Una persona in media trascorre infatti il 90% del proprio tempo in un luogo chiuso, all’interno di ambienti indoor non del tutto sani come si crede. Ma dietro al buon profumo dei pavimenti appena lavati, spesso si nasconde la causa dei malesseri fisici: anche una banale tosse o un fastidioso mal di gola, possono provenire dalla cattiva aria che si respira all’interno delle mura domestiche. A trarre in inganno molto spesso sono proprio le profumazioni dei comuni detergenti, ovvero l’odore dei COV, composti organici volatili, classe di sostanze che maggiormente caratterizza l’inquinamento indoor.
Che si debba prestare attenzione a ciò che si mangia è qualcosa di ormai acquisito, così come anche all’eccesso di umidità, perché spesso gli effetti negativi sono o visibili o percepibili come sensazione (di caldo, malessere… ). Un po’ meno sentita è invece l’esigenza di creare in casa un ambiente sano, a partire dai prodotti che si scelgono per pulire la casa o arredarla. Ma quali sono gli elementi cui occorre prestare attenzione? È l’argomento di un libro intitolato Aria da Morire, scritto dal professor Pier Mannuccio, Professore emerito di medicina interna all’Università di Milano e all’Ospedale Maggiore Policlinico di Milano, che racconta come un quadro complessivo dei reali effetti sulla salute dell’inquinamento indoor sia stato tracciato solo nella prima metà degli anni 2000 dal progetto THADE (Towards Healthy Air in Dwellings in Europe), condotto dalla European Federation of Allergy and Airways Diseases Patients Associations (EFA) e finanziato dalla Commissione europea.
Secondo questi studi sono 4 le malattie tipo legate all’inquinamento indoor: quelle legate a una singola sostanza, come per esempio il famigerato monossido di carbonio; le allergie e l’asma, che può essere aggravato da allergeni di diverso tipo; quelle legate ad allergie poco diffuse, o a un aumento della sensibilità rispetto a certe sostanze; e, infine, la “sindrome da edificio malato”. E proprio questa è la più rappresentativa della pericolosità dell’inquinamento indoor, perché indica la presenza di malesseri nella maggior parte degli occupanti di un edificio, senza che questi possano essere ricondotti a una causa specifica.
Una malattia definita invisibile questa, spesso da ricondurre fra l’altro alla formulazione di detergenti per pulire la casa, “abitazione perfetta” di formaldeide e benzene: la prima presente anche nei disinfettanti, considerata la sua forte proprietà battericida; la seconda invece, presente soprattutto nelle sostanze candeggianti, altamente infiammabili.
Questi due COV, uniti a naftalene (killer nascosto tra solventi e insetticidi), idrocarburi policiclici aromatici (termine difficile che indica quegli elementi presenti nel fumo delle sigarette, ma anche nei fumi dei fritti e del grill), composti clorurati (che si annidano nelle vernici e colle dei mobili), il tetracloroetilene presente nei detergenti, umidità, acari e muffa, creano un mix di sostanze dannose per la salute dell’uomo.
L’inquinamento indoor – dichiara Mannucci – risulta essere al 3° posto tra i massimi fattori di rischio per la morte di persone di tutte le età e ambo i sessi, preceduto solo da problemi di pressione sanguigna alta e da i danni provocati dal fumo.
Ecco le 8 regole che Mannucci segnala per salvaguardare la casa dall’inquinamento indoor:
- Non fumare e non permettere ad altri di fumare né in casa né in auto.
- Introdurre mobili, apparecchiature o utilizzare prodotti di consumo composti da sostanze il meno pericolose possibili.
- Seguire le indicazioni riportate sulle etichette dei prodotti per la pulizia della casa e non mischiarli.
- Controllare l’umidità, che non deve superare il 40-50% ed evitare la comparsa di macchie di muffa sui muri.
- Alcune piante da appartamento aiutano a ripulire l’aria dagli inquinanti, e in modo particolare dalla formaldeide. Sono: dracena, aloe, clorofito, crisantemo, gerbera, giglio, peperomia, falangio, sansevieria e ficus.
- Assicurarsi che gli impianti del gas e tutti i dispositivi che bruciano gas o altri combustibili siano ben installati, e curarne la manutenzione.
- Areare i locali almeno due volte al giorno e aprire sempre la finestra dopo aver cucinato (o mentre si cucina).
- Cambiare i filtri dei condizionatori a ogni inizio stagione e, nel periodo di utilizzo, lavarli con acqua e sapone ogni due settimane.
“Se come cittadini abbiamo un potere d’azione limitato rispetto all’inquinamento ambientale, tra le mura domestiche come singoli abbiamo una forte responsabilità nella lotta contro l’inquinamento indoor, che parte da una scelta ponderata dei prodotti per la detergenza da usare” afferma il Professor Mannucci.
Uno dei principali elementi che concorrono a inquinare le nostre case sono infatti i detergenti e i prodotti che quotidianamente si usano per distruggere i microbi e dare alle superfici domestiche quello splendore e quel profumo che tanto ci piace sentire quando entriamo in casa nostra. Ma che, insieme a vernici e solventi, candele e incensi, fumo e fumi di cottura, per non parlare dell’inquinamento esterno che si accumula nelle stanze e lì rimane, trasformano l’aria di casa in un nemico tanto invisibile quanto pericoloso.
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