Sembra un’affermazione perentoria, in realtà è soprattutto una domanda aperta e una riflessione: Capitalism is over, il capitalismo è finito? E se è così, che cosa accade di conseguenza nel mondo del design? Per la Design Week milanese, l’associazione Raumplan (www.raumplan.info), in collaborazione con Cascina Cuccagna, propone negli spazi della cascina in zona Porta Romana a Milano, un percorso di voci alternative del design contemporaneo, e anche un viaggio nella memoria con una mostra di immagini che rappresentano oggetti simbolo del design industriale. L’esposizione, suddivisa in più sezioni che animano i diversi ambienti, vede la partecipazione di designer esordienti e affermati che hanno in comune scelte alternative “anticrisi” per la produzione e la diffusione dei loro progetti.
Le mostre fotografiche But it used to be so cool (foto di Louis De Belle) e Bigger Faster Cheaper (scatti di Delfino Sisto Legnani) raccontano i cicli dell’economia basata sul capitalismo, fatta di periodi di crescita, picchi e recessioni. Le immagini pongono soprattutto l’accento sulla ditta Olivetti, fiore all’occhiello del made in Italy dal 1908 a oggi ed esempio di grande realtà produttiva; vengono ripercorsi i cambiamenti nel tempo della sua produzione per oggetti di uso quotidiano per il lavoro d’ufficio, dalla macchina da scrivere (a cominciare dalla classica Lettera 22) ai computer. Sempre attraverso le fotografie viene raccontata la rapida trasformazione attuale della produzione nell’epoca di Capitalism is over,con il passaggio dall’offerta prevalente di beni a quella di servizi (da Ikea ad Amazon).
La parola agli oggetti
Capitalism is over presenta poi, nelle altre sezioni, i progetti di designer che hanno scelto l’autoproduzione d’impronta artigianale, il riutilizzo di materiali e l’autodiffusione del prodotto come strumenti per contrastare la crisi.
Per 12th Living (www.12thliving.com), ecco quindi un salotto per l’outdoor con morbide sedute relax in materiali impermeabili, sulle quali abbandonarsi; ZarCola (www.zarcola.com) propone una scenografica architettura in legno realizzata in quattro giorni di workshop di falegnameria prima dell’apertura della mostra e che verrà utilizzata nel Terraforma Festival di Villa Arconati; Maya Manz (www.mayamanz.ch) riutilizza vecchi specchi per costruire mobili e incorniciare foto; la falegnameria Ragone mette in mostra un tavolo artistico in legno che il cliente può personalizzare. L,Unica presenta le diverse versioni di un cult dell’auproduzione di design: una libreria professionale, ora disponibile per tutti, in materiali tradizionali (legno o metallo) o ecostenibili (assi da cantiere e ferro grezzo); è facile da montare da soli, componendola a piacere e scegliendo anche l’inclinazione dei ripiani, ruotabili a 360°. L,unica (come altre realtà a Capitalism is Over) ha scelto di puntare esclusivamente sulla diffusione attraverso il web, con la possibilità per il cliente di personalizzare la libreria nelle dimensioni e nella finiture grazie a un semplice programma (www.lunicalibreria.com).
Per Capitalism is over c’è infine anche chi, spaziano dal design alla moda, ha inventato un sistema alternativo e molto pratico per annodare la cravatta (T by Eclepti).