Per gli eventi del Fuorisalone 2017, oggi 3 aprile, conferenza stampa di Artemide. Nello showroom di via Manzoni, una mattinata all’insegna dell’innovazione tecnologica con la presentazione delle novità del marchio che ha contribuito a scrivere la storia dell’illuminazione made in Italy. Parte la Design Week 2017.
Artemide ha presentato una generazioni di prodotti concettualmente nuovi, che accolgono intelligenze di gestione innovative, nati da importanti collaborazioni con ricercatori e studi internazionali di architettura mantenendo sempre una visione umanistica del progetto, la “Human & Responsible Light” che da anni contraddistingue Artemide. Oggi, nel secolo della fotonica, la luce è molto più di ciò a cui siamo abituati. Non è più solo “una lampada” ma interazione IoT, Li-Fi, sensori, software, App. La tecnologia è interpretata con intelligenza rispetto alle necessità funzionali, alla qualità della luce e della sua percezione, ad una lettura contemporanea ed evoluta della relazione tra luce ambiente e uomo.
L’introduzione del Presidente di Artemide, Ernesto Gismondi, sottolinea quanto la ricerca e l’innovazione abbiano un ruolo rilevante, e siano fondamentali, per la produzione dell’azienda. Proiettata in un futuro che è ormai alle porte. A Carlotta de Bevilacqua, vice presidente di Artemide, il compito di introdurre le novità, illustrate dai rispettivi progettisti, sempre più di respiro internazionale. Artemide oggi ha presentato un mondo di prodotti trasversali adatti a diversi application fields: una luce dall’alta performance ma con un’espressività unica capace di emozionare sia attraverso la presenza e la bellezza del prodotto sia grazie all’assenza e alla luce pura.
Yanzi, design Neri & Hu, è una leggera composizione di segni grafici: un equilibrio di strutture come rami o trespoli su cui poggiano più figure stilizzate per declinare versioni e qualità di luce. Sono iconiche rondini dal corpo in ottone spazzolato, con il capo come una sfera in vetro bianco che racchiude la luce, libere o racchiuse in gabbie di vetro.
Artemisia, design Paolo Rizzatto, “La lampadina è il centro del progetto. Il paralume è la forma più risolta del far luce, è lo strumento ottico più antico e universale. Riassume in sé le tre forme della luce: diffusa, diretta ed indiretta.“ Il progetto parte dalla volontà di essere un prodotto democratico capace di durare nel tempo grazie ad un attacco universale E27 flessibile nel seguire l’evoluzione della tecnologia delle sorgenti e capace di lasciare la piena libertà nella scelta della propria luce. La struttura è intelligente, come fosse uno scheletro meccanico. Ospita la lampadina al centro e ha due bracci orientabili che portano il paralume. Il paralume è costituito da due superfici piane geometricamente identiche tra loro che unite dalle braccia definiscono la geometria tridimensionale. L’elemento strutturale resta visibile interrompendo in due punti la superficie diffondente. La struttura interna non è fissa, le aste che sostengono il paralume possono essere inclinate così da definire una geometria generatrice del paralume che val da cono al cilindro – cambiando non solo la forma ma anche le performance. La meccanica consente interazione con paralume che genera variazione ottica e ambientale di luce.
Meti, design Paolo Rizzatto, è un sistema che combina luce e divisione spaziale. È composto da un profilo di luce che corre sospeso e, a partire da una sezione apparentemente elementare, genera una performance di luce controllata nello spazio. Leggere frange di diverse lunghezze filtrano la luce e si inseriscono nello spazio per disegnarne la percezione. Lo stesso intelligente profilo sostiene infatti una serie di frange in tessuto che ricadendo sui due lati interagiscono con la luce emessa. Questi elementi completano Meti con diversi colori, monocromatiche o multicolore possono generare pattern che contribuiscono a caratterizzare l’ambiente. Meti definisce così gli ambienti non solo attraverso la performance di luce ma anche con una divisione fisica degli spazi. Il sistema è composto da tre elementi di base, un modulo lineare e due diverse curve che permettono di muoversi liberamente per disegnare geometrie complesse, aperte o chiuse che seguono le esigenze funzionali e l’architettura. Possono diventare strumento di definizione della percezione spaziale attraverso leggere chiusure che schermano la visione. Meti si può infatti comporre con la massima flessibilità non solo nelle geometrie del profilo per seguire gli spazi ma anche variando e alternando le diverse lunghezze degli elementi in tessuto.
