Gli italiani quando acquistano casa o ristrutturano pongono particolare attenzione agli standard energetici che devono essere elevati. Così emerge dall’analisi sul monitoraggio delle dinamiche del mercato immobiliare in funzione delle caratteristiche energetiche degli edifici, svolta da ENEA in collaborazione con l’Istituto per la Competitività (I-Com) e la Federazione Italiana Agenti Immobiliari Professionali (Fiaip).
Dall’indagine – condotta su un campione di oltre 800 agenti immobiliari – sono emersi segnali incoraggianti per il segmento delle nuove abitazioni e, fattore ancora più importante, per quello del ristrutturato. Nel primo caso difatti, quasi l’80% delle transazioni immobiliari ha riguardato abitazioni, nelle classi energetiche A o B, mentre, nel secondo la percentuale degli immobili ristrutturati diventati più efficienti è arrivata al 36% nel 2019, rispetto al 22% del 2018. A parte questi segnali incoraggianti però c’è da dire che il mercato immobiliare resta ancora vincolato alle categorie energetiche meno performanti visto che il 70% degli scambi ha coinvolto immobili non ancora efficientati, da ristrutturare.
In calo le compravendite di immobili nella classe energetica G
Tuttavia si segnala che nel 2019 sono calate le compravendite di immobili ricadenti nella classe energetica più scadente (la G), mentre la percentuale di immobili di pregio nelle classi energetiche più performanti (A1-4 e B) cresce passando dal 28% del 2018 al 37% del 2019. L’80% delle abitazioni di nuova costruzione inoltre sono state certificate nelle classi A e B. Modesto invece il dato dei comparti dell’usato in buone condizioni e ancor di meno quello degli edifici da ristrutturare.
“L’efficienza energetica sembra affermarsi come un elemento sempre più indispensabile per l’offerta immobiliare, almeno per alcuni segmenti di mercato” ha commentato il Vicepresidente dell’Istituto per la Competitività Franco D’Amore. “Tuttavia su questa dinamica sostanzialmente positiva non possiamo però sottacere le preoccupanti incognite gettate dal mutato orizzonte a causa della pandemia di Covid-19. Al momento non esiste una chiara visione a questo proposito, molto dipenderà dalla durata e dell’intensità delle misure restrittive adottate e dagli strumenti messi in campo per l’uscita dall’ inevitabile crisi economica che si è innescata”. A tal proposito, secondo il vicepresidente I-Com, “le mutate esigenze abitative, con il ripensamento in termini di multifunzionalità e versatilità degli spazi domestici, potranno giocare un importante ruolo nella mobilitazione di investimenti per una ristrutturazione di qualità degli immobili residenziali ed includere, in maniera sinergica, interventi di riqualificazione energetica profondi”.