Architetto, designer, artista, giornalista e direttore di riviste importanti… Alessandro Mendini, scomparso il 18 febbraio all’età di 87 anni, era tutto questo e anche molto di più. All’apparenza austero, con la sua riservata timidezza e la camicia chiusa sempre fino all’ultimo bottone senza cravatta, celava uno spirito ribelle, colorato e pop. Fin dagli esordi della carriera controcorrente, o meglio “controdesign”, come lo ha definito in una recente intervista Roberta Scorranese del Corriere della Sera.
Protagonista dello Studio Alchimia, gruppo di design radicale che con Memphis negli anni Ottanta ha spostato il fulcro del progetto dal puro funzionalismo alla più allegra estetica del colore e del decoro artistico, senza temere di sconfinare nel kitsch, ha firmato oggetti che sono entrati nella storia del disegno industriale made in Italy. Prima fra tutti la mitica poltrona Proust – «una falsa poltrona del Settecento decorata con un falso quadro di Signac; due falsi che, insieme, fanno un pezzo originale» – recentemente rieditata da Magis in versione per esterni.
Gallery con alcuni dei progetti di Alessandro Mendini
Una lunga lista che comprende i piccoli utensili per Alessi, di cui è autore anche delle Fabbriche di Omegna, i rivestimenti materici per Bisazza, Abet Laminati e Alpi, le sculture di vetro per Venini, le lampade per Ramun…
Con la fondazione, a fine anni Ottanta, dell’Atelier Mendini in società con il fratello architetto Francesco (con cui aveva già iniziato la carriera nello studio di Marcello Nizzoli, il designer di tutte le macchine da scrivere Olivetti), amplia i suoi già multiformi interessi alla progettazione di edifici, firmando il Groninger Museum in Olanda, i punti vendita Swatch, le stazioni Salvator Rosa, Materdei e Università della metropolitana di Napoli, ville private, showroom.
Teorico e critico del design, ha nel tempo diretto le importanti riviste di settore Domus, Modo e Casabella. Ed è stato insignito di diversi premi – tra cui il Compasso d’Oro per due volte (nel 1979 e nel 1981) – e diversi altri riconoscimenti: Chevalier des Arts et des Lettres in Francia, l’onorificenza dell’Architectural League di New York, la Laurea Honoris Causa al Politecnico di Milano e all’École Normale Supérieure de Cachan in Francia.