Anche l’architettura industriale comincia a far suoi i canoni del costruire nel rispetto dell’ambiente circostante e della storia dei luoghi. Esemplare in tal senso il progetto risultato vincitore del concorso a inviti bandito da Terna per la realizzazione della nuova stazione elettrica di conversione a Suvereto. Un complesso, secondo l’architetto Massimo Pierattelli, premiato dalla giuria, “in un luogo dalla bellezza indiscussa, un’oasi di pace e di tranquillità. La sfida è stata progettare un’architettura in grado non solo di rispettare questo contesto, ma anche valorizzarlo.”
L’opera, che rientra nella riqualificazione del collegamento energetico tra Sardegna, Corsica e continente italiano, con l’obiettivo di favorire la riduzione delle perdite di rete e l’integrazione di fonti rinnovabili, è stata premiata per il ridotto impatto ambientale, l’innovazione e l’originalità costruttive, l’estetica e non da ultimo la semplicità di manutenzione nel tempo. Il progetto prevede un edificio principale rivestito da frangisole modulari, ottenuti con elementi di terracotta agganciati a cavi d’acciaio. Una rilettura contemporanea del tradizionale materiale costruttivo toscano che riflette le sfumature cromatiche del paesaggio circostante mediante l’eterogeneità sia dimensionale delle formelle – quadrate, rettangolari, listellari – sia cromatica.
“La ricerca della bellezza, rivendica il progettista, dovrebbe essere un valore condiviso e ricercato, anche nell’architettura industriale, soprattutto in un paese come il nostro, ricco di memorie storiche e paesaggistiche straordinarie.”
Il dialogo con il territorio è percepibile anche nell’edificio secondario destinato a magazzino, per il quale è stata scelta una più classica facciata ventilata, rivestita da formelle di cotto rettangolari, tutte uguali, ma dalla superficie lavata e trattata ad hoc.
Anche il verde degli spazi di contorno è stato pensato per entrare in sintonia con il paesaggio collinare, optando per piante autoctone come ulivi, cipressi e pini, che tradizionalmente ritmano il territorio agricolo toscano. La recinzione del sito – modulare, realizzata con gabbie metalliche che bloccano al loro interno pietre a secco – ingloba parte delle essenze, grazie all’andamento non rettilineo, con l’aggiunta di apposite fioriere di lamiera zincata per rampicanti i cui colori mutino allo scorrere delle stagioni.