Mostra Friedrich Andreoni e Roberto Casti, Fernweh – /ˈfɛɾnˌveː/ – II Atto - Milano

Manuela Vaccarone
A cura di Manuela Vaccarone
Pubblicato il 22/01/2025 Aggiornato il 22/01/2025
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Milano
In un contesto sociale che per alcuni aspetti ricorda la Dublino raccontata da James Joyce nel 1914 in Dubliners, i personaggi dei quindici racconti tornano attuali.

Ogni vicenda, infatti, presenta due costanti narrative: la paralisi collettiva, indotta dalla politica e dalla religione del tempo, e l’idea di fuga, come conseguenza di una rinnovata consapevolezza.

In particolare, in Eveline l’epifania è indotta dal suono di un organetto: la protagonista sceglie di fuggire da Dublino per ricominciare la sua vita a Buenos Aires ma, presa la decisione, la paura e i rimorsi la trattengono in Irlanda, lasciando così la speranza di una desiderata felicità, che si allontana nella personalizzazione di Frank su una nave diretta in Sud America.

Friedrich Andreoni (Pesaro, 1995) e Roberto Casti (Iglesias, 1992) sono stati invitati a riflettere sulle tematiche affrontate dal romanzo in relazione al contesto in cui vivono, rispettivamente Berlino e Milano.
Comparando i racconti del romanzo di Joyce alla situazione contemporanea, emergono degli elementi speculari: la sensazione di vuoto, la paralisi collettiva e il desiderio di fuga.

Dopo essere stata presentata presso lo spazio indipendente KA32 di Berlino a novembre 2023, Casa degli Artisti a Milano ospita il secondo atto dell’esposizione.

Attraverso installazioni sonore, sculture e performance, gli artisti indagano la necessità di raggiungere un luogo, materiale o immateriale, che consenta di astrarsi dalla frenesia e dal vuoto del vissuto, un rifugio dalle pressioni imposte dal contesto sociale della metropoli.
Non necessariamente una meta fisica ma anche una suggestione, una persona, un luogo ideale, una lettura o un suono che permetta, a colui che Stendhal definirebbe “privilegiato”, di chiudere gli occhi ed essere trasportato ovunque lo desideri.

Da qui la scelta del titolo: fernweh, dal tedesco fern: “lontano” e weh: “nostalgia”. Non direttamente traducibile in altre lingue, assume il significato di “vuoto che si prova nell’essere intrappolati nella quotidianità” e di conseguenza “nostalgia di un posto lontano” ideale o reale, conosciuto o da scoprire.

La mostra è a cura di Caterina Angelucci e Andrea Elia Zanini.

Didascalia della foto sotto:
Roberto-Casti, Aleph-Sardegna
Regione: Lombardia
Luogo: Casa degli Artisti, corso Garibaldi 89A/via Tommaso da Cazzaniga
Telefono: 392/3796688
Orari di apertura: 12,30-19. Lunedì chiuso
Costo: Ingresso libero
Dove acquistare: Ingresso libero
Sito web: www.casadegliartisti.org
Organizzatore: Casa degli Artisti
Milano, Casa Artisti, Roberto Casti_Aleph (Sardegna)