Mostra I miei pùpoli: Gaetano Kanizsa scienziato e artista - Trieste
A cura di Manuela Vaccarone
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Per segnalare una mostra scrivere a eventi@cosedicasa.com
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Trieste
In occasione del centenario dalla fondazione, l’Università degli studi di Trieste inaugura la mostra, un omaggio allo studioso e al patrimonio artistico e documentale dell’ateneo e del territorio.
Dal 1953 al 1983 Gaetano Kanizsa è stato, infatti, docente all’Università degli studi di Trieste dove ha fondato l’Istituto di Psicologia.
Sono oltre trenta le opere esposte, tra scientifiche e artistiche, in versione originale o tramite riproduzioni, per scoprire il mondo dei pùpoli, le entità visive uniche nel loro genere cui Kanizsa ha dedicato gran parte della sua vita artistica.
Attraverso colpi di pennello imbevuto di inchiostro nero e senza alcuna strutturazione predeterminata, Kanizsa tracciava sulla tela alcuni primi segni: solo in un secondo momento, guardati da lontano, con “occhio nuovo”, li arricchiva con altri.
Si formava così il pùpolo (in dialetto triestino “disegnino”, “scarabocchio”).
Tramite queste suggestioni visive Kanizsa ha esplorato le regole della percezione umana, interrogandosi sul complesso rapporto tra artista e osservatore. La pittura, nata anzitutto come un gioco, ha saputo influenzare l’intera attività scientifica dello studioso che ha realizzato tra gli anni Sessanta e il 1993 oltre 250 dipinti.
Otto, invece, le stazioni tematiche all’interno della mostra, ciascuna allestita con una o più opere scientifiche volutamente accostate alla corrispettiva trasposizione artistica a testimoniare il nesso esistente tra lo scienziato e il pittore: l’idea di ordine, tanto cara a Kanizsa.
Tra le opere esposte più famose, la versione originale del “Triangolo di Kanizsa”, un oggetto illusorio, un esempio di figura che deve la propria esistenza alle capacità produttive del sistema visivo.
La mostra, permanente, è a cura dei docenti Paolo Bernardis, Carlo Fantoni e Walter Gerbino del Dipartimento di Scienze della Vita dell’ateneo.
Dida: Gaetano Kanizsa, Orologi-1985.
Dal 1953 al 1983 Gaetano Kanizsa è stato, infatti, docente all’Università degli studi di Trieste dove ha fondato l’Istituto di Psicologia.
Sono oltre trenta le opere esposte, tra scientifiche e artistiche, in versione originale o tramite riproduzioni, per scoprire il mondo dei pùpoli, le entità visive uniche nel loro genere cui Kanizsa ha dedicato gran parte della sua vita artistica.
Attraverso colpi di pennello imbevuto di inchiostro nero e senza alcuna strutturazione predeterminata, Kanizsa tracciava sulla tela alcuni primi segni: solo in un secondo momento, guardati da lontano, con “occhio nuovo”, li arricchiva con altri.
Si formava così il pùpolo (in dialetto triestino “disegnino”, “scarabocchio”).
Tramite queste suggestioni visive Kanizsa ha esplorato le regole della percezione umana, interrogandosi sul complesso rapporto tra artista e osservatore. La pittura, nata anzitutto come un gioco, ha saputo influenzare l’intera attività scientifica dello studioso che ha realizzato tra gli anni Sessanta e il 1993 oltre 250 dipinti.
Otto, invece, le stazioni tematiche all’interno della mostra, ciascuna allestita con una o più opere scientifiche volutamente accostate alla corrispettiva trasposizione artistica a testimoniare il nesso esistente tra lo scienziato e il pittore: l’idea di ordine, tanto cara a Kanizsa.
Tra le opere esposte più famose, la versione originale del “Triangolo di Kanizsa”, un oggetto illusorio, un esempio di figura che deve la propria esistenza alle capacità produttive del sistema visivo.
La mostra, permanente, è a cura dei docenti Paolo Bernardis, Carlo Fantoni e Walter Gerbino del Dipartimento di Scienze della Vita dell’ateneo.
Dida: Gaetano Kanizsa, Orologi-1985.
Regione: Friuli Venezia Giulia
Luogo: Università degli studi di Trieste, edificio A, piazzale Europa 1
Telefono: 040/5588789
Orari di apertura: 9-18 da lunedì a venerdì. Sabato e domenica chiuso
Costo: Ingresso libero
Dove acquistare: 0 - ingresso libero
Sito web: https://dsv.units.it/
Organizzatore: Università degli studi di Trieste