Al Fuorisalone Knoll celebra il Bauhaus

Nel suo showroom milanese, l'azienda ospita la mostra Knoll Celebrates Bauhaus, in cui è possibile scoprire la storia di icone della storia del design.

Tatiana Ceruti
A cura di Tatiana Ceruti
Pubblicato il 12/04/2019Aggiornato il 12/04/2019
Al Fuorisalone Knoll celebra il Bauhaus

Con la mostra allestita all’interno dello showroom di Milano (a cura di OMA con Domitilla Dardi) Knoll celebra i 100 anni del movimento Bauhaus, nato a Weimer il 1° aprile di 100 anni fa, all’inizio come vera e propria scuola di architettura, arte e design (nato dall’accorpamento dell’ex Scuola granducale di arti e mestieri e l’Accademia di Belle Arti di Weimar). Come tale, però, ebbe vita breve, perché nel 1933 fu costretto a chiudere – dopo aver cambiato più volte sede – perché osteggiato dal regime nazista. Il movimento ebbe però enorme influenza sull’epoca moderna. Da Walter Gropius – suo fondatore – fino a Ludwig Mies van der Rohe – ultimo direttore – passando per protagonisti quali Marcel Breuer, Johannes Otten, Vassily Kandinsky, Wilhelm Wagenfeld e Marianne Brandt, gli insegnamenti della scuola definirono un nuovo modo di pensare il progetto e insegnarono a guardare le cose in modo diverso. 

Questa storia – ed è questo il tema della mostra –  si intreccia in più punti con quella di Knoll, attraverso una figura di grande personalità, Florence Knoll (morta il 25 gennaio di quest’anno, all’età di 101 anni). L’azienda racconta così i passaggi di questo percorso e lo fa  attraverso l’installazione di quattro ambienti o cluster – dedicati a Marcel Breuer, Mies van der Rohe e a Florence Knoll –, in cui il visitatore può toccare con mano vere e proprie icone di design, ideate da. Ma non solo. A illustrare il pensiero progettuale alla base di questi lavori, sono proprio i loro autori, attraverso interviste provenienti dagli archivi storici Knoll, raccolte negli anni Settanta e rimaste in gran parte inedite sino ad oggi. Vi è poi, come vedremo, un quarto cluster concettuale, denominato Complexity and Contradiction.

Marcel Breuer

Protagonista del primo cluster, è l’unico designer che visse personalmente il Bauhaus come studente, docente e poi produsse i suoi lavori. Negli anni giovanili, la sua formazione fu segnata dal contrasto tra le due anime della scuola: quella espressionista, più legata all’artigianato, e quella razionalista, internazionale e a tendenza industriale. In Breuer, quindi, il concetto di modernità unisce arte e tecnica. I suoi mobili in tubolare metallico, nascono dall’ispirazione del telaio di una bicicletta. Nel cluster compaiono anche due targhe, quella della Columbus e quella della Cinelli. La prima, nata nel 1919, produceva i tubi d’acciaio con cui la seconda realizzava le biciclette. Nello stand dedicato a Marcel Breuer, a terra è stata disegnata la pianta dello studio di Gropius, che aveva poi arredato il suo ufficio con i prodotti realizzati dagli studenti. Lo slogan del fondatore del Bauhaus era infatti “Learning by doing”: chi entrava nella scuola, oltre a dover passare attraverso una dura selezione che prevedeva anche il superamento di prove di laboratorio, doveva cimentarsi nella lavorazione della materia prima. I prodotti venivano utilizzati anche per l’arredamento della scuola, alcuni erano anche destinati alla vendita. 

Gallery

  • Cluster Marcel Breuer. In pianta, l'ufficio di Walter Gropius
  • Cluster Marcel Breuer con poltroncine Wassily (1925)
  • Cluster Marcel Breuer, Sedia Cesca (1928), tavolo Laccio (1925) e gioco per bambini (1923).
  • Cluster Marcel Breuer, collage di ricerca.
  • Il tavolo Laccio di Knoll (1925, design Marcel Breuer), in versione alta e bassa.
Ludwig Mies van der Rohe

Maestro del Razionalismo architettonico, dirigerà il Bauhaus fino alla sua chiusura nel 1933. È questo il periodo in cui nasce la consapevolezza del valore del progetto pensato per un pubblico ampio e della volontà di portare la qualità a un numero allargato di persone. Accanto alle icone del Maestro – dalla serie MR alla Barcellona – il cluster è arredato anche con simboli dell’epoca quali: macchine fotografiche, telefoni, e Chanel n.5. Alla parete è appeso il poster che celebra l’anniversario della poltrona Barcelona (1929-1949).

