Due importanti progetti di recupero architettonico saranno protagonisti del programma culturale “Costruire, abitare, pensare” di Cersaie 2022, dedicato alla contemporaneità. Il 28 settembre 2022, alle ore 11 presso il Palazzo dei Congressi di BolognaFiere, Fulvio Irace, storico e critico dell’architettura, modererà la conferenza “La sostenibile bellezza del recupero” con gli interventi di Giuseppina Grasso Cannizzo e di Giovanni Cappelletti. I quali presenteranno al pubblico i loro progetti di recupero architettonico siciliani, rispettivamente Casa Asilo, esempio di trasformazione in abitazione di un ex asilo, e Palazzo Butera, operazione contraria per rendere pubblico un palazzo privato.
Recupero sostenibile
Il riutilizzo di un’architettura preesistente è un’azione dalla valenza sempre più rilevante, nel mondo dell’edilizia: sfruttare edifici già costruiti permette infatti di non consumare suolo vergine e nel contempo di sviluppare nuove potenzialità per il territorio in cui si trovano.
La complessità progettuale data dal cambio eventuale di destinazione e dalla necessaria valorizzazione dei caratteri architettonici richiede inoltre un intervento quasi mai banale, che porta a risultati esteticamente e funzionalmente interessanti.
I due progetti di recupero architettonico
Casa Asilo di Giuseppina Grasso Cannizzo, residenza nata da una scuola insignita come migliore edificio nel 2021 del Premio Italiano di Architettura, è pensata come un organismo vivente. L’autrice stessa infatti predilige una progettazione capace di considerare il mutamento nel tempo, affermando provocatoriamente che “qualsiasi soluzione è utilizzabile per breve tempo, quindi è necessario assicurare la possibilità all’adattamento progressivo e la reversibilità, per consentire impreviste ipotesi di occupazione”.
Palazzo Butera a Palermo è invece un laboratorio creativo aperto al pubblico, derivato dalla rifunzionalizzazione di una sontuosa villa privata. Un progetto di recupero architettonico che è anche nel contempo culturale e sociale, visto il coinvolgimento di alcune realtà artigianali locali per la rinascita dello spazio. Il nuovo visionario proprietario della casa nobiliare – Massimo Valsecchi, collezionista ex docente di storia del design – e sua moglie, andando controcorrente rispetto a molte simili situazioni palermitane, hanno infatti sin da subito voluto includere la città e i suoi abitanti, restituendo loro un luogo nato come esclusivo e privato simbolo di ricchezza e di potere.