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Il rumore può essere di diverse tipologie – fra rumore aereo, da calpestio, derivante dagli impianti – e cercare di difendersi dalla sua diffusione non è sempre facile. Alberto Bassi, architetto dello studio Padiglione B, ne elenca i disagi più frequenti e alcune possibili soluzioni, oltre a specificare qual è la norma di riferimento.
Allo scarso isolamento acustico in casa con quali soluzioni si rimedia?
Solitamente il problema principale da eliminare o mitigare è il rumore aereo, ovvero il parlato, la tv, la radio che permettono al suono di muoversi con facilità tra un solaio all’altro, offrendo di fatto un limitato confort acustico, soprattutto negli stabili degli anni ‘50 fino ai primissimi anni 2000 (dal 1997 in poi abbiamo una presa di coscienza del problema grazie a una specifica normativa promulgata in tal senso).
Un altro problema frequente è che per applicare un controsoffitto utile per isolare acusticamente dovremmo predisporre di altezze interne superiori ai 2.70 m; negli stabili residenziali dagli anni Cinquanta agli Ottanta si è supportati da interni alti 3 metri abbondanti, misura che si riduce poi ai 2.7 m. attuali.
Un controsoffitto “acustico” realizzato con lastre in gomma “pesante” permetterà un notevole abbattimento di Decibel, riducendo o eliminando il rumore aereo in forma quasi assoluta. Per limitare le vibrazioni determinate dal calpestio, per esempio quello dei tacchi, si tende a creare “massa” nell’intercapedine tra soffitto e controsoffitto, inserendo lana di roccia al suo interno. Il mix tra i due materiali aiuta notevolmente a migliorare la situazione acustica all’interno della casa oggetto di ristrutturazione.
Se vogliamo ovviare o comunque limitare il rumore da calpestio, buona norma è impiegare un tessuto anti-calpestio, che nella nuova edilizia è ampiamente utilizzato e che si può applicare anche nelle ristrutturazioni una volta sollevato e rifatto il nuovo massetto, per poi posizionare ed incollare sopra il pavimento.
Tubazioni degli scarichi insonorizzate, così come la cura e l’attenzione a questi dettagli, miglioreranno notevolmente la qualità percepita del silenzio all’interno dell’abitazione ristrutturata.
Le soluzioni più efficaci riguardano l’inserimento di un controsoffitto con lastra acustica, la stessa impiegata ad uso verticale su pareti perimetrali, sia a confine delle parti comuni (vano scala, ascensore etc), che in relazione alle altre proprietà private. In sostanza l’impianto funziona in forma di fonoisolamento, cioè nella riduzione della trasmissione del suono per via diretta o indiretta tra due ambienti. Per potere fonoisolante di una struttura si intende la sua capacità di ridurre l’energia acustica che si propaga per via area.
Quale normativa regolamenta l’isolamento acustico
Il D.P.C.M. 5 dicembre 1997 è il decreto di riferimento per l’acustica in edilizia. Definisce i limiti da rispettare in merito a isolamento dai rumori tra differenti unità immobiliari, isolamento dai rumori esterni, isolamento dai rumori di calpestio. Motivo per la quale i nostri “vecchi” edifici soffrono molto più delle più recenti costruzioni del problema acustico. Di certo, però, si può evidenziare che, in molti casi, i committenti hanno l’esigenza di raggiungere prestazioni di isolamento sensibilmente maggiori rispetto ai limiti di legge. Sia per non essere disturbati, che per non disturbare i vicini di casa. Tale dato di fatto si evidenzia poi in un intervento di miglioramento acustico che rappresenta una qualità di ambiente decisamente migliorata.
Quanto costa un intervento di isolamento acustico
In un appartamento di medie dimensioni che tipo di investimento è necessario prevedere? Mediamente una lastra acustica di buone qualità può incidere per un costo pari a 4/5 volte il prezzo di una semplice lastra di cartongesso. Un rivestimento acustico implementato con lana di roccia a soffitto e relativa struttura può raggiungere importi compresi tra i 50 e i 60 euro a mq; pertanto su una casa di circa 100 mq è bene prevedere un investimento di circa 8/10.000 euro.