Gallery

  • Allestimento della mostra Knoll Celebrates Bauhaus, Cluster Mies van der Rohe
  • Cluster Mies van der Rohe, sommier Barcelona (1930) e poster dell'anniversario della poltrona Barcelona (1929-1969).
  • Cluster Mies van der Rohe, poltrona Barcelona e collage di ricerca.
  • Knoll, sommier Barcelona
  • Knoll, poltrona Barcelona
Florence Knoll

Florence Schust – sposò Hans Knoll nel 1946 – è la figura centrale, quella che fa da ponte tra Bauhaus e l’azienda Knoll. A lei è dedicato il terzo cluster. Durante la sua vita, Florence Knoll incontrerà le figure più importanti del Bauhaus, come  Walter Gropius e Marcel Breuer, per poi diventare allieva prediletta di Ludwig Mies van der Rohe. Sarà lei a veicolare al  pubblico, attraverso la produzione Knoll, le icone che definiscono la carriera e la direzione di Mies al Bauhaus. Da lui Florence apprende che il progetto dev’essere armonioso, è che i singoli pezzi d’arredo sono tutti necessari alla realizzazione del progetto dello spazio abitativo. Quello che Florence Knoll definiva “meat and potatoes”. Nel cluster dedicato alle icone dell’imprenditrice-designer, la pianta disegnata a terra rappresenta lo studio di Charles Eames del 1949. 

Gallery

  • Allestimento del Cluster Florence Knoll con pianta dello studio di Charles Eames.
  • Cluster Florence Knoll
  • Poltrona Florence e collage
  • Il primo poster di Knoll International (1967, Massimo Vigelli).
  • Divano Florence (1954)
  • Divano Florence Knoll (1954) di Knoll
  • Knoll, Poltrona Florence Knoll (1954)

 

Complexity and Contradiction

Vi è poi un quarto cluster, che è una riflessione sull’eredità del Bauhaus. Suddiviso in due stand, esprime concetti ispirati al libro dell’architetto Robert Venturi, intitolato Complexity and Contradiction in architecture (1977). Nell’esposizione si mettono a confronto due prodotti: uno, che è ufficialmente Bauhaus – per esempio la Wassily Chair (1925) di Marcel Breuer -, un altro del post-modernismo, come la Power Play (1990) di Frank Gehry. L’obiettivo è quello di raccontare che, per quanto gli obiettivi della ricerca siano differenti, le radici sono le stesse. Breuer, per esempio, decide di sagomare il tubo di una bicicletta, Gehry, invece, utilizza delle fasce in legno d’acero lavorandole a caldo. In entrambi i casi, la ricerca consiste nella lavorazione e nella modulazione di una materia per trasformarla in oggetti d’arredamento, in questo caso le due sedute. In altre parole, il quarto cluster intende sottolineare il “debito culturale” che la nostra epoca –  dagli anni Sessanta in poi – ha nei confronti del Movimento Moderno, di cui il Bauhaus fu l’emblema. Di fatto, anche coloro che ne hanno contestato la linea razionale e le logiche moderniste, hanno proposto una loro alternativa per contrasto con quel modello progettuale.

Gallery

  • Cluster Complexity and Contradiction, Poltrone Wassily (1925, design Marcel Breuer) e Power Play (1990, design Frank Gehry)
  • Poltrona Power Play™ di Knoll
  • Poltrona Washington Skeleton di Knoll (2013, design David Adjaye)
  • Poltrona Washington Skeleton di Knoll (2013, design David Adjaye)

Che cosa: Mostra Knoll celebrates Bauhaus

Dove: Showroom Knoll, Piazza Bertarelli, 2. Milano

Quando: fino a domenica 14 aprile

 

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