Mostra A riveder le stelle - Padova
A cura di Manuela Vaccarone
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Padova
Realizzata in occasione del 700esimo anniversario della morte di Dante Alighieri, la mostra d'arte contemporanea dialogherà idealmente con gli affreschi di Giotto celebrando l'inserimento di Padova Urbs Picta ("I cicli affrescati del XIV secolo di Padova") nella Lista del Patrimonio Mondiale Unesco.
Attraverso la figurazione italiana contemporanea, proveniente dalla collezione bassanese "The Bank Contemporary Art Collection", si compie un omaggio a due pilastri della cultura trecentesca - Giotto e Dante - che rivoluzionarono il loro tempo, traghettando pittura e prosa nel futuro.
Massimo punto di raccordo tra i due autori medievali sono le stelle: le stelle di Giotto, ormai icona della Cappella degli Scrovegni, che ne sigillano la splendida volta, e quelle invocate da Dante nell'ultimo verso dell'Inferno, quando con Virgilio, dopo aver superato le tenebre, il Poeta contempla il cielo stellato, presagio del nuovo cammino di luce e di speranza.
Il percorso espositivo comprende una quarantina di opere, alcune delle quali realizzate per l'occasione da affermati artisti italiani (con un cameo internazionale) che si muovono nel solco della figurazione e si confrontano con le tematiche esistenziali che Giotto affresca nella Cappella degli Scrovegni e con quelle tradotte da Dante nella Commedia.
Le atmosfere narrate da Giotto e Dante vengono evocate dalle opere di:
Agostino Arrivabene, Saturno Buttò, Desiderio, Marco Fantini, Sergio Fiorentino, Giovanni Gasparro, Alfio Giurato, Federico Guida, Maurizio L'Altrella, Paolo Maggis, Vittorio Marella, Nicola Nannini, Sergio Padovani, Alessandro Papetti, Luca Pignatelli, Chiara Sorgato, Nicola Verlato e Santiago Ydanez, esposte nelle sale per le mostre temporanee del Museo Eremitani, appena ristrutturate.
Giotto lavora a Padova, alla Cappella degli Scrovegni, dal 1303 al 1305, realizzando un ciclo affrescato che, per contenuti e struttura formale, riecheggia nel componimento del Sommo Poeta. Evidente è, ad esempio, come l'organizzazione degli episodi che si susseguono a spirale nella Cappella degli Scrovegni rispecchi lo stesso movimento dei gironi danteschi. Questo movimento, sia pittorico che narrativo, è rafforzato da immagini speculari facilmente rintracciabili ora nei supplizi inflitti ai dannati, ora nel ruolo salvifico della Croce e del Creatore.
Quel che è massimamente evidente in entrambi gli autori è l'univocità dello sguardo: sia Giotto che Dante separano nettamente il bene dal male. Forniscono un'identica chiave di lettura: il libero arbitrio dell'uomo deve scegliere se proseguire nel male, andando quindi incontro ai tormenti, oppure seguire la retta via del bene che conduce al Regno dei Cieli. Dal Novecento in poi, come testimoniato anche dalle opere degli autori contemporanei in esposizione, il bene e il male non sono più separati: la luce e la tenebra si contagiano per disegnare nuovi paesaggi interiori.
La mostra è curata da Barbara Codogno.
Attraverso la figurazione italiana contemporanea, proveniente dalla collezione bassanese "The Bank Contemporary Art Collection", si compie un omaggio a due pilastri della cultura trecentesca - Giotto e Dante - che rivoluzionarono il loro tempo, traghettando pittura e prosa nel futuro.
Massimo punto di raccordo tra i due autori medievali sono le stelle: le stelle di Giotto, ormai icona della Cappella degli Scrovegni, che ne sigillano la splendida volta, e quelle invocate da Dante nell'ultimo verso dell'Inferno, quando con Virgilio, dopo aver superato le tenebre, il Poeta contempla il cielo stellato, presagio del nuovo cammino di luce e di speranza.
Il percorso espositivo comprende una quarantina di opere, alcune delle quali realizzate per l'occasione da affermati artisti italiani (con un cameo internazionale) che si muovono nel solco della figurazione e si confrontano con le tematiche esistenziali che Giotto affresca nella Cappella degli Scrovegni e con quelle tradotte da Dante nella Commedia.
Le atmosfere narrate da Giotto e Dante vengono evocate dalle opere di:
Agostino Arrivabene, Saturno Buttò, Desiderio, Marco Fantini, Sergio Fiorentino, Giovanni Gasparro, Alfio Giurato, Federico Guida, Maurizio L'Altrella, Paolo Maggis, Vittorio Marella, Nicola Nannini, Sergio Padovani, Alessandro Papetti, Luca Pignatelli, Chiara Sorgato, Nicola Verlato e Santiago Ydanez, esposte nelle sale per le mostre temporanee del Museo Eremitani, appena ristrutturate.
Giotto lavora a Padova, alla Cappella degli Scrovegni, dal 1303 al 1305, realizzando un ciclo affrescato che, per contenuti e struttura formale, riecheggia nel componimento del Sommo Poeta. Evidente è, ad esempio, come l'organizzazione degli episodi che si susseguono a spirale nella Cappella degli Scrovegni rispecchi lo stesso movimento dei gironi danteschi. Questo movimento, sia pittorico che narrativo, è rafforzato da immagini speculari facilmente rintracciabili ora nei supplizi inflitti ai dannati, ora nel ruolo salvifico della Croce e del Creatore.
Quel che è massimamente evidente in entrambi gli autori è l'univocità dello sguardo: sia Giotto che Dante separano nettamente il bene dal male. Forniscono un'identica chiave di lettura: il libero arbitrio dell'uomo deve scegliere se proseguire nel male, andando quindi incontro ai tormenti, oppure seguire la retta via del bene che conduce al Regno dei Cieli. Dal Novecento in poi, come testimoniato anche dalle opere degli autori contemporanei in esposizione, il bene e il male non sono più separati: la luce e la tenebra si contagiano per disegnare nuovi paesaggi interiori.
La mostra è curata da Barbara Codogno.
Regione: Veneto
Luogo: Museo Eremitani, piazza Eremitani 8
Telefono: 049/8204551
Orari di apertura: 9-19. Lunedì chiuso
Costo: 10 euro; ridotto 8 euro
Dove acquistare: www.padovacultura.it.
Sito web: www.padovamusei.it; www.thebankcollection.com
Organizzatore: Assessorato alla Cultura del Comune di Padova in collaborazione con "The Bank Contemporary Art Collection"