Una sedia con pezzi di recupero… della lavatrice!

Riciclare per costruire: la sedia, che ci presenta la nostra lettrice Mariangela B., si ispira per la forma a quella di Savonarola e per i colori all'astrattismo De Stijl. Ed è fatta con il cestello di una vecchia lavatrice. Un fai da te che sarà esposto al Fuorisalone in via Tortona a Milano!

Redazione
A cura di “La Redazione”
Pubblicato il 01/04/2014 Aggiornato il 01/04/2014
Una sedia con pezzi di recupero… della lavatrice!

Materiale occorrente

  • Vecchia lavatrice
  • Struttura in acciaio inox (sette lamiere sagomate)
  • Rivestimenti in plexiglass (polimetilmetacrilato)
  • Pellicola adesiva
  • Smalto a base di resina sintetica alchidica
  • Schiuma ignifuga di poliuretano ed ecopelle

Rivoluzionare aspetto e funzione di un cestello della lavatrice con un tocco d’arte. Si tratta della sedia Miss Savonarola, realizzata da Mariangela B., architetto, figlia di scenografo e restauratore di beni culturali. Due caratteristiche evidentemente ereditate e messe in opera nel lavoro con cui la giovane lettrice di Cose di casa concorre ad “Arte differenziata. Dalla casa alla città”. La sedia Miss Savonarola è realizzata con una struttura portante in acciaio inox ricavata da una vasca di una lavatrice recuperata in discarica. La vasca è stata tagliata con il flex (smerigliatrice angolare) lungo il suo diametro ottenendo due semicilindri. A seguito di un attento studio delle piegature e della forma necessaria per distribuire le forze di carico su tutta la seduta, rivestita di pelle, e per renderla quanto più ergonomica, sette lamiere opportunamente sagomate sono state unite mediante saldatura alla struttura portante. Una lamiera curvata di spessore 1 mm è stata saldata nella parte posteriore con funzione di schienale, due sagomate sono saldate tra i due semicilindri in modo da sollevare la seduta rispetto al pavimento di 45 cm, due di spessore 8 mm sono state fissate alla base della sedia con funzione di piedi d’appoggio e infine le rimanenti in alto, con funzione di braccioli. Con tali accorgimenti la struttura è stata resa solida e confortevole. Verniciata a pennello color nero satinato con uno smalto a base di resina sintetica alchidica, ha invece i braccioli, lo schienale e piedi di appoggio dipinti con smalto blu. I pannelli in plexiglass sono ricoperti da una pellicola adesiva di colore giallo e sigillati alla struttura con silicone e viti autofilettanti. Lo schienale, i braccioli e la scocca sono imbottiti con uno strato di schiuma ignifuga di poliuretano stampata a freddo rivestita in ecopelle blu. 

Perché Mariangela ha scelto di intitolare la sua opera “Miss Savonarola”? Il titolo è composto dal termine “Miss”, riferito alle curve della sedia che richiamano i fianchi di una donna, e “Savonarola” che con il nome dichiara l’ispirazione a una delle icone che hanno fatto la storia del design classico, la celebre sedia alla “Savonarola”, esemplare dalla tipica struttura ad X, il cui nome deriva dal modello che si trovava nella cella del Savonarola nel convento di San Marco a Firenze. Questo tipo di sedie, comune in Italia dal sec. XV al XVII, discende dalla fusione della “sella Curulis” Romana con la sedia da campo di origine Araba. Del modello tipico della tradizione dell’arredo toscano, il nuovo progetto conserva le linee mentre la divisione cromatica allude al De Stijl di Piet Mondrian (basata sugli elementari della linea, del piano e dei colori primari) e l’unione tra arte, artigianato e tecnologia al Bauhaus (la scuola di architettura, arte e design che operò in Germania dal 1919 al 1933 e rappresentò il punto di riferimento fondamentale per tutti i movimenti d’innovazione nel campo del design e dell’architettura legati al razionalismo e funzionalismo). Miss Savonarola può essere considerato un pezzo classico rivisitato in chiave contemporanea. Le linee sono moderne, ma non perdono di vista il modello di riferimento della sedia Savonarola; la coppia opponente di colori primari puri del blu e del giallo sono a contrasto e dai toni forti come nell’iconico capolavoro di design di Gerrit Rietveld, la celebre “sedia rossa e blu” del 1918; l’oggetto è funzionale, dalle forme semplici e geometriche, realizzato artigianalmente con cura per i dettagli e per i materiali, i quali essendo materiali di recupero rispondono al requisito di economicità che insieme ai precedenti aspetti stanno a fondamento della scuola del Bauhaus.

Il lavoro di Mariangela Brando sarà in mostra durante il Salone del Mobile di Milano presso il NHOW hotel in Via Tortona 35 a Milano all’interno dell’evento green “Io riciclo tu ricicli” del Fuorisalone (www.misuracasammarro.com/i-nostri-eventi).

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Fonti di ispirazione

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“Composizione con grande piano rosso, giallo, grigio e blu”, 1921, Olio su tela, 59×59 cm, Piet Mondrian, L’Aia

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