Calipso, design Neil Poulton, è formata da tanti piccoli cerchi di diametro variabile si affiancano con precisione per ricostruire un insieme organico. Questa griglia caratterizza esteticamente ma anche otticamente Calipso definendo un’emissione comfort. Calipso è un oggetto di luce di grande emozione che sintetizza intelligenza ottica ed estetica. Ha una performance perfetta per l’ufficio ma è al tempo stesso lontano dalla tradizionale idea estetica degli apparecchi più tecnici dedicati al mondo del lavoro. Calipso si inserisce perfettamente nel mondo di prodotti trasversali tra il domestico e il professionale, adatti a diversi application fields che da sempre caratterizza l’approccio Artemide ad una luce dall’alta performance ma con un’espressività unica capace di emozionare.
Harry H., design Carlotta de Bevilacqua, è una sospensione “ibrida” che coniuga la tecnologia Led e quella Oled. È un sistema aperto che rompe gli schemi tradizionali, un sistema ibrido che affianca LED e OLED valorizzando i pregi delle due tecnologie e combinandoli per offrire il massimo delle performance per l’uomo e i suoi bisogni. All’interno della geometria morbida di un diffusore realizzato in vetro soffiato si sviluppano due macchine ottiche distinte che collaborano per ottenere una qualità di luce capace di assecondare diversi scenari e garantire ottime performance. La parte inferiore è costituita da 4 coppie di pannelli OLED orientabili che emettono su entrambi i lati e generano una coincidenza tra sorgente e riflettore. La loro inclinazione fa sì che la luce emessa sia controllata dalla geometria che i pannelli stessi vanno a costituire e riflessa al loro interno in una sorta di riflettore-mixing chamber così da ottimizzarne la performance concentrando l’emissione. Da spenti i pannelli sono una superficie specchiata che riflette l’ambiente e la luce emessa dalla sorgente led superiore. A partire dall’emissione di un LED COB l’ottica superiore lavora attraverso geometrie, materiali e finiture innovative per controllare la luce e diffonderla nell’ambente soprattutto lateralmente e solo per una piccola parte in modo indiretto. Harry H è progettata anche in una versione più democratica che sostituisce un tradizionale attacco E27 alle sorgenti LED ed OLED.
Tempio, design Atelier Oi, è un’elegante lampada da tavolo perfetta per creare una luce Tempio is an elegant table lamp, ideal to create mood lighting, as well as d’atmosfera oltre che per illuminare una scrivania domestica, la sua luce è to illuminate a home desk top. Its light output is diffused, yet controlled; diffusa ma controllata, la sua forma è capace di caratterizzare un ambiente its shape can characterize a room, also through colour. anche grazie al colore.
Emera, design Ernesto Gismondi e Daniele Moioli, è una lampada da tavolo. È la base a tronco di cono, (nella parte bassa alloggia una zavorra e la batteria) e si restringe salendo fino alla giunzione con la testa ottica che supporta e nasconde il led centrale. Il suo profilo inclinato aiuta a diffondere la luce nell’ambiente, la testa a disco ha un’ottica brevettata che emette aprendo l’emissione sul piano. Da una sola sorgente led centrale la lente che costituisce la superficie inferiore della testa di Emera trasmette la luce lungo la sua sezione e la diffonde in modo uniforme. L’emissione di luce è perfettamente controllata e la superficie uniforme e non abbagliante.
Empatia Mobile, design Carlotta de Bevilacqua, è una lampada portatile. Luce portatile non solo per trasportarla dove prima non era possibile ma per aprire una nuova visione flessibile di scenari e atmosfere di luce più tradizionali. Elevata autonomia, qualità e possibilità di gestione della luce emessa fanno sì che siamo reali strumenti per vivere contesti di luce quotidiani. Una libertà quindi dedicata al singolo, ad uno spazio personale e ristretto che può però estendersi a luoghi della collettività dove la luce svincolata dalla rete può disegnare atmosfere flessibili capaci si seguire il variare dell’organizzazione degli spazi e il ritmo delle attività. Con la sua eleganza, la qualità materica del vetro soffiato e la poesia del light pipe trasparente Empatia può ad esempio sostituire perfettamente la classica candela che ricrea intime atmosfere al tavolo.
