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Per il packaging su scala industriale degli alimenti, e la conservazione domestica dei cibi, le pellicole trasparenti in polimeri plastici – sintetizzate a partire dagli anni ’50 – si sono rese sempre più indispensabili. I consumatori ne fanno larghissimo uso in cucina: milioni di rotoli ogni anno. Nelle diverse formulazioni e marchi immessi sul mercato, i componenti base sono perlopiù polietilene, pvc, polivinildenclorulo (PVDC), tutte sostanze derivate dal petrolio e con un forte impatto ambientale in fase di produzione e di smaltimento. Alternativa ai film plastici è il cellophane™, nome commerciale cui fa riferimento un’ampia tipologia di pellicole sottili e trasparenti derivate dalla cellulosa; inventate ai primi del ‘900, sono ancora oggi in vendita, ma meno utilizzate dei prodotti a base di polimeri, che sono meno costosi.
Difficile lo smaltimento dello pellicole plastiche
Le principali qualità delle pellicole plastiche – impermeabili all’acqua e all’ossigeno, resistenti a caldo e freddo e praticamente indistruttibili – sono le stesse che le rendono inquinanti, pur se meno di altri articoli usa e getta. Indubbiamente contribuiscono a ridurre gli sprechi alimentari perché allungano la vita dei cibi freschi, in particolare di frutta e verdura; l’aspetto negativo è che non sono biodegradabili ed ecocompatibili. I film per alimenti sono infatti monouso, non riutilizzabili e difficili da riciclare perché i costi ancora non sono sostenibili. Se abbandonati nell’ambiente, si degradano molto lentamente e rilasciano sostanze chimiche nocive. La ricerca si concentra su nuove opzioni per il riciclo e anche su alternative ai polimeri di origine naturale, alcune già commercializzate in Italia. Un consiglio sempre valido è comunque quello di limitare l’uso delle pellicole allo stretto necessario, preferendo altre soluzioni per conservare gli avanzi: la carta oleata, l’alluminio, i contenitori ermetici lavabili riutilizzabili, meglio se in vetro.
Pro e contro delle pellicole alimentari
- PRO: le pellicole alimentari sono pratiche, mantengono più a lungo la freschezza, le proprietà organolettiche e il sapore degli alimenti freschi, crudi e cotti. Non rientrano tra i prodotti monouso messi al bando dalla direttiva SUP (Single Use Plastic) dell’UE, in vigore da gennaio 2022.
- CONTRO: l’impiego di polimeri derivati del petrolio ha un impatto inquinante nel ciclo di vita, per la presenza di Ftaati e altre sostanze chimiche potenzialmente nocive che devono comunque rispettare proporzioni e limiti strettamente regolamentati dalla normativa europea.
Nuova sfida: le pellicole edibili
I problemi di smaltimento sarebbero azzerati se le pellicole non costituissero un rifiuto e, anzi, si potessero a loro volta mangiare dopo l’uso. Alla messa a punto di un simile prodotto ha lavorato un team di ricercatori brasiliani della São Paulo State University. Ingrediente base del film edibile sono le gelatine alimentari che, con l’aggiunta di additivi, diventano una bioplastica resistente ed efficace; il composto contiene sostanze antiossidanti e antibatteriche e oli essenziali che ne migliorano il gusto. Altra soluzione, inventata negli USA, è la pellicola spray commestibile che, spruzzata sulla frutta, la mantiene fresca più a lungo, riducendo ossidazione e disidratazione: è infatti nel settore ortofrutticolo che si concentra il più alto consumo di pellicole alimentari. La catena di supermercati Lidl sperimenta per il packaging dei suoi prodotti un nuovo materiale a base di pomace, derivato dai resti avanzati dall’estrazione su scala industriale di succhi vegetali, per esempio dalle olive e dall’uva.
Pellicole 100% naturali, con cera d’api
Più che pellicole sono veri e propri tessuti, concepiti per la conservazione degli alimenti in alternativa ai prodotti in polimeri plastici. Distribuiti nel mondo e in Europa con diversi marchi e formule, sono accomunati dall’impiego di sostanze 100% naturali e sostenibili (come fibre vegetali e cera d’api); sono riutilizzabili più volte e compostabili a fine vita. Uno di questi è realizzato in Svizzera e commercializzato in Italia da 4you Design (www.4youdesign-shop.com). Sotto forma di sacchetti, panni o rotoli, il tessuto è fatto di cotone biologico certificato che, grazie all’impregnatura con cera d’api, olio di jojoba e resina di pino, risulta impermeabile e resistente e acquista proprietà che lo assimilano alle pellicole plastiche per la conservazione dei cibi. Ne esiste una versione vegan in cui la cera d’api è sostituita da quelle naturali di candelilla, soia pura e olio di cocco. La novità non è solo nei materiali, anche nella scelta di contrastare “l’usa e getta” con qualcosa di relativamente durevole. In più, il dettaglio estetico: questa pellicola naturale è decorata con diversi motivi. È adatta per avvolgere frutta, verdure, erbe aromatiche, formaggi, pane e prodotti da forno (non carne e pesce crudi).