Mostra Marco Maria Zanin. ACACIA - Reggio Emilia

Manuela Vaccarone
A cura di Manuela Vaccarone
Pubblicato il 24/02/2025 Aggiornato il 24/02/2025
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Reggio Emilia (Reggio nell'Emilia)
Palazzo dei Musei a Reggio Emilia ospita un intervento artistico di Marco Maria Zanin che intreccia arte contemporanea, archeologia, antropologia e memoria personale.
Il progetto si sviluppa all’interno del Museo Gaetano Chierici di Paletnologia, proponendo un dialogo tra epoche diverse attraverso una metodologia che combina pratica artistica e artigianale.

Il progetto nasce da una storia personale dell’artista: la perdita della sorella gemella prima della nascita, da lui chiamata, affettuosamente, Acacia.
Attraverso un linguaggio visivo che intreccia scultura, fotografia, ceramica, bronzo, vetro e tessitura, l’artista costruisce un corredo funebre contemporaneo, in cui i manufatti si relazionano con i reperti archeologici della collezione.

Il progetto si fonda su un'idea di passaggio e trasformazione, dove la memoria del corpo, le emozioni e il lutto diventano materia viva, in grado di generare nuove possibilità di relazione con il passato e con il futuro.
La collezione si trasforma così in un archivio dinamico, capace di stimolare connessioni inedite tra il pubblico e il patrimonio, aprendo spazi di riflessione e nuove prospettive di interpretazione.

La metodologia di lavoro di Zanin è profondamente radicata nel rapporto tra arte e antropologia, con un approccio che concepisce l’opera come un processo di risignificazione della memoria collettiva e della tradizione attraverso la creazione artistica.

L’arte diventa un mezzo per attivare nuove letture del patrimonio culturale, interrogando il passato e rielaborandolo nel presente. Acacia si colloca così in uno spazio di tensione tra il personale e il collettivo, tra il simbolico e il tangibile, esplorando la capacità trasformativa degli oggetti e dei materiali.

La mostra si articola attraverso elementi realizzati in collaborazione con artigiani selezionati insieme alla Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte, istituzione non-profit la cui missione è proprio la tutela dell’artigianato artistico, partner culturale del progetto.
La firma di ogni pezzo riporterà anche il nome del maestro d’arte, riconoscendo così il contributo fondamentale degli artigiani nella creazione delle opere e sottolineando il carattere corale del processo artistico.

Le sculture in ceramica, realizzate con Antonino Negri (Lodi), riecheggiano le urne funerarie antiche e custodiscono le memorie delle eredità invisibili.

I manufatti in bronzo, frutto del lavoro con Tuorlo (Padova), emergono come tracce di un’infanzia non vissuta, evocando una memoria stratificata nel tempo.

I tessuti, realizzati su telai storici presso l’Atelier Giuditta Brozzetti (Perugia), raccontano una storia mitica di separazione e ricerca, mentre le opere in vetro, realizzate con Simone Crestani (Vicenza), si ispirano agli strumenti alchemici della trasformazione, evocando un processo di sublimazione e rinascita.

La fotografia, infine, completa il percorso espositivo con un racconto visivo che ripercorre il ciclo della vita e della perdita, muovendosi tra ricerca scientifica, documentazione antropologica e immaginario poetico.

La mostra è a cura di Irene Biolchini, Alessandro Gazzotti e Giada Pellegrini.
Regione: Emilia Romagna
Luogo: Museo Gaetano Chierici di Paletnologia | Palazzo dei Musei, via Lazzaro Spallanzani 1
Telefono: 0522/456816
Orari di apertura: 10-13 martedì, mercoledì e giovedì; 10-18 venerdì, sabato, domenica e festivi. Lunedì chiuso
Costo: Ingresso libero
Dove acquistare: Ingresso libero
Sito web: www.musei.re.it
Organizzatore: Comune di Reggio Emilia - Musei Civici in collaborazione con: Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte