Mostra Fine, thank you. Sarah Fripon - Milano
A cura di Manuela Vaccarone
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Per segnalare una mostra scrivere a eventi@cosedicasa.com
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Milano
Renata Fabbri presenta la prima mostra personale in Italia di Sarah Fripon (Zeitz, Germania, 1989).
Il progetto si inserisce all’interno della programmazione della project room della galleria e presenta una serie di nuovi dipinti in dialogo con elementi scultorei che l’artista ha realizzato confrontandosi con le peculiarità del contesto espositivo.
Attingendo a un ampio archivio di immagini digitali, screenshot, foto stock, narrazioni pubblicitarie ed immaginari iconici che vengono citati, combinati e rielaborati secondo libere “catene di associazioni visive”, la pratica pittorica di Fripon restituisce i paradossi di una contemporaneità in crisi.
Realizzati con tinte principalmente tenui, i dipinti appaiono sbiaditi, simili a istantanee fuori fuoco di attimi fugaci e ricordi evanescenti, generando l’effetto di un disallineamento visivo ulteriormente enfatizzato dall’uso dell’aerografo.
Come una capsula del tempo senza connessioni con l’esterno, e all’apparenza senza destinazione precisa, il progetto ricrea un ambiente che restituisce frammenti di immagini e oggetti provenienti da una società distorta che si alimenta continuamente attraverso ingannevoli sovrastrutture capitalistiche prive di mezzi per raggiungere un fine.
Vago e concreto, il titolo indica un segnale, una risposta quasi scontata e “automatica” ad una domanda che, seppur intuibile, non ci è data sapere, almeno per ora.
Il progetto si inserisce all’interno della programmazione della project room della galleria e presenta una serie di nuovi dipinti in dialogo con elementi scultorei che l’artista ha realizzato confrontandosi con le peculiarità del contesto espositivo.
Attingendo a un ampio archivio di immagini digitali, screenshot, foto stock, narrazioni pubblicitarie ed immaginari iconici che vengono citati, combinati e rielaborati secondo libere “catene di associazioni visive”, la pratica pittorica di Fripon restituisce i paradossi di una contemporaneità in crisi.
Realizzati con tinte principalmente tenui, i dipinti appaiono sbiaditi, simili a istantanee fuori fuoco di attimi fugaci e ricordi evanescenti, generando l’effetto di un disallineamento visivo ulteriormente enfatizzato dall’uso dell’aerografo.
Come una capsula del tempo senza connessioni con l’esterno, e all’apparenza senza destinazione precisa, il progetto ricrea un ambiente che restituisce frammenti di immagini e oggetti provenienti da una società distorta che si alimenta continuamente attraverso ingannevoli sovrastrutture capitalistiche prive di mezzi per raggiungere un fine.
Vago e concreto, il titolo indica un segnale, una risposta quasi scontata e “automatica” ad una domanda che, seppur intuibile, non ci è data sapere, almeno per ora.
Regione: Lombardia
Luogo: Renata Fabbri, via A. Stoppani 15/c
Telefono: 02/42449047
Orari di apertura: 15,30-19,30 da martedì a sabato. Lunedì su appuntamento
Costo: Ingresso libero
Dove acquistare: 0 - ingresso libero
Sito web: www.renatafabbri.it
Organizzatore: Renata Fabbri Arte Contemporanea