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Il progetto è pensato per il giardino di una casa piantumato con numerose piante di vite; l’obiettivo è valorizzare il perimetro attorno alla casa, soprattutto nei periodi in cui i rampicanti sono spogli. L’idea è realizzare una bordura a più livelli di altezza, puntando su specie che garantiscano fioriture nei momenti desiderati, in particolare bulbose e perenni. La chiave sta nel partire da misurazioni precise, identificando lo sviluppo complessivo del perimetro e la profondità desiderata, un aspetto fondamentale da calibrare attentamente per il futuro sviluppo delle piante. Per ottenere una larghezza equilibrata, conviene stabilire un modulo da ripetere, così da creare un effetto armonioso, soprattutto se elementi come i pali della vite scandiscono lo spazio.
Come scegliere le piante per la bordura?
Nella scelta delle specie, il consiglio è di mettere a dimora sia piante a sviluppo maggiore sia a sviluppo contenuto e tra queste scegliere elementi con diversi tempi di fioritura, così da avere in ogni modulo della bordura piante fiorite in tutte le stagioni. Quindi si suggeriscono più varietà, in base a epoca di fioritura e colore. Per quanto riguarda questo, la proposta è di orientarsi su una tinta unica, per esempio il bianco, per le specie di taglia maggiore, creando poi contrasti con le tonalità degli elementi più piccoli.
Meglio partire con piante piccole
Piantumare una bordura con diversi ordini di altezza richiede, come sempre nella cura del verde, di pensare in prospettiva. Chi desidera un “giardino a pronto uso”, dove già all’atto della piantumazione si ottiene un effetto simile a quello finale, deve preventivare una maggiore spesa iniziale perché occorre un numero di piante doppio o triplo del previsto. Negli anni seguenti si troverà inoltre a dover regimare una situazione di sovraffollamento che favorisce una crescita disordinata, uno sviluppo insoddisfacente, e infine la produzione di maggiore vegetazione a discapito delle fioriture. Chi parte da piante piccole sarà invece ripagato a lungo termine, ma a patto di rispettare le distanze d’impianto. Il primo anno il risultato sarà “debole”, perché serve tempo per un significativo sviluppo dell’apparato radicale. Per contro, vista la dirompente crescita delle erbacee perenni, già dal secondo anno si troverà presto una situazione ricca, ma decisamente equilibrata.
Calcolare la distanza tra le piante
In questo progetto, la vite dà ritmo allo spazio. I pali dei filari hanno, secondo le tradizioni locali, distanze diverse, ma mai troppo dissimili, che variano dai quattro ai cinque metri: quindi un multiplo di questa misura (200 cm) può essere il modulo di riferimento. La profondità ideale per avere tre file ordinate di specie diverse è di circa 80 cm. Le specie individuate per la bordura sono erbacee perenni e bulbose. Al centro dello schema vanno previste le piante più alte e che con il tempo tendono ad allargarsi, mentre esternamente quelle di forma più definita, compatte, e più basse. Anche l’altezza, infatti, è un dato da considerare. Nei classici vigneti a spalliera, il cordone (cioè il fusto che si sviluppa orizzontalmente lungo i tiranti metallici) è posto a un’altezza di circa 160 centimetri, quindi le erbacee inserite nella bordura alla base della vite è bene che siano alte max 80 cm e non oltre: si perderebbero tra le foglie dei tralci, specialmente se la loro fioritura è estiva o autunnale.
Uno spazio di 30 cm fra gli elementi più alti e di 20 cm fra quelli più bassi è un buon compromesso per ottenere una soluzione già presentabile, ma non troppo affollata.
In questo modo in un modulo di 200 cm troveranno posto:
- una fila centrale di 4 piante di buono sviluppo in vaso da Ø 20 cm
- due file laterali, ognuna da 7 contenitori da Ø 14 cm con specie di media altezza
Fila centrale: le piante che crescono di più
Ecco di seguito l’elenco delle piante da mettere a dimora nella fila centrale. Iris e peonie garantiscono fiori primaverili, seguite in estate dalle echinacee che, accuratamente trattate, rifioriranno in autunno; helenium, rudbeckie e aster per terminare.
Iris germanica, se non si hanno problemi di animali selvatici come lepri e istrici che frequentano il giardino e se ne cibano, sono longeve e fiorifere, a bassa manutenzione e con foglie sempreverdi. In primavera sfoggiano una fioritura copiosa che alcune varietà rinnovano in autunno, ma perché tale fioritura si mantenga ricca nel tempo le piante hanno bisogno di essere diradate.
