Anche oggi visto da lontano, il portico Nord dello scalone d’onore del cortile del Richini – nella storica sede dell’Università degli Studi in via Festa del Perdono – non sembra diverso da quello gemello all’angolo opposto. Avvicinandosi si scopre invece l’installazione mimetica realizzata su progetto dell’architetto Cino Zucchi e di sua figlia Chiara in collaborazione con Mapei per il Fuorisalone di Interni, uno degli appuntamenti imperdibili della Design Week milanese.
L’architettura originale del portico è stata proiettata in avanti e deformata da una maschera in materiale plastico con una finitura polimerica realizzata grazie ai prodotti di Mapei, opaca ma con effetti glossy se si osservano i dettagli in controluce; il colore e la texture della pietra sono riprodotti in modo tale da rendere, appunto, questa copertura quasi impercettibile nella distanza.
In realtà, l’installazione per Creative Connections ha aumentato di sette volte volte la profondità della parte superiore del portale, “tirandola come il naso di Pinocchio“, come spiega in modo molto figurativo Cino Zucchi. Anche la larghezza è leggermente aumentata per bilanciare la struttura. L’effetto è ancora più evidente guardando di lato.
L’architetto Zucchi, che insieme alla figlia Chiara, artista multimediale e designer, partecipa per la prima volta al Fuorisalone, racconta il significato di quest’opera di “architettura aumentata” (Augmented Architecture è infatti il titolo). Si tratta di una reinterpretazione di un luogo storico – il Cortile d’Onore del Richini e il portico Nord sono tardo barocco che si innesta sul nucleo rinascimentale della Ca’ Grandae del Filarete – con l’obiettivo non di nasconderne o modificarne i tratti, bensì di metterli maggiormente in evidenza con un’installazione che permette di cogliere al massimo i particolari architettonici quali sculture e modanature. Una lente di ingrandimento che attira l’attenzione, permette di cogliere ciò che passa inosservato: si prende un oggetto che già esiste, lo si deforma alterandone le proporzioni e la fisiognomica per renderne meglio percettibili i caratteri. Perché nell’epoca contemporanea la post-produzione, la manipolazione della materia esistente è altrettanto importante che la realizzazione ex novo: siamo più dj che compositori, sintetizza Zucchi.
Creative Connections nel tempo
Augmented Architecture aderisce in modo puntuale al tema Creative Connections, che lega in quest’edizione tutte le partecipazioni al Fuorisalone 2021 di Interni alla Statale e all’Orto Botanico di Brera: quello di costruire intersezioni.
Connessione è in questo caso, la creazione di un legame tra passato e presente aderendo allo spirito del luogo. Un luogo che Cino Zucchi aveva a lungo studiato anche in occasione della stesura del suo libro “L’architettura dei cortili milanesi 1535-1706”. L’installazione, che è stata realizzata a partire da una scansione in 3D del portale e dall’elaborazione virtuale di più versioni di prova, si avvale delle soluzioni tecnologiche di Mapei, partner dello studio CZA (www.zucchiarchitetti.com) in occasione di Interni Creative Connections; la premessa è stata una conoscenza approfondita, un vero e proprio apprendimento empirico, dei processi che, nei laboratori di Mapei, portano alla realizzazione di prodotti certificati che – spiega ancora Zucchi – non hanno una forma propria, ma piuttosto intervengono per fare da legante tra elementi diversi, dare vita a nuove forme o valorizzare quelli esistenti; in altri casi modificano il colore oppure proteggono e isolano superfici e strutture.
Proprio come accade nel caso di Creative Connections dove Mapei c’è ma non si vede.
L’installazione Augmented Architecture, come tutte le altre di Interni Creative Connections all’Università Statale saranno aperte al pubblico fino al 19 settembre.