Mostra PINK and POWERFUL - Varese
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A cura di Manuela Vaccarone
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Varese
La mostra collettiva presentata alla Galleria PUNTO SULL’ARTE celebra l’essere donna nella giornata simbolo della forza della voce femminile. Le sale della galleria sono allestite con dipinti e sculture inedite opera di tredici artiste donne della galleria varesina.
La poesia multicolore di Annalù ci incatena alla bellezza dei suoi Dreamcatcher, sculture in vetroresina che catturano lo spettatore con vortici ipnotici e andamenti spiraliformi, mentre Claudia Giraudo, che dipinge ad olio su tela, sceglie la figura dell’agnello come simbolo del sacrificio di sangue delle vittime di femminicidio.
Ilaria Del Monte realizza dipinti dal significato mistico, creando stanze dove il dialogo tra donne si fa magia e incantesimo e Alice Zanin ci rende invece partecipi del volo dei suoi uccelli fluttuanti, sculture leggere fatte in cartapesta, estremamente fedeli all’originale.
Le opere di Lara Martinato, attraverso l’uso della foglia oro e la rappresentazione della figura potente della donna samurai (contraltare alla tradizionale remissività della geisha), avviano un dialogo tra pittura, iconografia e misticismo.
La reinterpretazione dei personaggi Disney di Sabrina Milazzo, realizzata rigorosamente ad olio su tela, e l'indagine sull'overtourism di Valentina Diena, eseguita a matita colorata su carta, si riferiscono ambedue alle contaminazioni del pop.
Nonostante i loro approcci diversi, entrambe sono eccellenti nell'attenzione ai dettagli iperrealistici.
Ecco poi Valeria Vaccaro, che con le sue matite in marmo bianco di Carrara dal titolo Supermina invita le donne a riscrivere il proprio destino: in rosa.
Giungono poi le opere di Marika Vicari, boschi disegnati a grafite su tavola e arricchiti dall’acquerello, che diventano paesaggi emotivi.
Anche Valentina Ceci, con la sua fedele penna biro, immerge nel rosa una delle sue architetture, che strappa alla freddezza del design per precipitarla nel sogno.
E se Silvia Levenson ci avvisa che l’amore malato può avere la forma di due guantoni da boxe, sapientemente realizzati in cemento, Lene Kilde ci riporta alla nostra infanzia perduta con le sue bambine di calcestruzzo, filo metallico e “aria”.
Infine la scultura in marmo dall’aspetto curvilineo e sinuoso di Jill Höjeberg, ci narra il corpo femminile e la sua potenza di dare la vita.
La mostra è curata da Alessandra Redaelli.
La poesia multicolore di Annalù ci incatena alla bellezza dei suoi Dreamcatcher, sculture in vetroresina che catturano lo spettatore con vortici ipnotici e andamenti spiraliformi, mentre Claudia Giraudo, che dipinge ad olio su tela, sceglie la figura dell’agnello come simbolo del sacrificio di sangue delle vittime di femminicidio.
Ilaria Del Monte realizza dipinti dal significato mistico, creando stanze dove il dialogo tra donne si fa magia e incantesimo e Alice Zanin ci rende invece partecipi del volo dei suoi uccelli fluttuanti, sculture leggere fatte in cartapesta, estremamente fedeli all’originale.
Le opere di Lara Martinato, attraverso l’uso della foglia oro e la rappresentazione della figura potente della donna samurai (contraltare alla tradizionale remissività della geisha), avviano un dialogo tra pittura, iconografia e misticismo.
La reinterpretazione dei personaggi Disney di Sabrina Milazzo, realizzata rigorosamente ad olio su tela, e l'indagine sull'overtourism di Valentina Diena, eseguita a matita colorata su carta, si riferiscono ambedue alle contaminazioni del pop.
Nonostante i loro approcci diversi, entrambe sono eccellenti nell'attenzione ai dettagli iperrealistici.
Ecco poi Valeria Vaccaro, che con le sue matite in marmo bianco di Carrara dal titolo Supermina invita le donne a riscrivere il proprio destino: in rosa.
Giungono poi le opere di Marika Vicari, boschi disegnati a grafite su tavola e arricchiti dall’acquerello, che diventano paesaggi emotivi.
Anche Valentina Ceci, con la sua fedele penna biro, immerge nel rosa una delle sue architetture, che strappa alla freddezza del design per precipitarla nel sogno.
E se Silvia Levenson ci avvisa che l’amore malato può avere la forma di due guantoni da boxe, sapientemente realizzati in cemento, Lene Kilde ci riporta alla nostra infanzia perduta con le sue bambine di calcestruzzo, filo metallico e “aria”.
Infine la scultura in marmo dall’aspetto curvilineo e sinuoso di Jill Höjeberg, ci narra il corpo femminile e la sua potenza di dare la vita.
La mostra è curata da Alessandra Redaelli.
Regione: Lombardia
Luogo: PUNTO SULL’ARTE, viale Sant’Antonio 59/61 (Casbeno)
Telefono: 0332/320990
Orari di apertura: 9,30-17 da martedì a sabato. Domenica e lunedì chiuso
Costo: Ingresso libero
Dove acquistare: ingresso libero
Sito web: www.puntosullarte.com
Organizzatore: Galleria PUNTO SULL’ARTE