• La presenza dei tarli nel legno si nota dai fori e dai coni di polvere che si depositano nella zona sottostante
• Il tarlo dei mobili più comune è definito anobio: la femmina depone le uova nei fori, dopo circa 15 giorni le larve scavano le gallerie nel legno, s’ingrossano e dopo altre 2 settimane diventano insetti adulti.
• Per un efficace trattamento domestico utilizzare prodotti autorizzati dal Ministero della Sanità con potere distruggente, snidante e penetrante nei confronti dell’insetto.
Sempre protetti
Quando si spennellano queste soluzioni bisogna usare guanti e mascherine protettive.
• Si trattano le parti in legno non lucidate, ponendole in orizzontale per far assorbire meglio il liquido. Anche in base allo spessore della superficie del mobile, l’intervento va ripetuto più volte, lasciando – tra una fase e l’altra – il tempo necessario perché il legno si impregni.
• Se i fori si trovano nelle parti lucide del mobile, la soluzione antitarlo viene iniettata con l’aiuto di una siringa, avendo cura di asciugare il liquido fuoriuscito.
• Al termine si usa un’apposita cera per chiudere i fori: serve a riparare e uniformare la superficie, ma anche ad accorgersi in seguito di un’eventuale ricomparsa dei tarli se si notano nuovi buchi nel legno.
Rimedi naturali
Ma una volta debellati, per prevenire la ricomparsa dei tarli è necessario trattare periodicamente i legni utilizzando la cera d’api e l’olio protettivo oppure la lavanda. È una buona abitudine infatti inserire soprattutto nei cassetti e negli armadi in legno dei sacchetti profumati. Al cambio di stagione inoltre si possono lavare gli interni dell’armadio con una soluzione ottenuta con un litro d’acqua, 250 ml di aceto bianco e due cucchiai abbondanti di lavanda. Dopo aver fatto risposare la soluzione preparata per 24 ore, si passa sui mobili e si lascia asciugare. Ultimo consiglio è tenere i mobili in una stanza ben asciutta e ventilata, poiché i tarli prolificano in un ambiente umido.
Può capitare per l’usura del tempo, urti improvvisi o durante i traslochi che le ante dell’armadio cedano. Se un’anta traballa significa che la vite che tiene una delle parti del cardine è allentata. I cardini sono composti da una cerniera con una parte fissa incassata all’armadio e una mobile che può essere regolata in tutte le direzioni. Le cerniere tradizionali hanno due o quattro viti nella parte incassata ed altre due in quella mobile.
In due è meglio
Per sistemare l’anta che cede, basta munirsi di un cacciavite con cui allentare le viti e allineare l’anta nella sua nuova sede avvicinandola all’armadio. È opportuno farsi aiutare in questo lavoro tenendo l’anta, evitando così di farla cadere e farsi male. Dopodiché si riavvitano nuovamente le viti esercitando maggiore forza su quella opposta al meccanismo della cerniera