Fin dagli anni ’50, la sedia Medallion Chair, con il caratteristico ovale del suo schienale, è il simboli dell’atelier Dior e delle sue boutique sparse nel mondo. È anche un archepito di eleganza senza tempo. Le sue linee classiche che si rifanno allo stile Luigi XVI sono un oggetto familiare che fa parte dell’immaginario collettivo; fanno subito pensare alla Francia, alla corte di Versailles e alle sale regali sontuosamente arredate. In occasione del Fuorisalone 2021, Dior ha chiesto a designer e artisti contemporanei di reinterpretare la Medallion Chair con la massima libertà nella scelta dei materiali, dei rivestimenti e delle forme, ma sempre rispettando l’essenza del modello che rimane infatti riconoscibile in tutte queste fantasiose varianti; in particolare l’ovale dello schienale, che era stato ai tempi riprodotto nel logo esposto sulla parete della prima boutique di Maison Dior.
La mostra è aperta al pubblico nei giorni del Fuorisalone a Palazzo Citterio, in via Brera 12: una della nuove sedi espositive di quest’edizione speciale nel cuore del Brera District. Il palazzo del Settecento è stato recentemente restaurato e riadattato; nel prossimo futuro ospiterà le collezioni di arte moderna della Pinacoteca di Brera.
Vediamo allora più da vicino tutte le varianti di quest’iconica Medallion Chair, tra rivisitazioni e interpretazioni artistiche sul tema dell’originale: una sottile nebbia avvolge gli spazi espositivi a Palazzo Citterio, in un’atmosfera onirica e irreale. I modelli sono opera di un selezionato gruppo internazionale: Pierre Yovanovitch, India Mahdavi, Joy de Rohan Chabot, l’architetto cinese Yansong Ma, l’artista sudafricano multidisciplinare Atang Tshikare e Oki Sato, Nendo, Sam Baron, Nacho Carbonell, Pierre Charpin, Dimore Studio, Martino Gamper, Constance Guisset, Linde Freya Tangelder, Seungjin Yang, Jinyeong Yeon e Tokujin Yoshioka. Ciascuno con un proprio concept, un’idea, una fantasia.
A ciascuno la sua Medallion
Per rivisitare Maedallion Chair, c’è chi ha puntato sui colori e i motivi del rivestimento, tra rigati e disegni optical. Altri l’hanno immaginata in alluminio o in lamiera, in plastica o in essenze e tessuti vintage, versione anni ’70. Ma è anche in bianco e nero, con aculei sul retro dello schienale che la fanno sembrare in movimento; oppure con il profilo dell’ovale vuoto all’interno, ridotto all’essenziale. Nendo la vede meglio 3.0, in vetro trasparente, un po’ a modo suo; mentre Sam Baron ritorna alla tradizione con seduta e schienale in paglia di Vienna stile Thonet. Velluto e riciclo, ferro battuto ed effetto gonfiabile: sul modello di Medallion Chair, l’esposizione diventa un viaggio nella storia della sedia, l’oggetto più progettato della storia del design, con tutte le sue infinite possibilità espressive e funzionali.