Eccone alcune domande dei nostri lettori cui risponde oggi Micaela Chiruzzi, commercialista, Studio commerciale e tributario Chiruzzi, (studiochiruzzi@libero.it)
Domanda di Marilena: vorrei sapere se posso usufruire di una detrazione fiscale per mettere la caldaia esterna in balcone, comprare i mobili della cucina più elettrodomestici, e il condizionatore.
Risposta: La sostituzione della caldaia, in quanto intervento diretto a sostituire una componente essenziale dell’impianto di riscaldamento e come tale qualificabile intervento di “manutenzione straordinaria”, consente l’accesso al bonus arredi, in presenza di risparmi energetici conseguiti rispetto alla situazione preesistente. Lo ha chiarito la circolare n. 3/E del 2 marzo 2016 con la quale l’Agenzia delle Entrate ha fornito diverse interpretazioni su alcune problematiche prospettate dal Coordinamento Nazionale dei Centri di Assistenza Fiscale e da altri soggetti. L’installazione di un nuovo condizionatore – o la sua sostituzione – fruisce sia della detrazione del 50% per le ristrutturazioni edilizie se il nuovo impianto è a pompa di calore (e non solo per il raffreddamento) che della riduzione dell’aliquota Iva dal 20 al 10 per cento.
Domanda di Sonia: vorrei cambiare i vecchi serramenti e anche acquistare nuovi elettrodomestici, cambiare il top e comprare un tavolo nuovo. Inoltre chiedo se l’Iva sugli infissi è del 10 o del 22%. Ho chiesto due preventivi e me l’hanno calcolata in un caso al 10% e in un altro con Iva mista (10 e 22).
Risposta: La sostituzione delle finestre comprensive di infissi è un intervento di manutenzione straordinaria e permette di fruire anche del bonus mobili. Attenzione, però, se il contribuente ha beneficiato della detrazione del 65% per questo tipo di intervento, non potrà avere il bonus mobili. Lo sconto sugli arredi, infatti, spetta solo a chi beneficia del 50 per cento per ristrutturazione edilizia e non del 65% per risparmio energetico.
Gli infissi (costruiti dall’azienda installatrice) sono soggetti all’applicazione dell’aliquota IVA al 10% finché il suo valore non supera la metà dell’intera prestazione, sia nel caso in cui gli interventi siano riconducibili a un contratto di appalto, sia nel caso in cui gli interventi siano riconducibili a un contratto d’opera.
Domanda di Stefano: vorrei gentilmente sapere quali sono le tasse da pagare per l’acquisto della prima casa e quali agevolazioni vi sono, se ci sono.
Risposta: L’entità dell’agevolazione dipende dal venditore: se privato, si paga l’imposta di registro al 2% e imposta ipotecaria e catastale fissa di 50 euro ciascuna; se si tratta di un’impresa con vendita soggetta ad Iva, si paga l’IVA al 4% e imposte catastale, ipotecaria e di registro a 200 euro ciascuna. L’agevolazione non si applica agli immobili di categoria catastale A1, A8, e A9.