Contenuti trattati
Molto spesso per usufruire al meglio degli spazi disponibili si ricorre alla demolizione di pareti divisorie. Occorre prestare molta attenzione perché non sempre è possibile. Prima di eseguire questi lavori è necessario effettuare una serie di verifiche e depositare prima dell’inizio dei lavori le necessarie pratiche edilizie presso lo sportello unico per l’edilizia del comune di appartenenza. Vediamo di seguito quali sono i principali controlli da eseguire.
Demolire una parete è in teoria una questione di rilevanza dell’intervento strutturale e di conseguenza di impegno economico. Ecco quello che si deve sapere prima di affrontare un’opera di questo tipo, quando si intende trasformare la distribuzione del proprio appartamento o ampliare un ambiente.
Valutare le caratteristiche statiche della parete da demolire
Prima di decidere di demolire una parete occorre innanzitutto verificare se la parete che si intende demolire è portante o meno. Una indagine che si può fare intuitivamente pianta alla mano (a patto che sia realistica e fatta da un geometra, architetto, ingegnere) è quella di osservare i tavolati: le pareti strutturali sono generalmente molto più spesse dei tavolati normali. Bisogna però far eseguire la verifica eseguire da un professionista abilitato, che rilevi la tipologia costruttiva (mattoni pieni, pilastri di calcestruzzo…) e possa poi seguire anche tutte le eventuali pratiche necessarie da consegnare in Comune, oltre che i lavori.
Ne parliamo nello specifico con Architetto Paolo Mereghetti – studio M&C Architetti Associati, Milano – http://www.mec-architetti.it
Presenza di impianti nelle pareti
In entrambi i casi però, prima di avanzare con la demolizione, è indispensabile capire, con l’aiuto di tecnici abilitati, se vi siano impianti nella muratura – elettriche o idrauliche – e se si possano eliminare o eventualmente spostare nei setti verticali confinanti.
Qualora all’interno della parete siano presenti degli impianti è necessario valutare la possibilità o meno di spostarli in altra posizione. Nel caso di impianti elettrici o idrici al servizio del proprio appartamento ciò è relativamente semplice e nella maggior parte dei casi l’intervento è possibile. Quando invece all’interno della parete vi siano tubazioni o colonne “montanti” al servizio di altre unità immobiliari (es. canna fumaria, colonna montante di distribuzione dell’impianto di riscaldamento… ), l’intervento di demolizione nella maggior parte dei casi non è possibile o risulta possibile solo a costi molto elevati e previo assenso delle altre proprietà a cui l’impianto è asservito (es. condominio).
Parete non portante
Demolire una parete non portante è più semplice. L’intervento che richiede opere e burocrazia più snelle. Un semplice tavolato – a maggior ragione se di cartongesso o di pannelli di legno – non comporta generalmente oneri importanti di consolidamento, ma solamente il problema di risolvere come trattare a pavimento e a soffitto eventuali leggeri dislivelli o la mancanza di continuità del rivestimento.
In genere le pareti realizzate in cartongesso o con mattoni forati di spessore non superiore a 8 cm (spessore totale parete mattone ed intonaco 11/12 cm) non hanno caratteristiche portanti e quindi si può procedere alla demolizione senza la predisposizione di un progetto strutturale.
Parete portante
Demolire una parete portante richiede infatti un intervento complesso e oneroso, poiché, per non andare a intaccare la statica dell’edificio e di conseguenza la sicurezza degli abitanti, sono necessarie delle opere di consolidamento rilevanti. Come ad esempio la posa in opera di telai o di putrelle di metallo capaci di sostenere il peso prima portato dalla cortina muraria eliminata. Oppure di architravi metalliche o di calcestruzzo prefabbricato, in caso si apra solo una porta di comunicazione. E in caso di setto portante diventa obbligatorio presentare all’ufficio tecnico o allo sportello unico per l’edilizia privata del proprio Comune la pratica di variazione, con eventuale progetto di ingegneria strutturale (che in certi casi particolari può interessare l’intero edificio).
Se lo spessore della parete supera i 12 cm, se è realizzata con mattoni pieni o in cemento armato, avrà molto probabilmente una funzione portante ed occorrerà valutare con l’aiuto di uno specialista (ingegnere strutturista) la fattibilità dell’intervento.
