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Non tutta la plastica è uguale per l’ambiente: quella monouso di bottiglie, cannucce, stoviglie e altri prodotti d’uso comune ha un impatto molto più inquinante rispetto a quello degli oggetti durevoli che rimangono magari nelle case per decenni.
È vero che la raccolta differenziata dei materiali usa e getta è sempre più capillarmente diffusa nei Paesi europei, ma si è ormai consapevoli che non sia più una soluzione sufficiente. Riciclare la plastica è fondamentale, ma non basta, perché il riciclo comporta costi energetici ingenti.
Da alcuni anni l’UE ha iniziato quindi a varare provvedimenti specifici volti a ridurre gradualmente la produzione, la vendita e il consumo degli oggetti monouso. Quelli in plastica per primi, ma non solo. Alla base di questo procedimento normativo c’è infatti la volontà di sostituire, ogni volta che è possibile, l’usa e getta con alternative riutilizzabili e riciclate. In molti casi (come per piatti, bicchieri e contenitori), materiali biodegradabili e compostabili possono prendere il posto della plastica. Eppure anche questa non è, alla lunga, la scelta migliore. Occorre invece puntare di più sul riuso, evitare gli sprechi, acquisire nuove abitudini nel rispetto della Terra. Non è più sostenibile che si consumino energia e risorse per produrre, per esempio, un bicchierino da caffè da utilizzare per pochi secondi e poi gettare tra i rifiuti. Il programma di messa al bando del monouso segue iter diversi nei vari Paesi dell’Unione: entro il 2030 si dovrebbero vedere – secondo il programma condiviso – i primi risultati concreti.
L’origine dei polimeri
I materiali plastici, compresi quelli di cui sono fatti i prodotti usa e getta, sono polimeri chimici perlopiù derivati dal petrolio. Dal momento che si tratta di sostanze non biodegradabili, se vengono dispersi rimangono nell’ambiente per centinaia di anni; anche raccolta differenziata, smaltimento e riciclo comportano un alto dispendio d’energia. L’uso della plastica nel mondo per il consumo immediato comporta un’impressionante quantità di rifiuti al giorno. Esistono anche polimeri di origine naturale, ottenuti a partire da cellulosa o amido di mais: gli oggetti in questi materiali sono al momento esclusi dalla normativa europea che limita l’impiego di prodotti usa e getta.
Gli step progressivi in italia (e in europa)
L’iter per la limitazione della plastica usa e getta coinvolgerà, con provvedimenti ad hoc, tutti i Paesi membri dell’UE. Dallo scorso anno è stato posto il divieto di commercializzare alcuni prodotti in plastica monouso tra cui piatti, posate, cannucce, miscelatori per bevande, contenitori, tazze e vaschette in polistirene espanso per cibo da asporto e fast food, bastoncini per palloncini, sacchetti in plastica leggera. Entro il 2025 andranno ridotti del 50% (dell’80% entro il 2030) i filtri delle sigarette che sono composti di fibre plastiche. Nel 2026 il traguardo sarà una significativa riduzione dei contenitori in plastica monouso per il consumo immediato o l’asporto di cibo. Entro il 2029 la raccolta differenziata delle bottiglie in PET dovrà raggiungere almeno il 90% evitando la dispersione dei tappi dopo l’uso. Nel 2030 scatterà l’obbligo di produrre le bottiglie con almeno il 30% di PET riciclato.
Le novità legislative
Il riferimento normativo più recente è il Decreto Legislativo 196 dell’8 novembre 2021 (in vigore in Italia dal 14 gennaio 2022), relativo all’incidenza di determinati prodotti di plastica – quelli monouso, appunto – sull’ambiente, in particolare quello acquatico.
Il Decreto mette in atto la Direttiva UE 2019/904, nota anche come direttiva SUP (Single Use Plastics) che, in vigore dal 3 luglio 2021, si pone l’obiettivo di ridurre progressivamente, entro il 2026, la produzione e il consumo di prodotti in plastica usa e getta nei Paesi europei. Tra i punti chiave del provvedimento: disincentivare il consumo di plastica monouso quando sono disponibili alternative, ridurne l’immissione sul mercato, favorire l’impiego di plastica riciclata in base ai principi dell’economia circolare.
Un’idea per l’asporto
Packaging e contenitori in plastica per il cibo e le bevande da asporto rappresentano una voce significativa del comparto usa e getta. Attraverso il progetto No-Pla, l’associazione Giacimenti Urbani (www.giacimentiurbani.eu) lancia la campagna NoPlà AGain contro lo spreco di risorse e per contrastare la produzione di rifiuti. In collaborazione con la Scuola Agraria del Parco di Monza, verrà sperimentato l’uso di vaschette riutilizzabili in bar e ristoranti e, a Milano, anche presso alcuni negozi Naturasì. Il modello è quello svizzero di reCircle che si va diffondendo anche in Danimarca, Estonia, Germania e Paesi Bassi.
Si ringrazia per la collaborazione: Giacimenti Urbani – http://www.giacimentiurbani.eu
Tratto da Cose di Casa cartaceo di febbraio 2021