici e a induzione l’installazione della cappa è soltanto consigliata?
Utilizzare una cappa aspirante in presenza di piani cottura a funzionamento elettrico, in assenza di combustione e quindi senza necessità di ricambio d’aria, è una scelta legata a semplici ragioni di opportunità, ma fortemente consigliata per eliminare gli odori e l’umidità che si creano mentre si cucina.
Quando va usata una cappa aspirante e quando una filtrante?
Lo scopo di una cappa aspirante è quello di prelevare, dall’alto, l’aria contaminata che sale dalla piastra di cottura o in prossimità, e di convogliarla in un condotto di scarico collegato con l’esterno. La cappa filtrante, invece, non evacua l’aria all’esterno del locale in cui è installata, ma la purifica e la fa ricircolare, trattenendo gli odori per mezzo di filtri al carbone o similari. Il suo uso è indispensabile se in una cucina non è presente un impianto di aspirazione dei fumi adeguato.
Quando va fatto il foro per l’aerazione in cucina?
È obbligatorio anche se è installata una cappa aspirante?
È obbligatorio se è presente un apparecchio che brucia gas. Le istruzioni di utilizzo di ogni cappa aspirante in vendita riportano sempre quest’informazione: il locale deve disporre di adeguata ventilazione quando la cappa da cucina è usata contemporaneamente con altri apparecchi che impiegano gas o altri combustibili. Il foro deve avere una sezione non inferiore a 100 cm2.
Ci sono degli accorgimenti particolari (dal punto di vista della sicurezza) per le cappe integrate?
Nei modelli detti down-draft, l’aria viene convogliata in senso discendente, dall’alto è aspirata verso il basso. Questi sistemi vengono installati in maniera minimamente visibile in prossimità del piano cottura, se non in maniera del tutto integrata con lo stesso. Per un loro utilizzo sicuro occorre avere l’accortezza del corretto accoppiamento con piani cottura che siano stati esplicitamente testati con il sistema, e aver verificato che la movimentazione non generi pericoli all’utilizzatore.
Cappe a scomparsa nel pensile
Minimal e silenziose, le cappe scompaiono nel mobile lasciando a vista solo il pannello di aspirazione.
Nelle cucine componibili sono installate all’interno di un pensile sopra il piano cottura e si nascondono dietro lo sportello. Hanno dimensioni differenti che si adattano alla misura del piano sottostante e sono dotate di luci Led. Per ogni modello il produttore indica la distanza minima di montaggio dal piano cottura, distinguendo tra i modelli a gas e quelli a induzione: in generale, non meno di 50 cm e non più di 65 cm.
Cappe a scomparsa con sistema di illuminazione a Led integrato
Oltre alla funzione di aspirare fumi e odori, la cappa è anche un’importante fonte d’illuminazione in cucina. Gli apparecchi sul mercato UE sono tutti dotati di luci Led. Questa tecnologia offre vantaggi rispetto alle precedenti tipologie: consumano meno energia, durano di più e producono meno calore. Infatti, rappresentano un miglioramento significativo in termini di risparmio ed estetica; offrono un’illuminazione più naturale e precisa, un’intensità maggiore e uniforme sul piano cottura. Alcune cappe permettono inoltre la regolazione dell’intensità luminosa per adattarsi alle diverse esigenze in cucina.
È importante sapere che si possono trovare luci Led con diverse temperature, variabili solitamente dai 3000 K (gradi Kelvin) luce calda, ai circa 5000 K (luce fredda). La maggior parte si colloca tra i 3000 K e i 4000 K, ma sono disponibili modelli che raggiungono i 5600 K. La loro potenza varia in genere tra i 2 W e i 5 W per punto luce. La quantità dipende dal design della cappa, dalle sue misure e dalla potenza luminosa richiesta, ma solitamente ci sono da 1 a 4 punti luce per una distribuzione omogenea. Occorre fare attenzione alle dimensioni dell’apparecchio che deve essere centrato rispetto alla piastra, considerando anche le ombre generate dai punti luce; senza dimenticare l’efficienza energetica dei Led installati, per risparmiare sui consumi. Per eventuali sostituzioni bisognerebbe attenersi al manuale d’uso; è consigliabile evitare il fai da te e rivolgersi a un tecnico specializzato o all’assistenza clienti dell’azienda produttrice.