Valutata questa, si redigerà un vero e proprio progetto con indicate le modalità operative e gli accorgimenti da mettere in atto prima, durante e dopo la demolizione nonché le opere di consolidamento necessarie (per es. posa di putrelle, piastre d’acciaio, telai in ferro… ) per poter eseguire in sicurezza l’intervento senza compromettere la statica dell’edificio.
Verificare la conformità edilizia ed urbanistica
Se la demolizione comporta l’ingrandimento di un locale, è necessario ricontrollare i requisiti igienici ed edilizi previsti dalle normative in vigore, sia locali sia nazionali, come il rapporto aero-illuminante o l’altezza minima necessaria. Prima della demolizione è indispensabile verificare che i nuovi spazi ricavati siano conformi alla normativa edilizia ed urbanistica, che è molto complessa con casistiche praticamente infinite. A titolo esemplificativo, queste le due situazioni più comuni:
1) Demolizione di una parete divisoria tra due locali interni al medesimo appartamento
Si tratta di un intervento di manutenzione straordinaria, il nuovo locale così ricavato dovrà avere i requisiti igienici ed edilizi minimi previsti dalla normativa vigente. Dovrà avere un adeguato rapporto aeroilluminante tra la superficie del locale e la superficie finestrata apribile. Tale rapporto varia da comune a comune ed è stabilito dai regolamenti d’igiene ed edilizi locali. In genere è compreso tra 1/8 ed 1/10 ( 1mq di superficie finestrata apribile ogni 8 o 10 mq di superficie del locale). Nel caso confini con il locale bagno, andrà verificato se i regolamenti locali prevedono la presenza di un locale antibagno. In tal caso ne andrà prevista la realizzazione.
2) Demolizione di una parete per unire due unità immobiliari confinanti
Occorre verificare se le due unità confinanti abbiano o meno la medesima destinazione d’uso. In caso contrario l’intervento potrebbe non essere assentibile sotto l’aspetto edilizio ed urbanistico oppure comportare il pagamento di oneri di urbanizzazione e la realizzazione di ulteriori opere per adeguare l’intervento alla normativa vigente. Per esempio nel caso si voglia demolire una parete divisoria tra il proprio soggiorno e il confinante locale sottotetto, così da ottenere un unico ampio soggiorno, sarà necessario verificare che il nuovo locale risultante dalla fusione abbia adeguate altezza (h media ponderale interna non inferiore a mt 2,40 e h minima interna non inferiore a mt 1,50), sufficiente illuminazione e aerazione naturale ed un adeguato isolamento termico. Inoltre, in questo caso, ampliando la superficie lorda dell’appartamento e la superficie utile abitabile occorrerà corrispondere al comune il pagamento dei relativi degli oneri di urbanizzazione.
Presenza di vincoli di tutela e salvaguardia
Non è raro il caso in cui la parete da demolire si trovi all’interno di un edificio di particolare rilevanza storica e per questo tutelato da un apposito vincolo. In questi casi, prima di poter procedere con la demolizione occorre ottenere una specifica autorizzazione da parte della Soprintendenza territorialmente competente. Per sapere se un edificio è vincolato ed il tipo di vincolo (alcuni vincoli riguardano solo le facciate dell’edifico) è possibile informarsi, sempre più spesso anche on line, presso le soprintendenze o in comune presso lo sportello unico per l’edilizia.
È sempre necessario incaricare un professionista (ingegnere, architetto,..) che a seguito di sopralluogo valuti la fattibilità dell’intervento, rediga un progetto e predisponga la relativa pratica comunale.
Sicurezza dei lavori
Attenzione alla sicurezza, se i lavori non sono eseguiti da un’unica impresa, il committente ha l’obbligo di nominare un coordinatore per la sicurezza in fase di progettazione ed in fase di esecuzione. Prima dell’inizio dei lavori il committente o il responsabile dei lavori ha inoltre l’obbligo di qualificare le imprese a cui intende affidare i lavori e di inviare la Notifica preliminare alla Asl e alla Direzione Provinciale per il Lavoro.
Registrare al Catasto le modifiche dei vani
A lavori ultimati le variazioni distributive della pianta vanno registrate al Catasto, una volta portate a termine.
- Leggi anche il nostro articolo su
Come e quando si può spostare una parete