Lo scorso anno sono aumentate le compravendite di immobili nelle classi energetiche più performanti e si registra un +30% di acquisti di nuove costruzioni in classe A1. Così emerge dall’analisi sul monitoraggio delle dinamiche del mercato immobiliare in funzione delle caratteristiche energetiche degli edifici, frutto della collaborazione tra l’ENEA, l’Istituto per la Competitività (I-Com) e la Federazione Italiana degli Agenti Immobiliari Professionisti (Fiaip), condotta da 9 anni su un campione di oltre 600 agenti immobiliari professionali Fiaip e presentata oggi a Roma presso la sede dell’Associazione Stampa Stampa Estera.
L’indagine rivela che sì aumenta la voglia di casa meno energivora da parte degli italiani ma al contempo la percentuale di immobili appartenenti alla classe energetica G nel 2021 risulta ancora prevalente. Difatti la percentuale di immobili appartenenti alla classe energetica G è la più diffusa nel corso del 2021, anno nel quale è comunque emersa un’accelerazione della qualità energetica degli immobili ristrutturati e usati. Questo anche grazie al beneficio degli incentivi fiscali e nello specifico al Superbonus 110%, che ha trovato la sua concreta applicazione proprio nel 2021.
L’indagine inoltre rivela come nelle zone di estrema periferia gli immobili compravenduti appartengano per quasi l’80% alle classi energetiche meno performanti (E, F e G), mentre nelle zone di pregio la percentuale di immobili nelle prime classi energetiche (A e B) è al 36%.
Cosa cercano gli italiani in un immobile
Dall’indagine Fiaip – ENEA – I-Com emerge infine che, tra le caratteristiche connesse alla qualità energetica dell’immobile, gli acquirenti sono più sensibili alla presenza di impianti di climatizzazione ad alta efficienza (23,3%), a un buon isolamento termico delle strutture (21%) e degli infissi (20,9%) e a impianti di generazione a fonti rinnovabili (17,6%) e dunque la presenza di queste peculiarità potrebbe essere maggiormente evidenziata negli annunci immobiliari.
L’APE nella compravendita immobiliare
La carta di identità energetica di un immobile è l’APE, acronimo di Attestato di Prestazione energetica. L’ APE è una certificazione che indica i consumi energetici di un edificio p di una singola unità immobiliare attraverso un parametro detto Indice di prestazione energetica, ossia il valore in kWh/mq annuo (o kwh/mc annuo) che indica il consumo di energia per mq (o mc) dell’immobile utile al riscaldamento invernale ed alla produzione di acqua calda sanitaria e/o raffrescamento. Moltiplicando il valore ottenuto per i mq della casa si ottiene il consumo annuo stimato.
Dal punto di vista energetico gli immobili si distinguono in classi energetiche che vanno dalla A per gli edifici più efficienti alla G a quelli meno efficienti. A redigere l’APE deve essere un tecnico abilitato come ingegnere, geometra, architetto o perito edile. Il tecnico deve prima effettuare un sopralluogo verificando le caratteristiche energetiche dell’immobile, come quelle dell’involucro, tetto, porte e finestre e poi le caratteristiche dell’impianto di riscaldamento e del tipo di generatore che lo alimenta. Tutti questi parametri vengono elaborati tramite degli specifici software che calcolano così l’indice di prestazione energetica dell’immobile. Il tecnico ha anche il compito di indicare al committente quali operazioni e accorgimenti può mettere in atto per ridurre i consumi. L’APE è obbligatorio per stipulare contratti di compravendita.
Prima del trasferimento e comunque sin dal momento della trattativa, il proprietario deve, a sue spese, far redigere l’Attestato e mostrarlo all’acquirente. Al momento del passaggio di proprietà, l’APE andrà consegnato al nuovo proprietario. Nell’atto di vendita va apposta una specifica clausola con la quale l’acquirente dichiara di aver ricevuto le informazioni e la documentazione, comprensiva dell’attestato, in ordine alla prestazione energetica dell’immobile. Inoltre l’ attestato di prestazione energetica (APE) deve essere allegato al contratto di vendita e le sanzioni per il proprietario inadempiente sono variabili tra i € 3000 ed i € 18000 e non è nullo il contratto in caso di mancata allegazione.