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Ci sono mobili che dopo anni chiusi in cantina o relegati in solaio, oppure addoccchiati nei mercatini dell’usato, tornano e essere di moda e a esercitare un certo appeal. È il caso di molti modelli in legno degli anni ’50 che oggi stanno vivendo una seconda vita. Il loro bello è proprio il materiale, e se la struttura è ancora in buono stato, per rinnovare la superficie e ravvivare le venature e le sfumature del legno vale la pena di cimentarsi in una piccola opera di restauro, affatto difficile e di grande soddisfazione. È una via economica per arredare senza spendere cifre esorbitanti, oltre che ecologica perché immette gli oggetti di recupero all’interno di un’economica circolare. È il caso di questo mobile, rovinato dall’utilizzo e abbandonato in un negozio dell’usato. Ma ancora stabile e affascinante, curato e trattato tanto da trovare nuovo splendore in un nuovo salotto di casa.
Materiale occorrente
- vecchio mobile di recupero
- pittura a mordente per legno
- gommalacca a pennello
- cera per mobili
- pennelli a punta piatta e pennello piatto e largo
- carta vetrata a grana media
- panno di stoffa pulito
- lana d’acciaio
Gli step del fai da te
Come attrezzarsi
Prima di tutto (anche se si tratta solo di rinnovare lo strato superficiale), bisogna smontare le varie parti del mobile: ante, cassetti, ripiani rimovibili e togliere pomoli o maniglie.
Se possibile, meglio lavorare all’aperto, altrimenti è vivamente consigliato rivestire il pavimento con dei teli di plastica (del tipo di quelli da pittore) per evitare di rovinare il pavimento e facilitare la rimozione e sporcizia.
È bene anche indossare una vecchia tuta e munirsi di un’apposita mascherina, da usare a tempo debito per proteggere le vie respiratorie.
Dopo aver smontato il mobile, con un panno in cotone eventualmente imbevuto con poca acqua e una goccia di aceto, passare tutta la superficie esterna e interna, per sgrassarla e pulirla bene.
Una volta asciutta, carteggiarlo con carta vetrata a grana media per togliere asperità, eventuali schegge, macchie e imperfezioni.
A lavoro ultimato, ripulire dalla segatura con un panno o un pennello morbido.
Dopo aver carteggiato, stendere il mordente
Se il mobile non necessita di interventi importanti, legati alla sverniciatura o al restauro, si procede stendendo una mano di tintura a mordente. Si tratta di una vernice non coprente che ravviva la superficie mantenendo inalterato l’effetto naturale dell’essenza. Va scelta nella tonalità più simile possibile al colore originale, così da rinnovarne l’aspetto senza snaturarlo.
Iniziare dai cassetti, indossando un paio di guanti in lattice e utilizzando un pennello piatto così da tirare la pittura adeguatamente.
Procedere su tutta la superficie interna, avendo cura di ripassare bene anche i profili dei vani e i listelli dove appoggiano i ripiani.
Lasciare asciugare completamente e ripetere se necessario.
Quando la superficie è perfettamente asciutta procedere con il top, i fianchi, il retro e le ante.
Passare lo strato di gommalacca
Quando la superficie è perfettamente asciutta, procedere applicando una mano di gommalacca, una resina naturale che dona lucentezza ai mobili e li protegge dall’azione del tempo e dagli agenti atmosferici. La tecnica prevede tre tipi di applicazione: a pennello, a tampone, a spruzzo, e procedure di applicazione differenti che dipendono dal tipo di gommalacca.
I restauratori esperti la preparano personalmente (sciogliendo le scaglie in alcool) e la stendendo con tamponi artigianali (composti da un panno leggero di cotone usato e lavato molte volte per eliminare completamente la peluria). Alcuni vecchi manuali consigliano di usare uno straccio di lino, purché sia molto leggero e morbido.
Per praticità e per chi è meno esperto, in commercio si possono trovare diversi tipi di gommalacca già pronta all’uso e facile da applicare, seguendo dettagliatamente le istruzioni. In genere si stende con un pennello a punta piatta, tirando bene il liquido per ottenere uno strato liscio e uniforme.
Lasciare asciugare e, se necessario, stendere nuovamente seguendo le indicazioni sui tempi di stesura fra una mano e l’altra.
Lucidare la superficie con la cera
Dopo avere passato la gommalacca, con un panno di cotone pulito stendere uno strato di cera per legno, utile per formare una patina protettiva.
Procedere con movimenti delicati e circolari tirando bene il prodotto. È un’operazione che è utile ripetere saltuariamente per nutrire il legno e ravvivarne l’aspetto.
Opzionale, il passaggio con lana d’acciaio
Per concludere l’opera, a piacere, si può levigare il mobile con una buona lana d’acciaio che serve per tirare la cera per mobili. A fine operazione rimontare ante, ripiani e cassetti e pomelli o maniglie.
Il mobile restaurato
Trucchi e consigli per il recupero
Questa è una procedura basica per recuperare un vecchio mobile. Prima di intervenire, se si ritiene che si possa trattare di un pezzo di valore, meglio farlo valutare ed, eventualmente, affidarlo alle mani di un restauratore esperto.
Se il mobile presenta uno strato di vernice, per rimuoverla può essere necessario ricorrere a uno sverniciatore. In genere in gel, va applicato seguendo alla lettera le indicazioni riportate sull’etichetta, in quanto si tratta di un prodotto tossico.
Può succedere anche che nel mobile siano evidenti piccoli forellini: indicano la presenza di tarli. Per eliminarli, esistono particolari prodotti che si possono iniettare, foro per foro, con una siringa o stendere con un pennello. Una volta applicato il prodotto, è importante chiudere il mobile in un sacco di plastica per circa venti giorni, in modo da lasciarlo agire.
Quindi si può procedere con la fase di restauro.
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