Almeno tre dei cinque progetti degli studenti del Politecnico di Milano risultati meritevoli al workshop promosso dal brand siciliano Orografie, con la piattaforma Emersivi (che promuove il talento under 35), li vedremo alla prossima Milano Design Week, mentre tutti acquisiscono la prelazione d’uso da parte dell’università milanese. Selezionati tra le proposte dei ragazzi del terzo anno del corso di Industrial product design partecipanti al laboratorio, sono incentrati sul tema Food Rituals e Selfcare, ovvero le ritualità riferite al cibo e al prendersi cura di sé: oggetti e arredi che interpretanto gestualità e abitudini, “bisogni ancora latenti”, traducendoli in soluzioni originali.
I progetti degli studenti
Sotto la guida di Marinella Ferrara, con Alessandro Squatrito unitamente all’art director e al fondatore di Orografie, i giovani designer di domani si sono cimentati nella sfida, mostrandoci quello che secondo loro sarà il futuro dell’abitare.
Smartfork di Giulio Codella è un oggetto per apparecchiare la tavola che prefigura abitudini già adesso molto diffuse: un porta-posate sagomato per ospitare anche un piccolo leggio per lo smartphone.
Sino (abbreviazione di “petrusino”, prezzemolo in siciliano) di Omar Hannachi è un centrotavola dalla forma tubolare realizzato da elementi industrializzati preesistenti, tagliati, saldati e smaltati, che funziona sia come vaso per le erbe aromatiche sia come amplificatore analogico del cellulare, quando posto in un suo apposito vano.
Sine (che in latino significa senza) di Marta Marino è un paradosso: una sedia su cui non ci si può sedere, ma che serve solamente da servomuto. Un arredo nato dall’osservazione di abitudini comuni – l’accumulo di abiti in camera da letto -, riletto in chiave ironica stilizzandone profili e sagoma.
Abisso di Giorgio Pagani è un tavolo da pranzo inusuale, suddiviso su piani a differenti livelli: uno per il piatto, ridotto alla superficie minima, uo per il telefono e stoviglie accessorie, un terzo per le bottiglie. Una reinterpretazione di un archetipo che asseconda l’abitudine sempre più frequente di tenere vicino anche durante i pasti smartphone o tablet.
Neo di Xu Zheng “supera il confine” tra mondo fisico e immateriale proponendo un oggetto ibrido dedicato alla cura della persona: porta-oggetti, specchio, porta-trucchi ma anche piano per accogliere il cellulare.