La velatura è una finitura murale dalle mille sfaccettature che offre effetti sempre diversi e personali. Si può realizzare con diversi strumenti. È caratterizzata da un aspetto di trasparenza che si raggiunge sovrapponendo a un fondo opaco, per esempio una pittura lavabile, uno o più mani di prodotti specifici di tinte differenti: a contrasto o in nuance, a seconda del risultato desiderato.
Questi prodotti sono disponibili in versione lucida, opaca o cerata, e si ottengono aggiungendo a una base neutra (in genere un protettivo silossanico con buone doti di traspirabilità) i colori universali a tintometro.
Un solo nome per tanti effetti
Il termine velatura, in realtà, riunisce in sé diverse tecniche di decorazione murale, che prendono il nome dallo strumento che si impiega per la stesura delle pitture. I più comuni sono spugna e straccio, ma si possono utilizzare anche pennelli, appositi guanti, frattazzi spugnati, spatole.
Dove e come procedere
Qualunque sia lo strumento che si intende adoperare, queste finiture sono adatte sia per interni sia per esterni e si possono effettuare su intonaci non rifiniti oppure rasati a stucco, su cartongesso e anche legno. Nel caso di intonaci vecchi, è necessario, o comunque buona regola, rimuovere preventivamente eventuali imperfezioni o irregolarità sulle pareti, dovute a trattamenti precedenti: eliminato lo sporco superficiale, basta passare il supporto con una leggera carta abrasiva. Una volta preparata la base, per uniformare l’assorbimento del colore di fondo si consiglia di stendere una mano di fissativo, detto anche primer.
È il momento di scegliere lo strumento per decorare
Fatti questi passaggi, comuni a tutte le tecniche, vediamo i tipi di velatura più diffusi, e come ottenerli, tenendo sempre presente che l’effetto finale dipende da quanto si diluisce il colore – più è diluito più la decorazione appare delicata e rarefatta – e dalla pressione che si esercita con lo strumento. Oltre, ovviamente, dal numero di mani che si passano.
La spugnatura
Come indica il nome si esegue con una spugna e si possono impiegare sia quelle sintetiche sia naturali: a seconda che si utilizzino le une o le altre cambia il risultato finale. Con le prime si ottiene un effetto decorativo più uniforme e compatto, in considerazione del fatto che i prodotti industriali hanno un disegno standard; al contrario con le spugne marine l’effetto sarà irregolare, data la loro natura non omogenea.
La posa di questo tipo di velatura si può eseguire essenzialmente in due modi: con il metodo “a mettere” e con quello “a togliere”. Nel primo caso dopo aver preparato la superficie con uno strato di primer e aver steso due mani di fondo della tinta base, si immerge la spugna nella vernice per velature e si tampona la parete con tocchi leggeri. Nel tipo a togliere, invece, si stende direttamente sul muro il prodotto di velatura, con il rullo o la pennellessa, e si picchietta la spugna sulla parete finché la pittura è ancora umida, in modo da asportare parte della vernice. In questo caso l’effetto decorativo è più evidente.
A straccio
In questo caso al posto della spugna si impiega un panno o uno straccio in cotone. L’esecuzione è simile alla spugnatura: dopo aver appallottolato lo straccio (o il panno), basta intingerlo in un colore acrilico e picchiettare la parete già preparata con le mani di fondo per ottenere un aspetto un po’ “spiegazzato”.
La spatola è per i più esperti
Fra le diverse tecniche di velatura, lo spatolato è la più impegnativa per un intervento fai-da-te. Si esegue con particolari pitture (assimilabili agli stucchi) che si stendono, appunto, con una spatola in metallo oppure in plastica più facile da utilizzare perché più morbida e con spigoli smussati. Lo spatolato rende la parete lucida e liscia al tatto, con un effetto simile al marmorino.