Mostra SGUARDI DIVERSI – Quando i robot incontrarono gli antichi Dei - Milano

A cura di Manuela Vaccarone
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Per segnalare una mostra scrivere a eventi@cosedicasa.com
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Milano
Fondazione Mudima presenta la mostra personale di Ale Guzzetti (Tradate (VA), 1953) che ripercorre la lunga parabola creativa dell’artista, tra i primi in Italia a sondare il binomio arte e tecnologia.
A partire dai primi anni Ottanta Guzzetti ha intrapreso una ricerca creativa volta a esplorare i territori dell’arte elettronica e interattiva, fino a indagare le potenzialità della robotica, della stampa 3D e delle scansioni digitali.
La mostra presenta un nucleo di opere del suo percorso pionieristico, sculture e installazioni in cui figure plastiche e circuiti elettronici istituiscono un rapporto attivo con lo spettatore, costantemente stimolato a diventare co-produttore delle opere stesse.
Accogliendo la sfida della complessità, teorizzata dall’epistemologo Edgar Morin, e collaborando con filosofi come Mauro Ceruti e Gianluca Bocchi - principali cultori in Italia della scienza della complessità - Guzzetti concepisce l’opera d’arte come un vero e proprio ecosistema, frutto delle interrelazioni con l’ambiente e delle connessioni che stabilisce con i fruitori.
Sin dalle prime sperimentazioni, le sue opere si configurano come oggetti “senzienti”: è il caso delle Sculture sonore, a cui l’artista inizia a lavorare nel 1983, aggregazioni di oggetti in plastica (bottiglie, boe, tubi) che ospitano circuiti elettronici o dispositivi luminosi in grado di emettere rumori, voci e luci, a seconda del contatto, diretto o indiretto, con i visitatori.
I lavori più recenti di Ale Guzzetti, Quando i robot incontrarono gli antichi Dei, approfondiscono ulteriormente il tema dell’ibridazione tra antichità e contemporaneità, forme classiche e tecnologie avanzate.
Dalla Medusa del Rondanini al Torso Gaddi, da una testa di Polifemo, risalente al II secolo a.C., a quella del dio Hypnos, conservata al British Museum: le riproduzioni stampate in 3D di busti e volti classici sono potenziate da visori, schermi e device di ultima generazione, come se i personaggi del passato cercassero di mimetizzarsi con l’uomo del nuovo millennio, ormai incapace di percepirsi senza ausilio tecnico.
La mostra è a cura di Gino Di Maggio.
A partire dai primi anni Ottanta Guzzetti ha intrapreso una ricerca creativa volta a esplorare i territori dell’arte elettronica e interattiva, fino a indagare le potenzialità della robotica, della stampa 3D e delle scansioni digitali.
La mostra presenta un nucleo di opere del suo percorso pionieristico, sculture e installazioni in cui figure plastiche e circuiti elettronici istituiscono un rapporto attivo con lo spettatore, costantemente stimolato a diventare co-produttore delle opere stesse.
Accogliendo la sfida della complessità, teorizzata dall’epistemologo Edgar Morin, e collaborando con filosofi come Mauro Ceruti e Gianluca Bocchi - principali cultori in Italia della scienza della complessità - Guzzetti concepisce l’opera d’arte come un vero e proprio ecosistema, frutto delle interrelazioni con l’ambiente e delle connessioni che stabilisce con i fruitori.
Sin dalle prime sperimentazioni, le sue opere si configurano come oggetti “senzienti”: è il caso delle Sculture sonore, a cui l’artista inizia a lavorare nel 1983, aggregazioni di oggetti in plastica (bottiglie, boe, tubi) che ospitano circuiti elettronici o dispositivi luminosi in grado di emettere rumori, voci e luci, a seconda del contatto, diretto o indiretto, con i visitatori.
I lavori più recenti di Ale Guzzetti, Quando i robot incontrarono gli antichi Dei, approfondiscono ulteriormente il tema dell’ibridazione tra antichità e contemporaneità, forme classiche e tecnologie avanzate.
Dalla Medusa del Rondanini al Torso Gaddi, da una testa di Polifemo, risalente al II secolo a.C., a quella del dio Hypnos, conservata al British Museum: le riproduzioni stampate in 3D di busti e volti classici sono potenziate da visori, schermi e device di ultima generazione, come se i personaggi del passato cercassero di mimetizzarsi con l’uomo del nuovo millennio, ormai incapace di percepirsi senza ausilio tecnico.
La mostra è a cura di Gino Di Maggio.
Regione: Lombardia
Luogo: Fondazione Mudima, via Alessandro Tadino 26
Telefono: 02/29409633
Orari di apertura: 11-13; 15-19. Sabato e domenica chiuso
Costo: Ingresso libero
Dove acquistare: ingresso libero
Sito web: www.mudima.net
Organizzatore: Fondazione Mudima