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Con il progetto di ristrutturazione (con costruzione ex novo) di un’abitazione singola in campagna si vuole aggiungere la doccia nel bagno del piano terra dove però il soffitto è più basso a causa dell’inclinazione dovuta alle scale. Il progetto però è già stato consegnato in Comune. Lo stile che prediligono i proprietari è minimal e moderno, con qualche tocco bohemien con colori neutri e materiali naturali (bianco, legno chiaro, grigio, verde salvia tenue e qualche tocco di nero). Ci chiedono un aiuto anche per capire come scegliere anche le finiture più adatte con il riscaldamento a pavimento.
Come si modifica a un progetto già consegnato in Comune?
Se non si è convinti della disposizione interna della nuova casa in costruzione e il progetto è già stato approvato dal Comune, che cosa si può fare? Le possibilità sono due: una variante vera e propria oppure una variante in corso d’opera.
La variante vera e propria è volta ad ottenere un nuovo ed autonomo permesso di costruire in quanto, con le profonde e sostanziali modifiche, va ad autorizzare in concreto un’opera diversa nelle sue caratteristiche essenziali da quella in origine assentita.
La variante in corso d’opera invece va a modificare in modo non essenziale il progetto iniziale andando a modificare o “correggere” alcuni elementi, ad esempio in seguito alle fasi di cantiere. In questo caso è possibile depositare una semplice SCIA. Ci sono però alcuni limiti: ad esempio non devono esserci mutamenti della destinazione d’uso, modifiche di quote, volumetrie o superfici maggiori del 10% oppure modifiche sostanziali di parametri urbanistico-edilizi del progetto approvato.
Per aggiungere la doccia, basta una variante in corso d’opera
Nel caso che esaminiamo le modifiche necessarie per aggiungere la doccia non sono essenziali e quindi potranno rientrare in una variante in corso d’opera che potrà essere presentata prima della fine lavori permettendo di ragionare direttamente in cantiere.
Il punto critico della casa per cui ci viene chiesto aiuto è il bagno a piano terra connesso ad una lavanderia. Essendo a ridosso della scala lo spazio non permette, allo stato di progetto attuale, l’inserimento della doccia poiché le quote sottoscala sono eccessivamente basse.
Modifiche alla scala e al solaio
Per recuperare un po’ di spazio si decide di modificare leggermente la scala che porta alla zona notte portando la partenza più avanti. In dettaglio si aggiungeranno due alzate all’inizio della prima rampa e si toglieranno alla fine della seconda. In questo modo la seconda rampa raggiungerà un’altezza maggiore prima di trovarsi sopra al bagno regalando quindi molto più spazio per il posizionamento della doccia. Questo implica una leggera modifica nel solaio, andando a cambiare il foro della scala.
Altri piccoli accorgimenti vengono poi fatti per rendere più vivibile sia il bagno/lavanderia sia il piccolo atrio che porta poi anche ad una stanza/studio.
Scelte di interior
Per quanto riguarda lo stile, per creare ambienti che siano minimal e moderni ma che al contempo accolgano alcuni spunti bohemien, bisogna orientarsi su uno stile libero, che spinga al massimo con la personalizzazione, trovando però un compromesso equilibrato ed originale tra due gusti apparentemente in contrasto. Unire le due componenti vuol dire eliminare gli eccessi di entrambi, puntare su colori più neutri e scegliere complementi caratterizzanti, come cuscini e tappeti etnici, piante di ogni tipo, qualche tocco di colore e così via. Per questo si è scelto ad esempio di avere uno sfondo verde salvia, un pavimento in gres effetto pietra a tinta calda, tanto bianco e mensole in legno anche grezzo.
Quale pavimento con il riscaldamento a pavimento? Meglio il gres, ma nessun escluso
Il pavimento ideale da posare su un impianto di riscaldamento radiante è senza alcun dubbio il gres porcellanato. Si tratta di un rivestimento sottile, talvolta pure di pochi millimetri, che consente al calore di essere diffuso in maniera costante ed omogenea. La ceramica riesce infatti a riscaldarsi facilmente e a trasmettere tale calore in maniera conforme. La ceramica oppone una bassa resistenza termica; il calore viene infatti trasmesso nell’ambiente nell’immediato.
In realtà con i nuovi tipi di riscaldamento a pavimento, non ci sono limiti nella scelta dei rivestimenti ma è bene che vengano presi in considerazione alcuni aspetti importanti legati alle caratteristiche intrinseche dei materiali.
Nel dettaglio uno dei parametri da tenere in considerazione è la capacità di trasmettere il calore, che varia in base a due fattori: lo spessore e la conducibilità termica. Se lo spessore del pavimento è basso, allora alta sarà la conducibilità termica e dunque migliore la capacità di trasmettere calore che deriva dal basso. Materiali come il marmo e il granito presentano un’ottima conducibilità termica ma devono essere posati con spessori maggiori e quindi possono ostacolare la capacità di trasmettere il calore nell’ambiente di casa. I materiali in legno, invece, non possiedono grande conducibilità ma presentano spessori molto più bassi. Resine, vinilici o gres porcellanato hanno invece spessori ridotti.
Nonostante quanto si possa pensare anche il legno ha una buonissima risposta. Il parquet trattiene il calore anche quando l’impianto si spegne e rende l’ambiente domestico anche visivamente molto caldo. Non bisogna dimenticare inoltre il comfort termico che si ha con il legno, perché si può camminare meglio a piedi scalzi senza percepire la sensazione di “pavimento ghiacciato”.
Proprio per le caratteristiche del materiale, un materiale vivo, la posa su un pavimento radiante richiede però alcuni accorgimenti e attenzioni in più rispetto al gres. E’ bene rivolgersi sempre a imprese e personale specializzati che sapranno garantire la soluzione migliore anche nella scelta del tipo di legno più adatto sia per la stabilità che per l’umidità. Suggeriti il rovere, il doussiè, il teak, il merbau, e l’afromosia. Sconsigliati, invece, in caso di riscaldamento a pavimento materiali in faggio, larice siberiano senza nodi, wengé e cabreuva.
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