Innanzitutto, questo tipo di infiltrazioni è dovuto agli agenti atmosferici esterni, soprattutto pioggia e vento, che consumano i rivestimenti protettivi di tetti e terrazze e si insinuano nelle crepe. In più, le guaine che ricoprono le superfici esterne, con il continuo calpestio e con il passare del tempo, perdono elasticità e capacità idrorepellenti. Così, è facile che si verifichino fenomeni di infiltrazione. Per scegliere la soluzione più appropriata è sempre necessario un sopralluogo. Spesso già dalla prima indagine è possibile, con l’aiuto di attrezzature termografiche, individuare l’area interessata senza alcuna demolizione.
Se il danno è lieve, presumibilmente causato da crepe capillari, si può optare per un prodotto impermeabilizzante idrorepellente e consolidante per esterni che evita di smantellare la pavimentazione esistente. È adatto per sanare rivestimenti in pietra, klinker, gres, ceramica e cotto. Inoltre, protegge le fughe e previene la formazione di efflorescenze e muffe. Se invece l’infiltrazione interessa una parte ampia del terrazzo, allora è necessario rimuovere il pavimento esistente, per poter lavorare direttamente sulla guaina di impermeabilizzazione. In questo caso, con buone probabilità, le aree interessate dal deterioramento dovranno essere totalmente sostituite. Esiste, però, un’alternativa meno laboriosa: stendere un nuovo strato di materiale protettivo, come le cosiddette guaine elastomeriche, da applicare a rullo, pennello o spatola su vari tipi di supporto.
Per quanto riguarda il risarcimento dei danni a chi ha subito l’infiltrazione, esiste una differenza a seconda che si tratti di terrazze a livello di lastrico solare oppure di strutture aggettanti. Nel primo caso ( vedi sentenza n° 941 del 17/01/2011) la manutenzione del lastrico solare è a carico del condominio anche quando l’utenza è di un solo condòmino. Se, invece, i terrazzi e i balconi sporgenti sono parte integrante dell’appartamento, chi paga è il proprietario.