Unterlinden Table, design Herzog & de Meuron, versione da tavolo della sospensione. Una lampada da tavolo che grazie al sottile stelo in metallo piegato porta la testa in una posizione perfetta per garantire un ottimo illuminamento della postazione di lavoro senza abbagliamento.
Orsa, design Foster & Partners, presentata nel 2016, si declina in due dimensioni per offrire diverse performance di luce e, oltre alla sospensione singola, si compone in due versioni standard di chandelier da tre e cinque elementi. L’intera struttura di alluminio è appositamente progettata per dissolvere il calore. Il sottile stelo di metallo si allarga all’estremità inferiore creando lo spazio per il LED. Il team di Industrial Design di Foster+Partners ha sperimentato vari materiali, finiture e ottiche per ottenere l’effetto di luce desiderato. Il corpo in plastica trasparente prende la sua forma dall’angolo di apertura della luce che viene diffusa attraverso una lente appositamente progettata. La luce viene così ritagliata per intercettare esattamente la parte inferiore opalina che restituisce la luce con una luminanza uniforme e non abbagliante e trasforma la lampada in un disco sospeso. Oggetto elegante e minimale, Orsa è concepito per essere utilizzato sia singolarmente sia come parte di un’installazione più ampia, non solo nelle versioni standard ma in composizioni custom.
Quantum, di Marco Brianza e Amedeo Guidobono Cavalchini, è un sistema componibile nasce per personalizzare la luce secondo le diverse esigenze e gli spazi, svincolando il più possibile la funzione luminosa dalla forma dell’apparecchio che la emette. L’elemento base del sistema si sviluppa in lunghezze differenti ed è costituito da molteplici moduli luminosi, controllabili indipendentemente nel tempo sia per intensità sia per tonalità di colore. Con Quantum la luce bianca può essere variata in modo discontinuo e dinamico e quindi percepita nell’ambiente con tonalità che sono il risultato di un’addizione luminosa delle temperature di colore delle varie sorgenti del sistema. La flessibilità nel controllo dei moduli luminosi si articola anche in termini spaziali: la possibilità di controllare il singolo “quanta” di luce all’interno della struttura che si sviluppa fisicamente nell’ambiente permette di variare la posizione e quindi la direzione dell’emissione. Tutti i parametri possono essere gestiti attivamente e puntualmente o è possibile attivare un comportamento “casuale” all’interno di parametri prestabiliti. L’applicazione di variazioni di posizione, colore e intensità della luce introducono un’esperienza percettiva che si avvicina sempre più a quella vissuta con la luce naturale.
Eos, design Bernhardt & Vella, un sottile stelo che attraversa il diffusore rotondo e fa anche da corpo illuminante. La linea di LED integrata nello stelo crea un forte disegno geometrico che sfuma verso i bordi e divide visivamente il diffusore in due mezze lune. Realizzata nelle versioni da terra e da parete lavora sempre con morbido gioco di riflessioni tra il diffusore e la parete retrostante che diffonde la luce nello spazio completando l’emissione diretta. Il diffusore è costituito infatti da materiali scelti per le loro proprietà ottiche oltre che estetiche e realizzato con un semplice taglio che prede forma, grazie all’elasticità naturale di questi, del una volta inserito nell’asta in ottone della struttura.
Aede, Pio & Tito Toso, è una semplice lampada a parete dalle forme elementari capaci di rapportarsi all’architettura anche grazie alle sue finiture superficiali: bianca opaca per integrarsi al meglio con le superfici o in cromo spazzolato per interagire con l’ambiente riflettendolo. L’ottica integrata nelle forme del corpo dell’apparecchio scherma la visione della sorgente LED nascosta al suo interno e dirige la luce in modo diretto aprendola nell’ambiente. La direzione di applicazione di Aede è libera, la luce può essere orientata in modo diretto o indiretto.
