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Costruire con il riso
Nella trebbiatura, lolla, pula, paglia e argilla rappresentano i sottoprodotti di scarto del riso: in alternativa allo smaltimento, c’è la possibilità di farli raccogliere, recuperarli e riutilizzarli per ottenere materiali da costruzione. È questo il progetto di Ricehouse (www.ricehouse.it), azienda nata nel 2016 in Piemonte, in provincia di Biella. Dalle parti del riso non destinate al consumo alimentare, si ottengono materie “seconde” per pannelli isolanti termoacustici, intonaci di fondo e di finitura, ecopitture naturali. La lolla, cioè la buccia del riso, lavorata industrialmente, costituisce in particolare una risorsa polivalente, biodegradabile e riciclabile. Il riuso nella filiera del riso rende più sostenibili anche le coltivazioni stesse, innestando percorsi virtuosi di economia circolare.
1, 2 miliardi di tonnellate di riso prodotto
In un anno, è la produzione di tonnellate di riso nel mondo, distribuita in 100 Paesi; in Italia se ne producono 1,6 milioni (92% nelle regioni del Nord). Si calcola che su 230.000 ettari di terreno coltivati a riso, nel nostro Paese si scartino ogni anno 0,5 milioni di tonnellate di lolla e 1,15 milioni di tonnellate di paglia. In totale, gli scarti agricoli dal riso sono pari a 10 tonnellate per ettaro.
Mattoni al latte
Anche i sottoprodotti dell’industria casearia possono avere un ruolo nell’economia circolare applicata all’edilizia. La start-up Milk Brick (www.milkbrick.com), con base in Sardegna, ha brevettato una tecnologia che permette di sostituire l’acqua impiegata per miscelare il calcestruzzo con il latte di scarto: il materiale ottenuto ha ottime performance e un’elevata resistenza meccanica. Dal latte destinato allo smaltimento viene inoltre estratta la caseina, una sostanza da cui si ottengono la fibra di latte e un biopolimero: sono utilizzati come isolanti termici per i pannelli e come additivi traspiranti e antibatterici per i mattoni da costruzione. I procedimenti sfruttano liquidi e sostanze al 100%, senza ulteriori residui, e i prodotti sono “a impatto idrico zero”. Se si impiegasse il sistema su larga scala, sarebbe possibile risparmiare miliardi di litri d’acqua.
Pavimenti in micelio
Un rivestimento per l’architettura e il design simile al laminato ma di origine biologica, 100% biodegradabile e riciclabile, ottenuto da una miscela di residui agro-industriali: alla base dei prodotti di Mogu Floor (mogu.bio/flooring) c’è l’idea di utilizzare il micelio, cioè l’apparato vegetativo dei funghi e altre fibre di scarto vegetali (derivate da mais, paglia di riso, fondi di caffè esausti, alghe e gusci di vongole) di basso valore, avanzate da processi di trasformazione industriale. Con questi materiali viene realizzato un supporto simile al truciolare: inerte, stabile, sicuro e durevole, è rivestito in superficie con una pellicola di resine rinnovabili al 90%. Non vengono invece utilizzati plastica e materiali compositi.
Bucce di patate… in edilizia
Oltre al recupero per scopi alimentari, le bucce, da sempre considerate materiale di scarto domestico o industriale, possono trovare impiego nella produzione di isolanti e di pannelli con caratteristiche simili a quelli in truciolare o mdf; questo prodotto è stato denominato Chip(s) Board (www.chipsboard.com).