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Il progetto verde riguarda un terrazzo di pianta rettangolare con superficie di circa 20 metri quadrati, ben esposti a sud-est, non ombreggiati da palazzi vicini e con un affaccio su due lati. Sono condizioni particolarmente favorevoli, da valorizzare con un allestimento decorativo e funzionale, diversificato con specie di dimensioni differenti. Filo conduttore, una selezione di piante tipiche del clima mediterraneo o che comunque ne suggeriscono le atmosfere, anche se lo spazio si trova in città, nel cuore della Pianura padana.
Progetto per terrazzo esposto a sud-est
Palme e succulente si alternano ad arbusti di agrumi e melograni, tra cespugli odorosi di salvia e rosmarino. Il lato lungo è quello esposto a sud, quello corto a est. La disposizione di piante e fiori lascia spazio anche per un tavolo rotondo con quattro sedie, per pranzi e cene all’aperto.
A sud (lato lungo) una grande aiuola fiorita e piante succulente
Lungo il lato più lungo sono sistemati a terra vasi con cespugli di taglia ridotta – osteospermum, euforbia, cisto, salvia e rosmarino – per lasciare libero lo sguardo. A completare, una collezione di piante grasse. Di seguito le piante nel dettaglio.
Dimorfoteche
Gli osteospermum, più conosciuti come dimorfoteca, sono erbacee che con il tempo tendono a lignificare alla base. Hanno vegetazione verde scuro, densa, su cui risaltano per tutta la bella stagione, fino a quando non si abbasseranno le temperature, fiori a forma di classica margherita, piuttosto grandi (circa 5 cm di diametro), intensamente colorati. Le nuove selezioni, oltre a mostrare una maggiore resistenza al freddo, hanno corolle bi o multicolore come quelli della serie “Orbit”. Sono perfetti in grandi ciotole da cui potranno ricadere, allargandosi, sul pavimento.
Euphorbia corallioides
Euphorbia corallioides, genere euphorbia, capace di raggiungere un’altezza di 80 cm, sviluppa robusti cespi verde acido. Si adatta a tutti i tipi di terreno e per quanto riguarda l’esposizione può essere posta sia in pieno sole sia a mezz’ombra. Ha fusti portati eretti, sempre slanciati, con foglie di forma lanceolata. I fiori si aprono a partire da maggio fino a settembre, sono raccolti in caratteristiche ombrelle di colore giallo zolfo che, per quanto piccoli e radi, risaltano anche da lontano.
Cisti
I cisti, qualunque specie o varietà si scelga, sorprenderanno per l’incredibile resistenza. Freddo, caldo e secco sembrano non danneggiare queste piante abituate a vivere in condizioni estreme e terreni poveri. Bisogna rispettare questa caratteristica utilizzando un substrato ben drenato, anche con aggiunta di ghiaia, per evitare il ristagno. Cistus x Purpureus ‘Alan Fradd’ ha fiori grandi con caratteristiche maculature viola scuro, così ben equilibrati che un occhio non esperto riesce a distinguerli da una rosa soltanto a distanza ravvicinata.
Rosmarino prostrato e salvia
Rosmarino prostrato e salvia introdurranno una nota di verde intenso e una di verde grigio ideale per armonizzare il tutto. Il primo, debordando, crea cascate di colore, la salvia va potata spesso perché resti compatta e fiorifera.
La zona delle piante grasse
Vicino alla grande portafinestra della cucina è organizzata una collezione di piante grasse resistenti al freddo (Opuntia basilaris, Agave havardiana Echinocerus triglochidiatus) che potranno restare all’esterno anche durante l’inverno, basta accostarle contro il muro della casa e proteggerle con un foglio di poliuretano espanso. È fondamentale coltivarle in un terriccio ben drenato che non trattenga umidità. Dovendo utilizzare i sottovasi perché l’acqua non si spanda sul pavimento e rischi di colare sulla facciata, è bene disporre in questi uno strato di ghiaia, così che il contenitore non possa riassorbire quanto drena dal foro di fondo. Fertilizzare con un prodotto specifico è importante, non solo per la crescita, ma anche per migliorare la resistenza al freddo.
