Mostra “Spiriti selvaggi. Antonio Ligabue e l’eterna caccia” – “Giuseppe Pende. Realtà, sogno e visione” - Fermo
A cura di Manuela Vaccarone
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Per segnalare una mostra scrivere a eventi@cosedicasa.com
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Fermo
Palazzo dei Priori di Fermo ospita due mostre, raddoppiando così l'offerta culturale con due pittori uniti dalla genialità, il sogno e la visione: Antonio Ligabue e Giuseppe Pende.
Le due mostre dedicate ai due artisti ne presentano la genialità, il tormento, la realtà e il sogno attraverso oltre 80 opere.
La mostra di Antonio Ligabue, curata da Vittorio Sgarbi e Marzio Dall’Acqua, propone oltre 40 opere, di cui il quadro immagine della mostra (“Vedova nera”) che non è esposto dal 2015 e due inedite (“Volpino” e “Aratura con buoi”).
L’esposizione di Fermo presenta la sua natura dipinta, teatro di una violenza implacabile, e alcuni autoritratti nei quali dipinge il proprio dolore esistenziale, gridandolo con l’urgenza di una sensibilità intensa e ferina. È il tormento di un’anima che grazie alla pittura trova la propria voce e il proprio riscatto.
Altrettante opere presentano l’arte di Giuseppe Pende, pittore sospeso tra innovazione e tradizione, spesso in fuga verso l’immaginario. Ha una visione paradisiaca della natura, un grande amore per il vero e la tendenza a rendere poetico e suggestivo il verosimile anche di soggetti irreali e fantastici.
La mostra è curata da Vittorio Sgarbi.
“Spiriti selvaggi. Antonio Ligabue e l’eterna caccia”
La mostra di Antonio Ligabue a Fermo è un’antologia di belve feroci che lottano per la sopravvivenza: una vera e propria giungla che l’artista immagina con allucinata fantasia fra i boschi del Po. La natura dipinta da Ligabue è il teatro di una violenza implacabile.
Con queste immagini primordiali si misura Ligabue, fuori del tempo e fuori del suo tempo. Negli autoritratti, invece, Ligabue esibisce il suo mondo interiore. Ligabue parla con sé stesso, si chiede e ci chiede qualcosa. Anche in questo caso è evidente il disagio.
“Giuseppe Pende. Realtà, sogno e visione”
Giuseppe Pende si distingue nel panorama del Novecento per la sua poetica originale e per la sua maestria nel vero e nel verosimile delle nature morte, dei ritratti, degli scorci pugliesi, marchigiani e di Zara e dei paesaggi inventati, spesso immersi in un’atmosfera da sogno.
Dipinge ciò che più ama per ottanta anni e riversa il suo intenso piacere di vivere nella pittura insieme a tutto l’amore per la bellezza del creato e lo fa con una nobile ricerca, una tecnica sopraffina e una creatività effervescente.
Dida: Antonio Ligabue, "Vedova nera", 1955. Palazzo dei Priori, Fermo.
Le due mostre dedicate ai due artisti ne presentano la genialità, il tormento, la realtà e il sogno attraverso oltre 80 opere.
La mostra di Antonio Ligabue, curata da Vittorio Sgarbi e Marzio Dall’Acqua, propone oltre 40 opere, di cui il quadro immagine della mostra (“Vedova nera”) che non è esposto dal 2015 e due inedite (“Volpino” e “Aratura con buoi”).
L’esposizione di Fermo presenta la sua natura dipinta, teatro di una violenza implacabile, e alcuni autoritratti nei quali dipinge il proprio dolore esistenziale, gridandolo con l’urgenza di una sensibilità intensa e ferina. È il tormento di un’anima che grazie alla pittura trova la propria voce e il proprio riscatto.
Altrettante opere presentano l’arte di Giuseppe Pende, pittore sospeso tra innovazione e tradizione, spesso in fuga verso l’immaginario. Ha una visione paradisiaca della natura, un grande amore per il vero e la tendenza a rendere poetico e suggestivo il verosimile anche di soggetti irreali e fantastici.
La mostra è curata da Vittorio Sgarbi.
“Spiriti selvaggi. Antonio Ligabue e l’eterna caccia”
La mostra di Antonio Ligabue a Fermo è un’antologia di belve feroci che lottano per la sopravvivenza: una vera e propria giungla che l’artista immagina con allucinata fantasia fra i boschi del Po. La natura dipinta da Ligabue è il teatro di una violenza implacabile.
Con queste immagini primordiali si misura Ligabue, fuori del tempo e fuori del suo tempo. Negli autoritratti, invece, Ligabue esibisce il suo mondo interiore. Ligabue parla con sé stesso, si chiede e ci chiede qualcosa. Anche in questo caso è evidente il disagio.
“Giuseppe Pende. Realtà, sogno e visione”
Giuseppe Pende si distingue nel panorama del Novecento per la sua poetica originale e per la sua maestria nel vero e nel verosimile delle nature morte, dei ritratti, degli scorci pugliesi, marchigiani e di Zara e dei paesaggi inventati, spesso immersi in un’atmosfera da sogno.
Dipinge ciò che più ama per ottanta anni e riversa il suo intenso piacere di vivere nella pittura insieme a tutto l’amore per la bellezza del creato e lo fa con una nobile ricerca, una tecnica sopraffina e una creatività effervescente.
Dida: Antonio Ligabue, "Vedova nera", 1955. Palazzo dei Priori, Fermo.
Regione: Marche
Luogo: Palazzo dei Priori, piazza del Popolo 5
Telefono: 0734/217140
Orari di apertura: 10,30-13; 15,30-18; sabato e domenica 10,30-13; 15,30-19. Lunedì chiuso
Costo: 8 euro; ridotto 6 euro
Dove acquistare: www.fermomusei.it
Sito web: www.fermomusei.it
Organizzatore: Maggioli Cultura e Turismo