Il 6 marzo 2020 spegniamo le luci e piantiamo un albero. Questo l’invito lanciato per M’illumino di meno 2020, la giornata del risparmio energetico e degli stili di vita sostenibili, lanciata nel 2005 dal programma radiofonico Caterpillar e Rai Radio2, per chiedere agli ascoltatori di spegnere le luci non indispensabili e ripensare i consumi.
M’illumino di meno 2020: un albero fa luce
Ogni anno viene indicata un’iniziativa da portare avanti nella giornata M’illumino di meno: nel 2005 si chiedeva di cambiare le e lampadine ad incandescenza, che oggi non esistono più, con quelle a risparmio energetico. Per l’edizione 2019 il tema prescelto è stato l’economia circolare, con l’imperativo di riutilizzare i materiali, ridurre gli sprechi, allontanare “il fine vita” delle cose. Quest’anno, il 6 marzo 2020, oltre a spegnere le luci per una giornata, l’invito è a piantare un albero.
Gli alberi si nutrono di anidride carbonica, diventando lo strumento naturale per ridurre la principale causa dell’aumento dei gas serra nell’atmosfera terrestre e quindi dell’innalzamento delle temperature. Gli alberi e le piante emettono ossigeno, filtrano le sostanze inquinanti, prevengono l’erosione del suolo, regolano le temperature. Per frenare il riscaldamento globale bisogna cambiare i consumi, usare energie rinnovabili, mangiare meno carne, razionalizzare i trasporti. Ma anche e soprattutto riforestazione.
Comuni, scuole, aziende, associazioni e privati nella giornata di M’illumino di meno 2020 potranno piantare un tiglio, un platano, una quercia, un ontano o un faggio, ma anche un rosmarino, un ginepro nano, una salvia, un’erica o una pervinca major o un geranio, insomma tutto quello che si può piantare su un balcone.
Ovviamente rimane l’invito anche a spegnere le luci e testimoniare il proprio interesse al futuro dell’umanità. Si spegneranno così le piazze italiane, i monumenti – la Torre di Pisa, il Colosseo, l’Arena di Verona -, i palazzi simbolo d’Italia – Quirinale, Senato e Camera – e tante case dei cittadini.