A est (lato corto) una siepe per schermare
È ottenuta con arbusti mediterranei, in parte spoglianti e in parte sempreverdi. Per dare profondità e movimento, i contenitori vanno disposti su file sfalsate. Nello spazio libero restante, circa due metri, trovano posto un agrume resistente al freddo, alcuni vasi di Ampelodesmos mauritanicus e i melograni nani. Alle estremità, negli angoli, si sistemano due grandi vasi con palme. Di seguito le piante nel dettaglio.
Yuzu
Yuzu, agrume di probabile origine tibetana, ibrido, chiamato anche arancio yuzu, è resistente al freddo, anche parecchi gradi sotto lo zero, e può essere coltivato all’aperto a meno di ondate di gelo polare durante le quali è consigliato proteggerlo. Pur essendo un alberello, ha grandi spine, ampie foglie lanceolate e grandi fiori singoli, bianchi e profumati. Il frutto, simile al mandarino, depresso ai poli, ha buccia rugosa, fra il giallo e il verde a maturità. Il gusto è molto acido e con nota finale amara, ma ha svariati impieghi in cucina.
Ampelodesmos mauritanicus
Ampelodesmos mauritanicus è una graminacea che fino a temperature di -5 °C resta sempreverde e che ha bisogno di essere protetta da venti dominanti che potrebbero rovinarla. Fiorisce in estate formando lunghi pennacchi bianchi, desidera il pieno sole, è adattabile in fatto di terreno. Richiede solo di essere bagnata senza eccessi e di essere ben nutrita per sviluppare cespugli importanti, alti fino a 200 centimetri, folti, ma sempre leggeri e mai troppo compatti, per lasciare passare la luce e schermare solo parzialmente.
Melograni nani
I melograni nani raggiungono un’altezza di circa un metro e sono molto compatti, ma può capitare che siano messi in commercio come tali anche piante che col tempo superano senza fatica i due metri di altezza e assumono il portamento di un piccolo alberello a tronco nudo. Verificare con attenzione la dicitura nel cartellino d’accompagnamento, anche dell’altezza massima indicata. Pianta folta e decorativa, teme sole e caldo: Il suo difetto? Non produrre frutti eduli.
Fiori bianchi
Fioriture bianche si possono porre ai piedi dei vasi principali, scegliendo le varietà fra delosperma, lantane, pelargoni, Vernonia crinita.
Negli angoli le palme
Insieme agli agrumi, nulla riesce a creare atmosfere mediterranee come le palme, elementi che si incontrano tipicamente nei giardini siciliani. Coltivare questa pianta in una città come Milano (seppur in un terrazzo protetto) e in vaso, restringe il campo di scelta – se si vuole certezza di successo – a poche specie. Se ne propongono due: Trachycarpus fortunei e Chamaerops humilis.
Trachycarpus fortunei, originaria della Cina, quella che si trova nelle aiuole di fronte al Duomo; è preferibile però Palma di San Pietro o palma nana (Chamaerops humilis): è l’unica endemica del Mediterraneo.
Chamaerops humilis, di facile coltivazione, richiede di essere posta in pieno sole, in posizione riparata da venti forti e dominanti, in terreno fertile, ma sempre ben drenato. Il vaso dovrà essere grande e profondo, largo e alto almeno 60 centimetri. In natura raggiunge un’altezza di circa un metro, coltivata anche il doppio, mentre i soggetti di taglia elevata, anche 6 metri, appartengono alla varietà “dactylocarpa”. Le foglie sono riconoscibili perché ogni elemento del ventaglio termina con una doppia punta. Sono portate da un lungo picciolo legnoso, spinescente. Il fusto si presenta spesso ramificato alla base. Sopporta il gelo, se non troppo intenso o duraturo, e il carico della neve. Se ne scelgono due esemplari: uno di taglia ridotta, ben accestita, e uno di taglia elevata (150-175 cm), magari a più fusti, coltivato in vaso di 80-100 cm di diametro.
Rfm 4/23