Mostra JERNEJ FORBICI. AURI SACRA FAMES - Varese
A cura di Manuela Vaccarone
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Per segnalare una mostra scrivere a eventi@cosedicasa.com
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Varese
Jernej Forbici, artista sloveno e direttore creativo di ART STAYS, torna da PUNTO SULL’ARTE per un evento di tre giorni, dove esporrà un ciclo inedito di dipinti improntati sul tema della crisi climatica, all’interno dei quali emerge l’utilizzo della foglia oro, una novità nel suo linguaggio artistico.
L’artista sarà presente per tutta la durata dell’evento che si configura come un’imperdibile opportunità di approfondire con lui questo nuovo sviluppo del suo lavoro.
Auri Sacra Fames espressione deprecativa abbreviata di “Quid non mortalia pectora cogis, auri sacra fames” traduce e interpreta quella maledetta fame d'oro che seduce e attanaglia l'uomo moderno fino alla totale perdita di autocontrollo verso il proprio futuro e l'ambiente.
Dopo una breve pausa ed aver passato questi ultimi mesi in studio seguendo gli ultimi eventi internazionali, tra cui i negoziati e la riflessione sull'accordo da poco raggiunto a Dubai per una transizione dai combustibili fossili, l'artista ci presenta la salute del pianeta con il suo tradizionale e personale linguaggio pittorico fatto di colori, forme e improbabili e metaforici nuovi materiali in dialogo: oro e petrolio (uno dei tre combustibili fossili appunto).
In occasione dell’impegno internazionale della Cop28, era emerso un interesse economico – auri sacra fames - ineludibile con un piano diverso da quello inizialmente atteso, fatto, secondo parte dei paesi coinvolti, di accordi commerciali impropri poiché rappresentativi di una grave violazione dell'impegno preso nei confronti del cambiamento climatico, verso l'obiettivo di emissioni zero.
Un tema importante quello dell'ecologia a lungo seguito da Jernej Forbici (Maribor, Slovenia, 1980) che ruota attorno allo studio del paesaggio, dell'umano agire e delle tragiche conseguenze cui assiste con inquietudine e discernimento.
Rendendosi egli stesso regista del teatro della crudeltà umana, declina nelle nuove opere qui presentate, inesauribili e indelebili tracce pittoriche e sequenze installative secondo un duale e personale termometro visivo tra grandi cambiamenti e scenari apocalittici cui il nostro pianeta volge e situazioni stranianti, inquietanti eppure affascinanti.
Nelle sue tele ci si imbatte in una lettura dicotomica della realtà dove, alla bellezza del paesaggio contaminato, corrisponde silenzio e allarme. Non tutto è ciò che sembra. Qui l'uomo cerca, in un senso del mondo che gli si offre davanti affidandosi al limite dell'opera e del proprio corpo, una relazione dimenticata con la natura, quella stessa di cui l'arte da secoli, attraverso la sua stessa bellezza come l'umanità perduta si nutre.
L’artista sarà presente per tutta la durata dell’evento che si configura come un’imperdibile opportunità di approfondire con lui questo nuovo sviluppo del suo lavoro.
Auri Sacra Fames espressione deprecativa abbreviata di “Quid non mortalia pectora cogis, auri sacra fames” traduce e interpreta quella maledetta fame d'oro che seduce e attanaglia l'uomo moderno fino alla totale perdita di autocontrollo verso il proprio futuro e l'ambiente.
Dopo una breve pausa ed aver passato questi ultimi mesi in studio seguendo gli ultimi eventi internazionali, tra cui i negoziati e la riflessione sull'accordo da poco raggiunto a Dubai per una transizione dai combustibili fossili, l'artista ci presenta la salute del pianeta con il suo tradizionale e personale linguaggio pittorico fatto di colori, forme e improbabili e metaforici nuovi materiali in dialogo: oro e petrolio (uno dei tre combustibili fossili appunto).
In occasione dell’impegno internazionale della Cop28, era emerso un interesse economico – auri sacra fames - ineludibile con un piano diverso da quello inizialmente atteso, fatto, secondo parte dei paesi coinvolti, di accordi commerciali impropri poiché rappresentativi di una grave violazione dell'impegno preso nei confronti del cambiamento climatico, verso l'obiettivo di emissioni zero.
Un tema importante quello dell'ecologia a lungo seguito da Jernej Forbici (Maribor, Slovenia, 1980) che ruota attorno allo studio del paesaggio, dell'umano agire e delle tragiche conseguenze cui assiste con inquietudine e discernimento.
Rendendosi egli stesso regista del teatro della crudeltà umana, declina nelle nuove opere qui presentate, inesauribili e indelebili tracce pittoriche e sequenze installative secondo un duale e personale termometro visivo tra grandi cambiamenti e scenari apocalittici cui il nostro pianeta volge e situazioni stranianti, inquietanti eppure affascinanti.
Nelle sue tele ci si imbatte in una lettura dicotomica della realtà dove, alla bellezza del paesaggio contaminato, corrisponde silenzio e allarme. Non tutto è ciò che sembra. Qui l'uomo cerca, in un senso del mondo che gli si offre davanti affidandosi al limite dell'opera e del proprio corpo, una relazione dimenticata con la natura, quella stessa di cui l'arte da secoli, attraverso la sua stessa bellezza come l'umanità perduta si nutre.
Regione: Lombardia
Luogo: PUNTO SULL’ARTE, viale Sant’Antonio 59/61
Telefono: 0332/320990
Orari di apertura: 9,30-17 venerdì e sabato; 11-13; 15-17 domenica
Costo: Ingresso libero
Dove acquistare: Ingresso libero
Sito web: www.puntosullarte.com
Organizzatore: Punto sull'Arte