Il concorso di idee “San Vittore, spazio alla bellezza”, promosso da Triennale Milano e dalla casa circondariale milanese, è giunto all’ultima fase. La giuria – gli architetti Stefano Boeri, Lorenza Baroncelli e Franco Raggi, il filosofo Leonardo Caffo, il direttore di San Vittore Giacinto Siciliano – ha infatti espresso il suo parere, premiando sei candidature, sulle ventinove pervenute.
Ora l’architetto Fabio Novembre seguirà i vincitori, coordinandoli nell’assegnazione dei casi studio individuati all’interno del carcere, nei rispettivi sopralluoghi e nello sviluppo dei temi progettuali. I lavori saranno poi presentati al pubblico a giugno di quest’anno.
Obiettivo dell’iniziativa è coinvolgere progettisti, designer, urbanisti, creativi in una nuova concezione della casa circondariale di Milano, al fine di mutarne la percezione da parte di chi purtroppo la vive quotidianamente e nel contempo migliorarne la funzionalità. Parallelamente allo sviluppo del concorso di idee è stata infatti condotta (da parte della Fondazione Maimeri, con il supporto di Shifton e dell’Associazione Amici della Nave) una ricerca tra le mura, per individuare le reali necessità di detenuti e personale, oltre che la percezione del sito da parte dei cittadini del capoluogo lombardo.
La relazione tra Triennale e Casa Circondariale Francesco Di Cataldo – San Vittore non è nuova: nel 2018 era stato infatti avviato il progetto “ti Porto in prigione” dell’Associazione Amici della Nave, mostra fotografica con corollario di incontri e di dibattiti, mentre l’anno seguente lo scambio era proseguito con “PosSession”, dialogo tra fotografia e teatro come riflessione sulla detenzione femminile e sulle potenzialità dell’arte come strumento di recupero. Due realtà che a Milano, come sottolinea il presidente della Triennale Boeri, “si trovano a poche centinaia di metri l’una dall’altra, ma la distanza è enorme”.
E il percorso fruttuoso di collegamento quest’anno vede in aggiunta il progetto Stanze Sospese di ridisegno degli arredi del carcere, coordinato dall’architetto Franco Raggi.