Contenuti trattati
Dalla terra all’acqua: il solare flottante rappresenta un innovativo traguardo nell’impiego delle energie rinnovabili, di cui non si potrà mai più fare a meno nel processo di transizione energetica e di sviluppo sostenibile. Gli impianti fotovoltaici galleggianti sono delle distese di collettori solari che trovano collocazione sulla superficie di bacini acquatici e laghi artificiali formati dalle dighe idroelettriche, oppure su vasche per l’irrigazione o per il trattamento delle acque. Sono già in funzione da anni parchi galleggianti di questo tipo in Europa e nel mondo, e sono in grado di produrre su larga scala energia verde a zero emissioni, per il fabbisogno locale pubblico o privato, per il consumo locale o da immettere in rete. Il fotovoltaico sull’acqua occupa il terzo posto come importanza dopo gli impianti installati a terra e sulle coperture dei tetti. La tecnologia è molto avanzata soprattutto in Cina e, nell’UE, in Portogallo e in Francia. La società leader internazionale Terre & Ciel (ciel-et-terre.net) ha sviluppato con i suoi partner oltre 250 progetti in 30 Paesi. Anche in Italia sono stati realizzati i primi impianti. A frenare sono i costi ancora elevati, oltre ai vincoli burocratici e infrastrutturali. Il sistema si rivela soprattutto conveniente quando lo spazio a terra è ridotto ed è pensato anche per integrare impianti già esistenti alimentati da altre fonti.
I numeri delle energie rinnovabili in Italia
Gli impianti fotovoltaici flottanti hanno una resa del 20% superiore rispetto a quelli sulla terraferma, perché la vicinanza all’acqua ottimizza le condizioni per sfruttare le potenzialità della fonte energetica solare. Confrontati con gli impianti sulle coperture, l’investimento iniziale può essere del 10-15% più elevato. In Italia la produzione totale di energia elettrica da fonti rinnovabili (tra il 1990 e il 2000) rappresenta circa il 40% del totale. Per il 20% proviene dall’idroelettrico, al 20% da altre risorse green: solare, eolico, geotermico, biocombustibili, biomasse rifiuti e altre fonti minori. È importante ricordare che l’apporto delle fonti rinnovabili non è costante tutto l’anno, ma dipende da fattori climatici quali insolazione e vento. Anche per questo motivo, al 60% il Paese dipende ancora dalle fonti tradizionali non rinnovabili quali carbone, petrolio e gas naturale.
I vantaggi degli impianti fotovoltaici sull’acqua
Le tecniche per l’installazione e il funzionamento dei moduli fotovoltaici flottanti non differiscono molto da quelle impiegate per i più conosciuti impianti sulla terraferma. I pannelli sono montati in orizzontale con una leggera inclinazione su piattaforme in materiale plastico che galleggiano, ancorate al fondo o agli argini del bacino. Si sfrutta così la capacità dell’acqua di riflettere la luce; il liquido raffredda inoltre i pannelli evitando che si surriscaldino nei periodi di insolazione più intensa. Allo stesso tempo, coprendo i bacini con questi impianti, si riduce il fenomeno di evaporazione idrica nei periodi di maggiore calore e di siccità; si prevengono inoltre l’erosione e la formazione di alghe nel bacino. Il fotovoltaico galleggiante è destinato a un forte sviluppo negli prossimi anni anche perché – a differenza di altre soluzioni – ha un basso impatto paesaggistico e non implica nuovo consumo di suolo, soprattutto in territori poco estesi e “fragili” dal punto di vista idrogeologico (come quello italiano che ha un’alta densità di popolazione e necessita di una particolare tutela del patrimonio naturale e agricolo). Al contrario, per realizzare i parchi flottanti vengono sfruttati specchi d’acqua artificiali inutilizzati, installando i pannelli lontano dalle rive per non interferire sull’ecosistema; perlopiù sono vicini alla rete di distribuzione dell’energia, e la prossimità permette di risparmiare sul trasporto e di evitare dispersioni nel percorso.
Un modello italiano di fotovoltaico flottante in Trentino Alto-Adige
Sono attivi in Italia – soprattutto nel Nord e nella Pianura Padana – diversi impianti fotovoltaici installati sull’acqua. Il primo a essere stato realizzato su un bacino idroelettrico attivo è quello di Fontanedo, a Dampone in Val di Non, in Trentino; è stato sviluppato in via sperimentale a partire dal 2020 con l’azienda HydroSolar (www.hydrosolar.it), specializzata in installazioni fotovoltaiche galleggianti. Nel 2022 si è tenuta l’inaugurazione. Il progetto – che ha potuto usufruire dei fondi del GSE (Gestore Servizi Energetici, http://www.gse.it) per le energie rinnovabili – è stato promosso dalla multiutility Dolomiti Energia (www.dolomitienergia.it) che gestisce l’approvvigionamento e la distribuzione energetica nella zona e punta a investire sulla diversificazione delle fonti “green”. I moduli fotovoltaici, che hanno un’estensione di circa 700 mq, coprono una percentuale ridotta dell’intero bacino, senza interferire sulla produzione idroelettrica, che continua a rappresentare la funzione primaria del sito. L’impianto ha una potenza di 100 kWp (chilowatt di picco) e una produzione prevista di 115 kWh all’anno, corrispondente al fabbisogno di circa 50 famiglie. L’energia prodotta a Fontanedo viene immessa nella rete pubblica e utilizzata, insieme a quella proveniente da altre.