Mostra Eleonora Duse mito contemporaneo - Venezia
A cura di Manuela Vaccarone
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Per segnalare una mostra scrivere a eventi@cosedicasa.com
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Venezia
La mostra dedicata a Eleonora Duse è ospitata negli spazi di Palazzo Cini a San Vio.
Le stanze del primo piano sono attraversate dalle tracce di una personalità straordinaria: vestiti, oggetti, fotografie e documenti invitano i visitatori a entrare nel mondo di Eleonora Duse.
Il progetto espositivo è curato dall’Istituto per il Teatro e il Melodramma della Fondazione Giorgio Cini che custodisce il più grande archivio di oggetti e documenti appartenuto all’attrice.
La mostra rientra nel fitto programma di iniziative, ricerche ed eventi che l’Istituto sta realizzando in occasione del Centenario dalla scomparsa di Eleonora Duse, ponendosi come fulcro delle celebrazioni coordinate dal Comitato nazionale istituito nel marzo scorso e finanziato dal Ministero della Cultura.
Eleonora Duse è stata un’attrice rivoluzionaria acclamata dai pubblici di tutto il mondo e fonte d’ispirazione per le personalità più importanti e raffinate del teatro e della cultura dell’epoca, da Stanislavskij a Mejerchol’d, da Gordon Craig a Isadora Duncan.
Duse, nell’arco della propria carriera, promosse un nuovo modello di artista teatrale: consapevole, indipendente e costantemente alla ricerca di nuove sfide.
Sono dieci i modelli di alta sartoria, perfettamente conservati, presenti in mostra, che restituiscono il fascino dell’epoca e il gusto sofisticato del linguaggio sartoriale.
Così ci appare il soprabito in velluto nero foderato in raso rosso, realizzato nel 1910 dalla sartoria Magugliani.
E poi due modelli (uno dei quali esposto al pubblico per la prima volta) ideati dall’atelier Jean Philippe Worth negli anni Dieci, una delle prime case di moda attiva tra Londra e Parigi a cavallo tra i due secoli: sono due costumi in crespo di seta, uno color avorio e l’altro nero.
Del rapporto tra Worth e Duse ci è rimasta una fitta corrispondenza, in parte conservata tra le carte dell’attrice. Di Paul Poiret, invece, l’artista che agli inizi del XX secolo realizzò la prima forma di pantalone al femminile, è presente uno straordinario soprabito in cotone e taffetà di seta blu-rosso con decori nocciola.
E infine sei capi realizzati da Mariano e Henriette Fortuny, tra cui alcuni in taffettà di seta, tutte creazioni realizzate tra il 1909 e il 1920.
Tra gli oggetti, viene esposto per la prima volta l’orologio Cartier d’oro, che ha incise le due D intrecciate, che si possono interpretare come le iniziali Duse e D’Annunzio, e poi timbri, sigilli e i suoi passaporti.
Tra le fotografie in mostra alcune sono diventate gli emblemi dell’immagine pubblica dell’attrice. Lo scatto scelto come foto-simbolo per la mostra, ad esempio, è di Joseph Byron (1847-1923), il fotografo che tra i primi ha sperimentato l’uso del flash in scena. Scattata attorno al 1900, coglie Eleonora Duse nella parte della protagonista femminile de La Gioconda di Gabriele D’Annunzio.
Le stanze del primo piano sono attraversate dalle tracce di una personalità straordinaria: vestiti, oggetti, fotografie e documenti invitano i visitatori a entrare nel mondo di Eleonora Duse.
Il progetto espositivo è curato dall’Istituto per il Teatro e il Melodramma della Fondazione Giorgio Cini che custodisce il più grande archivio di oggetti e documenti appartenuto all’attrice.
La mostra rientra nel fitto programma di iniziative, ricerche ed eventi che l’Istituto sta realizzando in occasione del Centenario dalla scomparsa di Eleonora Duse, ponendosi come fulcro delle celebrazioni coordinate dal Comitato nazionale istituito nel marzo scorso e finanziato dal Ministero della Cultura.
Eleonora Duse è stata un’attrice rivoluzionaria acclamata dai pubblici di tutto il mondo e fonte d’ispirazione per le personalità più importanti e raffinate del teatro e della cultura dell’epoca, da Stanislavskij a Mejerchol’d, da Gordon Craig a Isadora Duncan.
Duse, nell’arco della propria carriera, promosse un nuovo modello di artista teatrale: consapevole, indipendente e costantemente alla ricerca di nuove sfide.
Sono dieci i modelli di alta sartoria, perfettamente conservati, presenti in mostra, che restituiscono il fascino dell’epoca e il gusto sofisticato del linguaggio sartoriale.
Così ci appare il soprabito in velluto nero foderato in raso rosso, realizzato nel 1910 dalla sartoria Magugliani.
E poi due modelli (uno dei quali esposto al pubblico per la prima volta) ideati dall’atelier Jean Philippe Worth negli anni Dieci, una delle prime case di moda attiva tra Londra e Parigi a cavallo tra i due secoli: sono due costumi in crespo di seta, uno color avorio e l’altro nero.
Del rapporto tra Worth e Duse ci è rimasta una fitta corrispondenza, in parte conservata tra le carte dell’attrice. Di Paul Poiret, invece, l’artista che agli inizi del XX secolo realizzò la prima forma di pantalone al femminile, è presente uno straordinario soprabito in cotone e taffetà di seta blu-rosso con decori nocciola.
E infine sei capi realizzati da Mariano e Henriette Fortuny, tra cui alcuni in taffettà di seta, tutte creazioni realizzate tra il 1909 e il 1920.
Tra gli oggetti, viene esposto per la prima volta l’orologio Cartier d’oro, che ha incise le due D intrecciate, che si possono interpretare come le iniziali Duse e D’Annunzio, e poi timbri, sigilli e i suoi passaporti.
Tra le fotografie in mostra alcune sono diventate gli emblemi dell’immagine pubblica dell’attrice. Lo scatto scelto come foto-simbolo per la mostra, ad esempio, è di Joseph Byron (1847-1923), il fotografo che tra i primi ha sperimentato l’uso del flash in scena. Scattata attorno al 1900, coglie Eleonora Duse nella parte della protagonista femminile de La Gioconda di Gabriele D’Annunzio.
Regione: Veneto
Luogo: Palazzo Cini, La Galleria San Vio, 864
Telefono: 041/2710236
Orari di apertura: 11-19. Martedì chiuso
Costo: 11,70 euro; ridotto 8 euro
Dove acquistare: https://shop.vivaticket.com/
Sito web: www.palazzocini.it/
Organizzatore: Istituto per il Teatro e il Melodramma