Mostra RETI 2024 - Milano
A cura di Manuela Vaccarone
Pubblicato il
Aggiornato il
AVVERTENZA: la Redazione non assume alcuna responsabilità, e pertanto non potrà essere ritenuta responsabile, per eventuali errori di indicazione delle date dei vari eventi che sono da considerare puramente indicative. Invitiamo i lettori a verificare l’esattezza delle date e degli orari di svolgimento delle varie manifestazioni, contattando preventivamente gli organizzatori ai numeri di telefono corrispondenti o visitando il sito web corrispondente.
Per segnalare una mostra scrivere a eventi@cosedicasa.com
Per segnalare una mostra scrivere a eventi@cosedicasa.com
-
Milano
La mostra presenta le opere di tre artisti contemporanei Paolo Cancelliere, Luca Cecioni e Claudio Magrassi a confronto con il lavoro di Rachele Bianchi, scultrice milanese scomparsa nel 2018. L’esposizione a “quattro voci”, a cura di Alessandra Redaelli, parte dal corpo, fulcro del lavoro di Rachele Bianchi.
È il corpo femminile, soprattutto, il centro del lavoro di Rachele Bianchi. Scandito in forme al tempo stesso morbide e rigorose, declinato con un linguaggio che se trova le sue radici nella grande scultura del Novecento, non disdegna riferimenti alla statuaria antica.
Un’indagine intorno alla donna che l’artista ha alimentato della propria esperienza, anche quella di madre, e che ha trovato compimento nelle grandi figure ammantate, vestite di forme che vanno a ripensare lo spazio; gusci, armature, case, architetture affascinanti che talvolta sono mosse in pieghe morbide, altre volte incise in segni geometrici, squadrate come sarcofagi, arrotolate in volute dalle suggestioni vegetali o ancora rese in reti fluttuanti.
A questi suoi corpi si affiancano oggi due pittori – Luca Cecioni e Paolo Cancelliere – insieme allo scultore Claudio Magrassi, in un dialogo intenso con la “padrona di casa”, un dialogo serrato, mai prevedibile, intrigante nelle affinità come nelle differenze.
Luca Cecioni lo fa attraverso figure che nello spazio sembrano dissolversi, lasciando di sé talvolta soltanto una sagoma bianca, ectoplasmatica, resa reale dal cono di luce che la investe. Anche quando il corpo è più presente, riconoscibile nel dettaglio, ugualmente la sua materia si scompone, va a fondersi con l’ambiente che la contiene, ci illude facendosi molle, acquatica, inconsistente.
Paolo Cancelliere sfida i confini del corpo restituendo al visitatore una visione deformata, scomposta, fluttuante, immergendolo in spazi che si fanno di volta in volta – e qui l’apparentamento alla scultura di Rachele Bianchi è davvero sorprendente – mantello, guscio, abito, sipario, casa o prigione.
Claudio Magrassi si spinge oltre il corpo espandendolo nello spazio e proiettandolo fuori dai suoi confini come se fosse spinto da forze contrastanti che si affrontano: caos e ordine, carnalità e decoro. Ecco allora il Pope – il Papa – con la testa che slitta all’indietro in una sorta di scivolamento del pensiero verso strade pericolose o proibite.
È il corpo femminile, soprattutto, il centro del lavoro di Rachele Bianchi. Scandito in forme al tempo stesso morbide e rigorose, declinato con un linguaggio che se trova le sue radici nella grande scultura del Novecento, non disdegna riferimenti alla statuaria antica.
Un’indagine intorno alla donna che l’artista ha alimentato della propria esperienza, anche quella di madre, e che ha trovato compimento nelle grandi figure ammantate, vestite di forme che vanno a ripensare lo spazio; gusci, armature, case, architetture affascinanti che talvolta sono mosse in pieghe morbide, altre volte incise in segni geometrici, squadrate come sarcofagi, arrotolate in volute dalle suggestioni vegetali o ancora rese in reti fluttuanti.
A questi suoi corpi si affiancano oggi due pittori – Luca Cecioni e Paolo Cancelliere – insieme allo scultore Claudio Magrassi, in un dialogo intenso con la “padrona di casa”, un dialogo serrato, mai prevedibile, intrigante nelle affinità come nelle differenze.
Luca Cecioni lo fa attraverso figure che nello spazio sembrano dissolversi, lasciando di sé talvolta soltanto una sagoma bianca, ectoplasmatica, resa reale dal cono di luce che la investe. Anche quando il corpo è più presente, riconoscibile nel dettaglio, ugualmente la sua materia si scompone, va a fondersi con l’ambiente che la contiene, ci illude facendosi molle, acquatica, inconsistente.
Paolo Cancelliere sfida i confini del corpo restituendo al visitatore una visione deformata, scomposta, fluttuante, immergendolo in spazi che si fanno di volta in volta – e qui l’apparentamento alla scultura di Rachele Bianchi è davvero sorprendente – mantello, guscio, abito, sipario, casa o prigione.
Claudio Magrassi si spinge oltre il corpo espandendolo nello spazio e proiettandolo fuori dai suoi confini come se fosse spinto da forze contrastanti che si affrontano: caos e ordine, carnalità e decoro. Ecco allora il Pope – il Papa – con la testa che slitta all’indietro in una sorta di scivolamento del pensiero verso strade pericolose o proibite.
Regione: Lombardia
Luogo: Archivio Rachele Bianchi, via Legnano 14
Telefono: 335/7369056
Orari di apertura: 10-18
Costo: Ingresso libero previa registrazione alla mail: info@archiviorachelebianchi.it
Dove acquistare: Ingresso libero
Sito web: www.archiviorachelebianchi.it; www.isorropiahomegallery.org
Organizzatore: Archivio Rachele Bianchi e Isorropia Homegallery