Volete un’idea per rinnovare il comò che avete messo in soffitta? Ecco come la nostra lettrice Monica C. ha trasformato il suo, che aveva una finitura laccata colorata, inadatta al nuovo ambiente in cui doveva essere spostato. Così Monica ha deciso di trasformarlo in un elegante pezzo new classic con brio e ci racconta come ha fatto.
Prima lo ha sverniciato, rimuovendo la vernice con carta vetrata, prima a grana grossa, poi con carta vetrata sottile, lavoro che richiede un po’ di tempo e impegno, dovendo rimuovere completamente tutto il colore, per evitare che riaffiori al termine della decapatura.
Ha poi applicato dell’aggrappante su tutto il mobile, due mani internamente ed esternamente, ed una volta asciugata la vernice, ha ripassato tutto il mobile con carta vetrata sottile, per rimuovere le imperfezioni.
La tecnica scelta per rinnovare il comò è quella della decapatura. Si tratta di usare la cera per ammorbidire uno strato di idropittura opaca per poi raschiarla in modo da evidenziare la mano sottostante. Ha poi dipinto tutto il mobile con colore ecologico inodore, tinta porpora. Ha passato una sola mano con il colore puro, ovvero senza diluirlo, in modo che risultasse abbastanza consistente anche nello spessore.
Una volta asciutta la vernice (solitamente dopo 24 ore), ha preso una candela e l’ha leggermente riscaldata (quel tanto da non farla colare) e l’ha passata su tutta la cassettiera (praticamente sfregandone tutta la superficie). Senza attendere troppo tempo, ha dato due mani di colore lilla a tutto il mobile e l’ha lasciato asciugare un giorno intero.
Quindi, usando carta vetrata a grana sottile e poi una paglietta, ha “grattato” la superficie del mobile, premendo di più in alcuni punti come i bordi, per conferire un effetto di usura e ottenere l’effetto decapato con sfumature lilla e uno sfondo porpora che riaffiora nei punti di maggiore sfregatura. La superficie deve risultare quasi “screpolata”.
Successivamente ha lucidato tutto con un panno di lana bianca in modo da renderlo lucido in modo uniforme; questo per evitare di usare la vernice protettiva, in genere non ecologica ed dall’odore sgradevole.
A questo punto ha applicato delle nuove maniglie, praticando dei fori con il trapano in corrispondenza della posizione di fissaggio. Le ha quindi fissate, ma non come avrebbero dovuto essere montate, bensì al contrario, a testa in giù, per dare un tocco di originalitàal nuovo pezzo.
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