Le echinacee sono fra le erbacee più affidabili, soprattutto la varietà purpurea, più longeva degli ibridi di recente costituzione. Gli steli robusti le rendono capaci di affrontare anche gli acquazzoni più forti senza riportare danni. Tagliate dopo la prima fioritura, lasciando solo il cespo di foglie basali, ripresenteranno una ricca fioritura autunnale. Il loro valore non è solo decorativo perché sostengono un gran numero di insetti pronubi e di farfalle che visitano incessantemente le corolle aperte. A fine stagione i semi diventeranno cibo per gli uccelli.
Helenium, dall’estate all’autunno inoltrato, regala vistose margherite dai toni caldi molto durevoli. Poco utilizzate nel nostro Paese, le rudbeckie sono altrettanto affidabili e possono offrire un ventaglio di colori incredibile, dal giallo puro al giallo e arancio, per arrivare a corolle vinate. La fioritura può essere molto diversa secondo la varietà, estiva
o autunnale. All’arrivo del freddo hanno bisogno di essere protette al piede con un buon terricciato.
Gli Aster (detti anche settembrini) sono normalmente alti, con steli robusti carichi di fiori ma ben distinti uno dall’altro. Oggi sono molto diffuse anche specie, varietà e ibridi di sviluppo più contenuto, con forme più morbide e accattivanti, che in autunno, anche molto tardi nella stagione, si ricoprono di corolle creando un effetto nuvola. Moltissime le nuance, ma il riferimento restano il bianco, il rosa e il viola. I cespi vanno divisi appena tendono a svuotarsi al centro per rinnovare la pianta.
File esterne: piante a sviluppo contenuto
Narcisi e tulipani assicurano le fioriture primaverili, dianthus, coreopsis, gaillardie, tulbaghia, convolvulus danno colore in estate, crisantemi in autunno, erigeron sempre. Di seguito le piante scelte e le loro caratteristiche.
Convolvulus sabatius a portamento prostrato, forma densi tappeti. Ha foglie ovali, leggermente pubescenti, portate da fusti sottili che nelle regioni con inverni freddi scompaiono. I fiori, tra il viola e l’azzurro, mutevoli anche se varia l’esposizione al sole, sono di forma campanulata; si chiudono la sera e se sono collocati in ombra.
Le coreopsis sono fra le piante da fiore più generose. Indicate per animare aiuole e per portare una macchia di colore in terreni difficili o per interrompere il verde dei manti erbosi, resistono persino nelle aiuole spartitraffico delle strade anche a elevata percorrenza. La rosetta basale del piccolo cespuglio è molto densa, formata da foglie lanceolate e lineari verde chiaro. Per questo utilizzo scegliere le varietà più basse.
Per i Dianthus stare attenti nell’acquisto all’indicazione di specie, varietà, colore del fiore e altezza raggiunta, perché a primavera si assomigliano tutte fra loro e si può essere tratti in inganno. Per le bordure basse si utilizzino varietà il cui sviluppo resti entro i 30 cm, e preferibilmente a cuscino. L’unica cura che richiedono, oltre alle bagnature regolari ma moderate, è la pulizia dal secco e dai fiori sciupati.
L’Erigeron mucronatus è ideale per terreni ricchi di scheletro, pietraie o muri a secco. Ha capolini bianchi, a volte rosati, e non supera i 20 cm d’altezza. La ricca fioritura inizia a fine primavera e si protrae fino all’autunno. Basta avere l’avvertenza di eliminare i capolini sfioriti. I fiori, portati uno per stelo, vanno bene anche recisi perché molto durevoli.
Erbacee perenni e bulbose: quale manutenzione
Le erbacee perenni richiedono cure simili fra loro e così le bulbose. Mettendo queste ultime a gruppi, in una stessa buca, si può creare un effetto “mazzo”, colorato e di grande impatto visivo. Non tagliare mai le foglie prima che si secchino. A fine stagione, quando tutta la parte aerea sarà seccata, o prossima a farlo, potare a pochi cm d’altezza tutte le erbacee perenni, pulire il terreno dai detriti e spargere un buon terricciato di compost o letame maturo. Chi non vuole lasciare i semi sulla pianta, tagli le corolle sfiorite, sempre 2 cm sopra la prima foglia, con taglio obliquo. Bagnare al piede per mantenere un livello di umidità del terreno costante e soddisfacente; distribuire acqua alla sera o al mattino. Nutrire con fertilizzanti a lento rilascio, sempre per piante da fiore, ricchi in fosforo e potassio.
Rfm CDC 10/2023
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