Mostra La Canestra di Caravaggio. Segreti ed enigmi della Natura Morta - Asti

Manuela Vaccarone
A cura di Manuela Vaccarone
Pubblicato il 27/11/2023 Aggiornato il 27/11/2023
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Asti
La mostra ospitata a Palazzo Mazzetti di Asti vede protagonista il celebre capolavoro del Merisi, Michelangelo Merisi detto Caravaggio, eccezionalmente prestato dalla Pinacoteca Ambrosiana di Milano.

Una mostra unica nel suo genere che racconta la nascita e l’evoluzione nel tempo della Natura Morta, genere pittorico che, nell’intera Storia dell’Arte italiana, viene inaugurato da Caravaggio proprio con la sua celebre Canestra di frutta (1597-1600).
A un Caravaggio appena ventitreenne l’opera viene commissionata dal Cardinale Federico Borromeo alla fine del Cinquecento e poi donata dallo stesso prelato milanese alla Biblioteca Ambrosiana nel 1607.

La mostra astigiana offre al pubblico un vero e proprio vocabolario in cui ogni frutto, vegetale, oggetto o animale rivela il proprio segreto.
Prima che Caravaggio creasse la sua Canestra, qualsiasi elemento decorativo compariva soprattutto a corredo di una o più figure umane, in posa o alle prese con un’attività legata alla cucina, al mercato o all’agricoltura.

Caravaggio è il primo a cancellare la presenza umana, riservando alla sola frutta raccolta in un canestro il compito di comunicare il messaggio devozionale che la tradizione attribuisce ai prodotti della terra.
In un’epoca fortemente condizionata dalla visione del mondo elaborata dal Concilio di Trento, anche la Canestra si inserisce negli strumenti di conversione elaborati dagli artisti per la Chiesa Cattolica.

Potrebbe risultare strano che un Cardinale così colto e raffinato come il Borromeo abbia voluto arricchire la sua collezione con una semplice raccolta di frutti, alcuni anche bacati, distraendo per un attimo le sue attenzioni dalle scene sacre. Ma in realtà sono innumerevoli i significati che la Chiesa attribuisce a ciascun frutto presente nella tela caravaggesca: il limone è simbolo di purezza per l’acidità del suo succo; la pesca, composta da polpa, nocciolo e seme è simbolo della Trinità e la forma della sua foglia richiama quella della lingua, invito a pronunciare la verità.

Ma i frutti più pregnanti in questa composizione sono la mela e l’uva. In primo piano, è visibile sulla mela il foro prodotto da un verme, che destina il frutto alla sua fine precoce, mentre le foglie dell’uva compaiono fresche sulla sinistra e secche a destra.
Si tratta di evidenti Memento mori, che Caravaggio esalta con un sapiente uso della luce e della superficie pittorica (le foglie sulla sinistra sono fresche e costellate di rugiada, quelle a destra sono ormai secche, fino a diventare soltanto ombre).

Il successo di questo quadro è talmente immediato da produrre la nascita di un genere, che nella mostra viene approfondito attraverso oltre venti preziose tele prestate da prestigiose collezioni private – come la collezione Pallavicini e la collezione Cremonini – e da vari e importanti musei (dalla Galleria Borghese alla Venaria Reale).

Una selezione di quadri provenienti da musei pubblici e da prestigiose collezioni private illustrano l’evoluzione del genere, ma soprattutto permettono al pubblico di scoprire tutti i significati nascosti negli elementi dipinti.

La mostra è a cura dello storico dell’arte Costantino D’Orazio.
Regione: Piemonte
Luogo: Palazzo Mazzetti, corso Vittorio Alfieri 357
Telefono: 0141/530403
Orari di apertura: 10-19 tutti i giorni
Costo: 13 euro; ridotto 10 euro
Dove acquistare: www.happyticket.it/asti/acquista-biglietti/265960-1065-5425-la-canestra-di-caravaggio.htm
Sito web: www.museidiasti.com/palazzo-mazzetti/
Organizzatore: Fondazione Asti Musei
La Canestra di Caravaggio. Segreti ed enigmi della Natura Morta