Si ringrazia per la collaborazione Marco Mela, Head of Global Hoods Product Development – Research and Development, Franke Home Solutions http://www.franke.com
La potenza della cappa della cucina
L’unità di misura della potenza di una cappa – m³/h cioè metri cubi per ora – indica la quantità d’aria che l’apparecchio può aspirare in un’ora. Per scegliere il modello adatto, è fondamentale quindi considerare il volume della stanza che determina la quantità di m³/h. Per esempio, in una cucina da 5 x 4 m (20 mq) con un’altezza di 270 cm, il volume corrisponde a 54 m³; la cappa dovrebbe avere una potenza di almeno 540 m³/h, cioè 10 volte il volume della stanza per garantire il necessario ricambio d’aria. Grazie agli avanzamenti tecnologici, i modelli di cappa da incasso attuali – integrate nel mobile o a soffitto – sono in grado di raggiungere potenze molto elevate, proprio come gli apparecchi d’arredo. Sono quindi idonee anche per aspirare in modo efficace nelle cucine più grandi o negli open space, proprio come già avviene per i modelli a vista.
Cappe a scomparsa nel piano cottura
Gli apparecchi integrati nella piastra possono essere fissi filotop oppure down draft, cioè con sistema di sollevamento regolabile. Efficaci e invisibili, sono in genere abbinati a piani a induzione. Queste cappe, che fanno tutt’uno con il piano, sono ideali se la cucina è di piccole dimensioni e non si ha spazio nei pensili. Vengono sempre più spesso installate anche negli open space con isola e zona cottura centrale. L’aspirazione avviene verso il basso tramite una griglia tonda o rettangolare; il sistema è molto rapido perché si attiva a livello del piano prima che i fumi e gli odori si disperdano nell’ambiente. Alcuni modelli si sollevano quando la piastra di cottura è in funzione, autoregolandosi in altezza. Ci sono apparecchi il cui spegnimento si può posticipare, per poter aspirare fumi e vapori residui a fine cottura. In alcuni casi la griglia di aspirazione è posizionata al centro del piano, altre volte lungo il lato della piastra; o ancora può essere installata nel top, leggermente distanziata dal piano in vetroceramica. Hanno comandi a sfioramento touch control, e in alcuni casi dispongono di connessione wi-fi per il controllo da remoto.
Cappa a scomparsa e classe di efficienza energetica
L’energy label per tutte le cappe aspiranti è obbligatoria dal gennaio 2015. Sull’etichetta energetica sono indicati, oltre la classe di efficienza dell’apparecchio, il consumo annuo di energia espresso in chilowatt, la classe di fluidodinamica (cioè l’efficienza di aspirazione della cappa), la classe di efficienza luminosa, la classe di efficienza dei filtri e il livello di rumorosità espresso in decibel. La classe energetica per le cappe, dal 2020 è indicata con una scalatura a sette lettere A+++, A++, A+, A, B, C e D
(dalla migliore con i consumi più bassi alla meno efficiente).
La silenziosità da valutare
La rumorosità è un altro fattore importante da valutare: i modelli dotati di motori silenziosi non solo riducono al minimo le emissioni sonore durante il funzionamento, ma ne migliorano anche la qualità, il tutto garantendo il massimo delle prestazioni. Una cappa può considerarsi “silenziosa” quando, azionata alla velocità massima, ha un’emissione sonora di 60-70 Decibel: questo dato è riportato sull’etichetta energetica che accompagna il prodotto.
Cappe a scomparsa a soffitto
Poiché richiede interventi murari, il tipo di installazione a soffitto è consigliata in fase di ristrutturazione o di sostituzione della cucina esistente.
Esistono modelli specifici per il montaggio a soffitto (o più frequentemente nel controsoffitto); per questa soluzione non sono invece adatte le cappe da incasso nel pensile: cambia anche il tipo di fissaggio. Non ci sono limitazioni di grandezza e il condotto di evacuazione fumi è completamente integrato. L’installazione richiede lavori di muratura, in particolare per la linea dell’impianto elettrico. Il motore incassato, oltre alle prestazioni e alla grande silenziosità, garantisce una perfetta stabilità in qualsiasi condizione d’uso. La regolazione avviene tramite telecomando o app.