300.000 tonnellate di rifiuti elettronici, gli E-Waste, sono state gestite sul territorio italiano e hanno garantito importanti benefici per l’ambiente. Attraverso la raccolta differenziata dei RAEE domestici (260.000 tonnellate), dei rifiuti professionali, e dei rifiuti di pile e accumulatori si è risparmiata l’immissione di più di 1,7 milioni di tonnellata di CO2 in atmosfera e di oltre 420 milioni di kWh di energia elettrica. Si tratta di numeri che corrispondono ai consumi domestici annui di una città di quasi 400.000 abitanti, quindi come Bologna, e della quantità di emissioni che verrebbero assorbite in un anno da un bosco di 1.700 kmq, esteso – per fare un esempio – quanto la provincia di Lucca.
Nello specifico – come riportato da Erion, sistema multi consortile che si è occupato della gestione dei rifiuti associati ai prodotti elettronici e alla valorizzazione delle materie prime che li compongono – i RAEE domestici smaltiti correttamente sono al 43% quelli che compongono i ‘Grandi Bianchi’, al 30% quelli relativi a impianti di ‘freddo e clima’, seguiti da tv e monitor (con il 17%), piccoli elettrodomestici (10%) e sorgenti luminose.
In generale, Erion ha registrato un incremento del 4% nella gestione dei rifiuti rispetto all’anno precedente e, come dichiara Giorgio Arienti, direttore generale Erion WEEE: “Quelli del 2020 sono risultati ancora più significativi se si considerano i disagi che la pandemia da Covid-19 ha causato al Paese. Il blocco quasi totale della filiera dei rifiuti elettronici ha portato a una contrazione della raccolta nei mesi di marzo e aprile”. Un calo che è stato colmato nella seconda metà dell’anno, superando così del 4% i già ottimi risultati del 2019.
Per fare un paragone efficace, la quantità di E-Waste gestiti nel 2020 corrisponde al peso di ben 41 torri Eiffel.