Mostra Uno scatto che ci somiglia: la raccolta fotografica di Carlo Levi - Roma
A cura di Manuela Vaccarone
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Per segnalare una mostra scrivere a eventi@cosedicasa.com
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Roma
La mostra fotografica non si sviluppa lungo una linea cronologica che segue la vita dell’artista Carlo Levi (1902-1975) ma prova a individuare i nuclei tematici rilevanti che rimandano al suo percorso artistico e umano. La sintesi è in 120 scatti organizzati in 8 sezioni: la famiglia; il mondo privato: gli amori; immagini del confino; l’atelier; i ritratti d’autore; i reportage dei grandi maestri; i suoi viaggi; la figura pubblica.
Carlo Levi non ha mai scelto la fotografia come strumento espressivo autonomo, alla stregua della pittura, della scrittura narrativa, giornalistica, o poetica; né ci sono in famiglia testimoni che lo abbiano visto con una macchina fotografica in mano. E tuttavia la fotografia ha occupato un posto importante nella sua vita al punto da trasformarlo in un accurato raccoglitore di scatti che accompagnano tutto il percorso ricco e articolato della sua biografia e dei suoi percorsi creativi.
Le fotografie dell’Archivio, costituito da circa 10.000 fotografie delle quali 1500 sono online sul sito della Fondazione, restituiscono un altro “specchio” della sua composita avventura umana prima ancora che intellettuale e artistica; specchio diverso di quanto di sé Levi ci aveva già narrato nelle migliaia di tele dipinte.
L’album di famiglia ci illumina sull’atmosfera placida e sui tranquilli riti di una famiglia borghese benestante del primo Novecento, mentre non abbondano gli scatti che riguardano le sue relazioni con le tante figure femminili che hanno costellato la sua turbolenta vita sentimentale; presenze conturbanti sulle quali ci illumina la sua pittura mai avara di sé e la ricca ed eloquente corrispondenza.
Restano pochi, ma significativi, scatti presi durante il confino ad Aliano ma nulla che rinvii ai suoi molti rapporti con uomini politici, scrittori, artisti e intellettuali legati all’ampia rete clandestina di resistenza al nazifascismo, prima a Torino e Parigi poi a Firenze durante l’occupazione tedesca.
Un aspetto privato della sua vita di cui restano invece molte interessanti riprese fotografiche, anche d’autori noti, è quello dell’atelier nel quale l’artista svolge la sua attività di pittore e anche di scrittore.
La mostra fotografica fa parte del progetto “L’archivio fotografico di un protagonista del Novecento: Carlo Levi”, a cura di Daniela Fonti e Antonella Lavorgna per la Fondazione Carlo Levi, vincitore dell’avviso pubblico “Strategia Fotografia 2020” e promosso e sostenuto dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.
Carlo Levi non ha mai scelto la fotografia come strumento espressivo autonomo, alla stregua della pittura, della scrittura narrativa, giornalistica, o poetica; né ci sono in famiglia testimoni che lo abbiano visto con una macchina fotografica in mano. E tuttavia la fotografia ha occupato un posto importante nella sua vita al punto da trasformarlo in un accurato raccoglitore di scatti che accompagnano tutto il percorso ricco e articolato della sua biografia e dei suoi percorsi creativi.
Le fotografie dell’Archivio, costituito da circa 10.000 fotografie delle quali 1500 sono online sul sito della Fondazione, restituiscono un altro “specchio” della sua composita avventura umana prima ancora che intellettuale e artistica; specchio diverso di quanto di sé Levi ci aveva già narrato nelle migliaia di tele dipinte.
L’album di famiglia ci illumina sull’atmosfera placida e sui tranquilli riti di una famiglia borghese benestante del primo Novecento, mentre non abbondano gli scatti che riguardano le sue relazioni con le tante figure femminili che hanno costellato la sua turbolenta vita sentimentale; presenze conturbanti sulle quali ci illumina la sua pittura mai avara di sé e la ricca ed eloquente corrispondenza.
Restano pochi, ma significativi, scatti presi durante il confino ad Aliano ma nulla che rinvii ai suoi molti rapporti con uomini politici, scrittori, artisti e intellettuali legati all’ampia rete clandestina di resistenza al nazifascismo, prima a Torino e Parigi poi a Firenze durante l’occupazione tedesca.
Un aspetto privato della sua vita di cui restano invece molte interessanti riprese fotografiche, anche d’autori noti, è quello dell’atelier nel quale l’artista svolge la sua attività di pittore e anche di scrittore.
La mostra fotografica fa parte del progetto “L’archivio fotografico di un protagonista del Novecento: Carlo Levi”, a cura di Daniela Fonti e Antonella Lavorgna per la Fondazione Carlo Levi, vincitore dell’avviso pubblico “Strategia Fotografia 2020” e promosso e sostenuto dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.
Regione: Lazio
Luogo: Fondazione Carlo Levi, via Ancona 21
Telefono: 06/44230740
Orari di apertura: 16-19 lunedì, martedì, giovedì; 10-13 mercoledì, venerdì
Costo: Ingresso libero
Dove acquistare: Ingresso libero su prenotazioni all’indirizzo mail carlolevifondazione@gmail.com
Sito web: www.carlolevifondazione.it
Organizzatore: Fondazione Carlo Levi