A REbuild, il progetto Platform31: la casa energivora diventa a consumo zero

A Riva del Garda, durante i lavori dell'edizione 2015 di REbuild, la convention nazionale sulla riqualificazione e gestione sostenibile dei patrimoni immobiliari, è stato presentato un interessante progetto olandese di riqualificazione edilizia residenziale.

Redazione
A cura di “La Redazione”
Pubblicato il 01/07/2015Aggiornato il 01/07/2015
A REbuild, il progetto Platform31: la casa energivora diventa a consumo zero

In Olanda, il sistema ha già permesso di riqualificare, in tre anni, oltre 100mila abitazioni energivore. Che, in meno di 15 giorni di cantiere (a volte anche in un solo giorno) sono state trasformate in innovative case a consumo zero, con altissime prestazioni in termini di comfort e, soprattutto, grazie a un intervento garantito per 30 anni che non è costato un euro agli abitanti.

Il progetto si chiama Platform 31 ed è promosso dall’architetto Ron Van Erck della società Energie Sprong, già consulente per il governo olandese sul piano energetico nazionale e che ha ricevuto un incarico preciso dal Governo: stimolare la riconversione del costruito, a partire dalle case di housing sociale. L’esperienza è stata presentata e raccontata in Italia a Riva del Garda, durante i lavori dell’edizione 2015 di REbuild, la convention nazionale sulla riqualificazione e gestione sostenibile dei patrimoni immobiliari, promossa da Habitech e da Riva del Garda Fierecongressi e sponsorizzata dal REbuilding Network e da un pool di società e imprese.

Il principio da cui muove il progetto, che si è rivolto in una prima fase soprattutto al segmento di mercato delle case cedute in affitto con canoni di housing sociale, è quello dell’industrializzazione del processo di rinnovamento dell’edificio. Con importanti economie di scala, che incidono profondamente sull’abbattimento dei costi delle operazioni di retrofitting.

Nella pratica, l’immobile viene ricoperto, sia nelle parti murarie sia con la posa di un nuovo tetto, con l’applicazione di pareti ed elementi prefabbricati. I moduli sono inoltre integrati con tecnologie, come il solare termico e fotovoltaico, che vengono collegati con l’impiantistica già presente in casa. “Le tipologie costruttive che proponiamo sono differenti – spiega Van Erck. Al termine del recupero la casa non solo è più efficiente, ma anche più bella dal punto di vista estetico”.

La prima fase del progetto, avviato tre anni fa, con un importante sostegno anche da parte del Governo, si concluderà con la riqualificazione di 111mila unità. “Siamo partiti con una proposta rivolta alle case di housing sociale – spiega ancora l’architetto – ma che via via si è allargata anche al settore privato”.

Agli inquilini delle case in affitto a canoni ridotti non è stato chiesto alcun contributo aggiuntivo. Il gestore dell’immobile si è accollato la spesa di risanamento attraverso l’accensione di un mutuo, ripagato grazie al risparmio generato dalla bolletta (si parla di percentuali che superano il 50%) e a fronte di un canone che per gli utenti finali è rimasto invariato. Per quanto riguarda il mercato privato il meccanismo è analogo: le persone pagano una rata aggiuntiva sul prestito (mutuo) al posto della bolletta energetica. “Abbiamo iniziato a proporre il nostro sistema anche all’estero – conclude Van Erck -, in Francia e in Inghilterra, dove abbiamo ottenuto già un primo riscontro. Siamo convinti che si tratti di un modello esportabile”.

Foto Frank Hanswijk

Rebuild

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