Lot Software, di Tapio Rosenius, è il primo prodotto software di Artemide che si esprime attraverso un’interfaccia grafica per semplificare l’interazione e la programmazione, per consentire un controllo intuitivo e in real time anche di scenari complessi come effetti capaci di riprodurre elementi naturali. L’obiettivo della progettazione si sposta dal singolo prodotto a dinamiche luminose complesse. LoT Software è un software con un linguaggio di alto livello caratterizzato da un approccio grafico anziché sistemistico al progetto e con la possibilità di gestire in modo interattivo , critico e dinamico quanto sviluppato. Lot Software evita la creazione di legami puntuali tra un singolo nodo e l’altro e la definizione di traiettorie rigide di cambiamento, riporta tutto a una semplicità d’uso che è una potenzialità espressiva del programma, genera funzioni capaci di legarsi anche a “casualità” determinate da elementi esterni. Il suo punto di forza è il “real time”: si può intervenire in modo diretto con effetto immediato sugli scenari realizzati e chi sviluppa l’applicazione può anche modificarla se il risultato sul campo non è soddisfacente. L’alta complessità interna al programma e ai suoi algoritmi per gestire gli infiniti nodi che compongono l’impianto e il progetto si traduce in un controllo intuitivo e alla portata di tutti. Il software dialoga con il proiettore LOT, progettato da Tapio Rosenius per Artemide, ma è un sistema aperto capace di interfacciarsi con qualsiasi elemento secondo linguaggi standard (Dali, DMX …)
Artemide App è un’interfaccia immediata ed intuitiva per la gestione di singoli prodotti, di gruppi anche eterogenei di apparecchi o di scenari di luce. È uno strumento che può essere associato a numerosi prodotti sia del Catalogo Design che del Catalogo Architectural. L’applicazione riconosce la lampada installata e ne permette la gestione delle performance: pure, nel caso di emissione singola, ibride nel caso di prodotti più complessi. È possibile non solo modificare la luce in tempo reale ma anche utilizzare scenari preimpostati, crearne di nuovi, sempre comunque aperti ad ulteriori interventi. La flessibilità è massima, le possibilità nel rapportarsi allo spazio nel progetto della luce praticamente infinite. Una App può gestire fino a 500 apparecchi singoli o in gruppi. Artemide App diventa quindi non solo uno strumento quotidiano nel privato ma una variabile di progetto per spazi non domestici dove la gestione di scenari evoluti, anche complessi, diventa poi immediata e alla portata di tutti. La impostazioni possono essere condivise da più utenti tramite cloud, la condivisione di una password rende possibile la gestione a chiunque. Artemide App rivoluziona l’approccio al controllo della luce, apre inaspettati scenari in applicazioni come l’hospitality o il retail, permette di sfruttare a pieno le possibilità di controllo puntuale delle qualità della luce offerte alla tecnologia LED.
Oltre alle novità, e per alcune si tratta di tecnologia brevettata (nel campo ottico ed elettronico), c’è spazio anche per la lampada che è diventata icona del lighting design: la Tolomeo, disegnata da Michele de Lucchi, quest’anno compie infatti 30 anni. E, per l’occasione, l’architetto, presente all’evento, l’ha disegnata anche in versione Maxi. De Lucchi illustra anche il progetto Ipno, una sospensione dall’effetto magico. All’interno di un vetro cristallo soffiato artigianalmente un’innovativa ottica dirige la luce e la concentra sulla superficie inferiore del corpo esterno in un’area satinata per diffondere luce e aprila in una morbida emissione diretta. La superficie satinata maschera la visione diretta dell’interno della macchina ottica per evitare l’abbagliamento. L’ottica interna lavora secondo un principio di riflessione TIR per dirigere l’emissione, prende vita con la luce che attraversa il materiale, ma la percentuale di luce emessa nell’ambiente in modo diffuso e non controllato è minima.
Quantum, installazione by Marco Brianza, Amedeo G. Cavalchini
Dove: Artemide Manzoni Showroom, via Manzoni 12
Quando: dal 4 al 9 aprile